X - Rose Sulla Maglia

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Il mondo non é come pensi,
Ed io sono proprio come te,
Che vorrei difenderti da tutto quanto, Ma dovrei difenderti solo da me..

Emberly

Accendo il telefono, 22.17, ormai non è neanche più classificabile come ritardo, o si è dimenticato o non è voluto venire. Rimango a fissare il mare dinanzi a me, con Pascal che come sempre è al mio fianco che gioca con alcun pietre; mi levo le scarpe, decido di godermi questi ultimi momenti di pace prima dell'inizio della scuola e vado a sedermi sul bagno asciuga. Scatto una foto.

La riguardo un'altra volta, spengo il telefono e fisso la luna che mi sta guardando dall'alto. Senza averne neanche un motivo mi metto a piangere.

Elia

Mi sveglio di colpo, guardo l'orologio sul mio comodino e mi rendo conto essere solo le 23.12.

Giusto dimenticavo sono andato a letto prestissimo...CAZZO.

"Nononono dimmi che non è possibile dimmi che non sono così coglione!" Mi alzo di colpo e corro a mettermi una tuta, saltello da una parte all'altra, prendo la prima che mi capita e un felpone nero. Prendo il telefono e scendo dalla finestra per evitare di svegliare papà e Alec. Corro per la strada fregandomene dei semafori e delle macchine, ora il mio unico pensiero è lei.

Arrivo sudato e con il fiatone nella solita spiaggia, fortunatamente vedo Pascal che si sta rotolando sulla sabbia e un'ombra seduta che fissa davanti a se. Mi avvicino lentamente cercando di non fare rumore, quando sento dei singhiozzi.

Mi avvicino sempre di più fino ad essere più o meno a un metro da lei.

"Emberly"

I suoi singhiozzi si fermano per un instante, ma non si gira.

Cazzo ho combinato adesso.

"Emberly, piccola..."

"Stronzo non provare a chiamarmi così!" Urla ma sempre rimanendo fissa sul mare.
"Sono ore che ti aspetto ma sai, il problema non è neanche questo" I singhiozzi continuano ma prende fiato e continua "tu cazzo non puoi. Un giorno scompari, un giorno ti presenti e non mi guardi neanche in faccia mentre il giorno dopo mi calcoli fin troppo per uno come te, io non ce la faccio sei un coglione e mi fai impazzire!"

"Uno come me?" Dico con la rabbia che incomincia già a ribollirmi dentro.

"Zitto!"

La guardo fissa negli occhi, la sto sfidando, lo ammetto.

Le lacrime non le smettono di scendere e mi ritrovo a pensare da quanto sia qui da sola a piangere.

Trix, Loren, incomincio a prendere a calci la sabbia creando una nube di polvere.

Finalmente si alza e si asciuga le lacrime con il dorso della mano. "Mi hanno spezzata troppe volte, ci ho messo anni, per crearmi questa fottuta armatura e Dio solo sa che non me la farò mai, sentimi bene" si avvicina fino ad essere un palmo dal mio viso "mai distruggere da te!"
Ha gli occhi rossi e le guance pure, i capelli sono arruffati come se ad un certo punto se li fosse stretti nel palmo della mano per strapparseli.

"Vaffanculo!" Urla.

Chiama Pascal e scappa, lasciandomi lì con le sue ultime parole appese alle stelle che illuminano la notte e le mie, che come sempre non ho avuto il coraggio di dire.

Emberly

Arrivai a casa con il fiatone, non dovetti neanche nascondermi da mio padre che era fisso a guardare una partita e Syd non era in casa.

Non ti scordar di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora