XVII - Uragano

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Non si vede nulla all'esterno di questo fuoco che mi brucia il cuore?
-Victor Hugo, Notre-Dame de Paris

Emberly

È passata una settimana.

Nicole non si è fatta sentire come tutti gli altri ragazzi. Ho cercato di rimanere indifferente a tutto, anche alle loro storie su Instagram mentre si divertivano insieme. Elia è completamente scomparso. Non compare neanche nelle storie dei ragazzi.
Mentirei se dicessi che un minimo a lui non ci ho pensato.

"Emberly." Risponde Nicole dall'altro capo del telefono.
"Ah allora sei viva." Dico con tono forse un po' troppo cattivo.
"Ci vediamo alle 16 al Wound." Dice buttandomi giù poco dopo.

"Sei seria??" Dico lanciando il telefono sul letto.
"Che è successo?" Entra Syd con la biancheria pulita nelle braccia.
"Nicole. Oggi ci vediamo finalmente alle quattro."
"Va bene. È arrivata un'altra lettera dalla mamma." Dice "Quando avrai intenzione di leggerle? Magari scopri dove ci dovremmo...trasferire." Dice cercando di nascondere la tristezza.

"Tu lo sai?"
"Anche se lo sapessi non te lo direi. Prima o poi dovrai leggerle Ember." E con questo esce dalla stanza. Vado in salotto a prendere la lettera e senza neanche leggere il francobollo la rilego insieme alle altre nel cassetto.

Arrivano le tre e mezza e dopo aver indossato le prime cose che trovo esco di casa praticamente correndo.
Arrivo che sono le quattro e un quarto.

Maledetti autobus

Entro nel Wound aspettandomi solo Nicole, quando invece mi trovo lei, Austin, Tommy e Simone.

Mi avvicino abbastanza sospetta.
Anzi tutto ciò è abbastanza sospetto. Nicole si sta arricciando una ciocca nell'indice, Simone e Tommy parlottano velocemente mentre Austin sta sbattendo il piede a terra mentre si smuove il bracciale d'acciaio che ha nel polso.

La combinazione di questi elementi mi fa intuire o che è successo qualcosa o che qualcosa sta per succedere.

"Ehi" dico avvicinandomi alla sedia vuota su cui appoggio il cappotto.
Tutti sobbalzano come se li avessi spaventati. Nicole mi sorride debolmente.

"Ciao Emberly." Dice Simone. Tutti gli altri mi salutano poco dopo.
Mi siedo aspettando. Poco dopo arriva la cameriera chiedendomi se io voglia ordinare qualcosa, declino l'offerta riportando l'attenzione sui miei amici.

Dopo minuti interminabili rompo il silenzio.
"Allora?" Dico spazientita.
"Ti abbiamo fatto un regalo." Dice Tommy guardandomi.
Di certo mi aspettavo di tutto ma non questo.
"Ah. Per cosa?" Dico con l'ansia che incomincia già a salirmi.
Non so fingere e non voglio farli sentire in colpa se in caso fosse un regalo strano.

"È stata un'idea mia e di Austin. Ovviamente i ragazzi ci hanno appoggiato..." inizia Nicole tirando fuori dalla borsa una scatolina lunga blu. Ha un fiocchetto giallo sopra.
È sottile, ci starebbe un gioiello o un pezzo di carta. In ogni caso non ho idea di cosa possa essere.

"Non mi avete detto per cosa è..." dico afferrando la scatolina.
"Perché ci andava." Dice Austin. "Apri."
Apro la scatolina il più lentamente possibile.

C'è una lettera con scritto 'leggi a casa' così la prendo e la sposto leggermente mettendola da parte.

Mi ritrovo in mano una cartolina e una busta.
La cartolina raffigura alcuni dei monumenti più importanti di Parigi. Alzo lo sguardo interrogativa ma loro non dicono niente. Impassibili.

Apro la busta notando un altro foglio all'interno.
Leggo ad alta voce.

"Boarding pass/Paris -gate 7
time: 10.00, date: 16/02/2018"

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