V - Conchiglia

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"E lasciarmi alla malinconia, e lasciarmi a me stesso che sono il mio spietatissimo carnefice."
Giacomo Leopardi

Elia

"Liaaaa!" Mi sveglio di colpo spaventato da qualcosa che mi cade addosso.
"Ometto santo cielo." Mi ributto all'indietro vedendo il mio fratellino sopra di me.
"Lia begliati." Mi rigiro e butto la testa sul cuscino.
"Cosa c'è Alec." Mi giro e faccio spuntare gli occhi da sopra il braccio cercando di intravedere quel ricciolino biondo malefico.
"Ho fame di frittelle." Dice sdraiandosi sulla mia schiena e appoggiando la guancia sulla mia spalla.
"Uffa, andiamo."
Mi alzo e prendendolo in braccio andiamo in cucina.
Lo aiuto a sedersi sullo sgabello e incomincio a preparargli le frittelle.

"Ecco qui." Dico dopo alcuni minuti.
Lo vedo leccarsi le labbra sottili e mi siedo affianco a lui.
"Allora" incomincio mentre gli spalmo la Nutella sulla prima frittella "oggi siamo solo io e te, cosa ti va di fare?"
"E papà?" Mi dice chinando la testa verso sinistra.
"È a lavoro lo sai che al giovedì lavora tutto il giorno." Gli scompiglio i riccioli e gli porgo la frittella farcita.
Lo vedo gustarsela e con la bocca ancora piena mi dice "Mare e la palla?"
"Va bene ometto. Te ne faccio ancora una poi basta se no non mangi a pranzo. Oggi c'è la carne." Dico sapendo che mi avrebbe odiato.
"No."
"Si. Infatti preparati già. Tieni." Gli porgo l'ultima frittella e le altre le ripongo nel frigo.

***

"Che ne dici andiamo?" Scrollo delicatamente la spalla di Alec per svegliarlo dal suo riposino pomeridiano.
"È presto." Bisbiglia dopo uno sbadiglio.
"Vuoi andare al mare a giocare con la palla o no?" Gli dico accarezzandogli la schiena.
"Oh sii!" Subito si alza e si dirige verso l'armadio.
"Ecco infatti, tieni papà ha lavato i pantaloncini e la maglietta nuovi vuoi mettere quelli?"
"Come vuoi te." Dice imbarazzato.

Certo ogni volta dimentico che un bambino di quasi quattro anni non riesce a vestirsi da solo.

"Vieni allora metti que." gli porgo i vestiti e lo aiuto a metterseli.
"Sotto mettiamo il costume che ne dici? Fa caldo magari riusciamo a fare anche un bagnetto."
"Sii" dice felice.

Se c'è una cosa di cui vado fiero del mio fratellino è sicuramente la sua intelligenza. Ha imparato a nuotare ad appena due anni, quando eravamo ancora in Australia, e adesso cammina e parla quasi perfettamente.

"Pronto?"
"Pronto." Afferma infilandosi in tasca i suoi occhiali da sole di Mucca e Pollo.
"Andiamo allora." Lo prendo per mano e ci avviamo verso la spiaggia.

"Eccoci ometto." Gli sorrido e lo vedo saltellare da una parte all'altra smuovendo tutta la sabbia.
Metto due asciugamani per terra e mi levo la maglietta.

"Hey vieni qui che ti levo la maglietta, hai sentito che caldo?"

"Si davvero bellissimo Lia grazie."
Mi abbraccia ingarbugliandosi le braccia nella maglietta, ma ricambio.
"Dai andiamo."
Poso tutto nella borsa e prendo il pallone.

"Cosa hai voglia di fare adesso?" Dico sedendomi sulla riva.

"Granchiii" urla buttandosi sulla riva.

"Piano piano stai attento a non farti male okay? E dimmelo se ne trovi uno."
Dico sapendo che non lo avrebbe mai trovato.
Mi alzo e vado a farmi un bagno ma sempre mantenendo gli occhi fissi su Alec.

"Emberly ti ricordi di quel ragazzo..." al nome della ragazzina drizzo la schiena "...di cui mi hai parlato."
Aspetto di sentire la sua voce per girarmi.
"Eh cosa c'è?" Le sento dire.
Allora mi giro e cerco il suo sguardo in mezzo a tutte quelle persone.
Ci metto davvero poco a incrociare i suoi occhi, dato che lei sembrava mi stesse guardando da un po'.
Esco dall'acqua e le vado incontro.

Non ti scordar di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora