Epilogo

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Parlava spesso del passato come se volesse recuperare qualcosa.
-il grande Gatsby

Tre anni dopo

Elia

L'aria estiva di Lanova mi scompiglia i capelli mentre sono al parco con Austin e Alec.
"Alec! Attento! Ci sono troppe pietre finirai per cadere e farti male!" Urla Austin correndo dietro al mio fratellino.
"Austin ha ormai sette anni. Io credo riesca a camminare bene e poi beh, se cadrà si rialzerà più forte di prima. Vero ometto?"
Alec mi mostra i suoi dentini bianchi e continua a correre dietro agli scoiattoli.

"Credi che la vedremo?" Chiedo all'improvviso.
"Io credo di sì fratello. Sono tre anni e loro vengono qui ogni anno."
Prendo un sospiro.
"Lo sai che non sarò mai pronto per rivederla."
"Lo aspetti dal giorno in cui vi siete salutati Lello."
"Lo so, ma lei? Si sarà dimenticata di me."
"No e lo sai anche tu. Tutta la storia di quel ya pihi...insomma quello. Me ne hai parlato per tre anni e adesso è andato magicamente tutto a puttane?" Si scompiglia il ciuffo ormai biondo.
"Boh io..."
"Smettila" mi interrompe "Torna l'Elia innamorato e non scassare i maroni."
"Fottiti." Dico spingendolo.

Camminiamo lungo il laghetto, seguendo Alec che non smette di parlare, adesso, con le anatre.
"Alec, non credi sia un po' strano parlare ancora con le anatre? Non sei cresciuto?"
Il mio fratellino mi fa una smorfia arrabbiata.
"Io cresciuto? Ad Embly non dicevi niente quando mi ci portava. No?"
"Embly?" Chiedo.
Il mio cuore perde un battito.
"Si la ragazza quella con i capelli marroni...venivamo sempre qua insieme e mi raccontava sempre la leggenda di Lenia. Non ricordo altro però."
"Emberly..." bisbiglio.
"Mi racconti altro di lei?" Dice all'improvviso facendosi serio. "Voglio ricordarla."

Guardo Austin in cerca di aiuto che però lui, fingendo una telefonata, si allontana.

"Vieni ometto." Lo prendo in braccio e andiamo a sederci in una panchina lì vicino.
"Ecco lei...come spiegarti. Era bellissima e ti voleva tanto bene. Giocavate sempre insieme quando veniva a casa. Ti raccontava sempre le storie prima di andare a dormire e tu le volevi bene...."

Gli raccontai di lei.

Certo, come si racconterebbe di una ragazza ad un bimbo di sette anni, ma alla fine della storia lui sembrava soddisfatto.
"In realtà mi manca."
"Manca anche a me piccoletto..."

"Elia" Austin ci interrompe "Dobbiamo andare."
Capisco cosa intende e ci alziamo.

Ci incrociamo al Wound con mio padre che prende Alec.
"Ci vediamo a casa ragazzi?"
"Si John, a dopo." Risponde Austin per me.

Ci incamminiamo verso il cimitero in silenzio.

Lei non ci sarà.
Lei non ci sarà.
Lei non ci sarà.

Continuo a ripetermi.

Lei non può esserci.

Prima di varcare i cancelli vedo subito la macchina di Tommy lì fuori.

Lei non ci sarà.

"Ecco Tom." Sento Austin dire al mio fianco. Poco dopo lo vedo, fuori dal cancello con gli occhi lucidi.
"Tommy!" Dice Austin avvicinandosi per primo. Quest'ultimo si butta tra le sue braccia.
"Ehi! E io? Dico facendo il finto offeso.
"Stronzo vieni qui!"
"Un anno che non ci vediamo. Come hai potuto non venire a Capodanno??"
"Scusami ero con la mia famiglia ma cazzo come sei cambiato!"
E in effetti lo era per davvero. Aveva i capelli lunghi legati con un muccetto sul retro della testa. Era più alto e muscoloso di come lo ricordassi.
"Come sta Nicole?" Chiede Austin.
"Bene ed è sempre più bella."
"E tu sempre più innamorato." Aggiunge lui.
"Non lo nego." Ridacchia piano.
"Vogliamo entrare?"
Improvvisamente ritorniamo seri e varchiamo i cancelli.
L'ultima volta che sono entrato qui dentro è stato poco prima del primo anniversario.
Non ho più avuto il coraggio di tornarci fino ad ora.

Non ti scordar di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora