Capitolo 5

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La normalità è di nuovo tornata nella mia vita.

Per due settimane non ho visto occhi grigi, né sentito il rompo di una moto che non fosse lo scooter mezzo scassato di David.

Io e lui abitiamo praticamente a un isolato di distanza, ma anche per venirmi a trovare, non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di usare le gambe.

Non sono andata agli allenamenti per due settimane.

Fortuna vuole che in questo periodo ci sia una pausa del campionato, se no al pensiero di dover saltare qualche partita mi sarei sentita ancora peggio.

Dustin non si è fatto sentire e l'ho avvertito con un semplice messaggio della mia breve assenza.

A scuola i prof ci stanno mettendo sotto per massacrarci.

Io sospetto che si incontrino nella sala professori prima di venire a lezione, si salutino e discutano di come rendere la nostra vita un inferno in terra.

Non è possibile, che tutti decidano di piazzare verifiche ed interrogazioni la stessa dannata settimana !!!

Non me ne può fregare di meno, se si stanno avvicinando le vacanze di Natale e avete bisogno di voti, ci pensavate prima !!!

Io amo studiare, e adoro andare a scuola, ma questa disorganizzazione mi fa andare in bestia.

Chiamatemi secchia, pazza o come vi pare ma sono fatta così.

- Ehi !!! Vuoi correre la maratona per caso ?? – sento il mio amico urlarmi con il fiatone, correndomi dietro.

Ho preso l'abitudine di andare a correre per il quartiere, quando sono stressata, e ultimamente ho lo stress accumulato che mi esce anche dalle orecchie.

Mi fermo ad aspettarlo, e lo vedo che quasi si trascina su per la collina con una mano sulla milza e il volto paonazzo dal troppo sforzo.

Non so perché diamine abbia accettato di correre con me oggi....

Sarà che forse non vuole lasciarmi sola ??

- Come diamine fai a correre così veloce, con le gambe corte che ti ritrovi ?? – lo fulmino con lo sguardo, e la mano che gli stavo per tendere aiutandolo ad alzarsi, magicamente finisce sul mio fianco.

Il braccio ormai si è ripreso del tutto, non ho più nemmeno una traccia di livido, e il gonfiore e il dolore sono spariti.

- Mi devo allenare David, sono stata due settimane a riposo, e anche se tu non lo pensi, per la pallavolo serve essere in forma smagliante – fa un gesto con la mano come per dire che non ha importanza, cosa che sa mi irrita

- Io intanto penso di avere lasciato mezzo polmone un chilometro fa – la faccia devastata che mi rivolge, mi ha scoppiare a ridere, nonostante sia magro, ha la prestanza fisica di un bradipo

- Andiamo Usain Bolt ti aiuto io a tirare su quel culo – praticamente di peso, afferrandolo per un gomito, lo faccio mettere in piedi.

Osservo i nostri respiri che si condensano.

In effetti con solo una felpa a riscaldarci e il sudore attaccato al corpo, non è stata una grande idea correre fuori......

- Possiamo tornare a casa, ho assoluto bisogno di qualcosa di grasso, per ristabilire l'equilibrio – alzo gli occhi al cielo, incamminandomi verso casa

- Andiamo a casa tua allora, sai che da me non troverai ciò che cerchi – sento dei rapidi passi e subito mi si affianca, ancora un po' spossato

- Ancora non capisco perché non mangi schifezze, andiamo sono una delle poche gioie della vita. Cibo grasso e per niente salutare, che tra qualche anno ti farà salire il colesterolo alle stelle. Dovresti approfittarne prima che sia troppo tardi – vorrei dirgli che io ho fatto anni e anni a vivere di solo quello, ma evito.

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora