The End.

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« Gabriel, Sophie subito a tavola, forza! »
« Papà, solo un minuto! »
« Sophie devo posare il cellulare a tavola, Gabriel non voglio dirtelo più! »
La voce alta di Jordy provocò forse timore in Gabriel, perché in men di un minuto era seduto a tavola al fianco di sua sorella Sophie.
« Com'è andata oggi a scuola, ragazzino ? »
Chiese Jo mentre mangiava un boccone dal suo piatto porgendomi con l'altra mano una posata, che afferrai mentre gli sorrisi come un grazie, sotto la voce acuta di Gabriel intento a spiegare

« Non che mi piacesse così tanto, però è carina come scuola, e anche le ragazze che ci sono, papà tu sai vero che io voglio fare il calciatore e qualsiasi cosa si tratti scapperò via? »
Gabriel, 11 anni, 1 Media.
Jordan in miniatura.
Ragazzino  modesto e già sapeva cosa volesse farne della sua vita, o del suo mestiere, forse trasmetto da suo papà, sogni che lui non aveva realizzato.
Di tanto in tanto scorbutico e introverso, troppo, ma innamorato di Faith.
« Si papà, anch'io!! E voglio i pattini ! »
Urlò quasi Sophia intenta a versarsi da bere da sola mentre mi mostrò il suo sorriso enorme.
Sophia, 8 Anni, 3 Elementare, Amava pattinare
Sophia era cresciuta in un batter d'occhio, ricordo ancora quando stava nascendo in giardino, si, e Jordy non era così bravo nel parto.. anzi, questa bimba era praticamente nelle mie gambe nella nostra auto mentre andavamo in ospedale..
Occhi azzurri, sorriso bellissimo, mora, labbra perfette e un nasino alla Jordy, ma assomigliava troppo a me, mh..
Innamorata di Jordan.

Jordan era un vero e proprio uomo, anche troppo, e avevo mantenuto tutte le sue promesse, il lavoro non aveva pervaso la nostra famiglia, il nostro tempo insieme.
E gli anni insieme non avevamo per niente raffreddato il nostro amore.
Un vero e proprio uomo, e fidatevi, ancora più sexy, e a letto, mio marito, è ancora perfetto.
Ero ancora innamorata di lui come il primo giorno, e lui lo era di me, lo sapevo perfettamente.
Io? Si, la modestia non è da me, ma ero una donna adesso, in questi ultimi anni avevo compreso la vera responsabilità di crescere due bambini, con l'aiuto dell'uomo di casa si, ma spesso lui era a lavoro, ogni cosa, ogni momento, era prezioso.
Cercavamo di non trascurare un bel niente, e eravamo perfettamente i genitori che non avevamo mai avuto.

Mio padre? Mio padre non si era mai fatto vivo, neanche dopo che quelle cassette vennero spedite, e fidatevi, le aveva rivenute.
Ma evidentemente certe emozioni non tutti possono provarli, come non tutti sono chiamati ad essere genitori, e fidatevi:
Troppi ragazzi costretti a fare i genitori e troppi genitori che scherzano a fare i ragazzi.
Per lo più, col passar dal tempo avevo capito che la colpa del divorzio tra i miei genitori non ero io, semplicemente si era spenti tempo fa, semplicemente l'amore neanche molto spesso non è per tutti, si è convinti di amare quella persona alla follia e in realtà è solo frutto dell'immagine di uno dei due.
La colpa non è mia, non è mai stata mia, se loro due non si amavano non era mai stata colpa mia, e se la felicità non era mai entrata in quella casa di certo non era mia.
Il problema è che avvolte i genitori non comprendono quanto sia facile per loro divorziare ma quanto sia difficile per un loro bambino, avvolte sono semplicemente egoisti.
E io e Jordan non volevamo fare la stessa cosa, non avremmo mai pensato alla nostra felicità prima dei nostri bambini, e se mancava un pezzo di pane, Mio marito non l'avrebbe mangiato per darlo a me e ai nostri bambini.

« Quest'estate andiamo dai nostri genitori così vedete dove io e mamma ci siamo conosciuti e poi andiamo a Disneyland! »
Alzai subito lo sguardo sentendo l'ultima parola, anche in ritardo.. mi ci avrebbe portata, infondo me l'aveva promesso.
Sorrisi subito scuotendo il capo mentre voltai lo sguardo ai bambini che quasi già non erano nella pelle e la mano di Jo si appoggiò sulla mia poggiata sulla tavola e intrecciò le dita.

• • •
« Pensi che io sia egoista? »
« Cosa? Perché? »
« Perché sto per fare la cosa più egoista di sempre, ma lo farò perché si, sono egoista. »
Le sue mani afferrarono il mio viso e le sue labbra furono sulle mie e in quel momento per la prima volta riuscì a capire cosa fosse un vero bacio, mentre la sua lingua calda e le sue labbra perfette toccavano le mie.
-
« Non lasciarmi mai Faith, non farlo. »
Le sue mani strinsero le mie mentre il mio sguardo rimase fisso nel suo, non l'avrei lasciato, non l'avrei mai fatto.
-
« Riportami a casa, ti prego. »
I suoi occhi spenti in quella stanza bianca e fredda, il suo sorriso cambiato, l'avrei riportato a casa nostra, Jordy non era pazzo.
-
« Sposami Faith. »
Alzai subito lo sguardo a lui, forse pensai di non aver capito, ma lui mi ripetè che non era una domanda, ma ormai un obbligo, si, l'avrei sposato.
-
« Cosa? Un bambino? Io e te? »
Lo guardai seduto di fronte mentre iniziò a muoversi irrequieto e mentre i suoi occhi mostravano soltanto la sua felicità, e quei occhi lucidi, amore mio.
-
« Promettimelo Faith.. »
Mi sussurrò mentre il suo sguardo era fisso nel mio, "Promettimi che resterai sempre al mio fianco, e che sarò il tuo ultimo", beh, te l'ho prometto, Jordan.
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« La nostra felicità. »
Era iniziata la nostra felicità, i nostri genitori avevano accettato ogni cosa, e noi dovevamo essere felici, meritavamo quella felicità.
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« Tua moglie. »
Sono sua moglie, è mio marito.
Ci siamo promessi amore eterno, non che esista, ma finché Dio avrebbe deciso di farci vivere, e forse l'avrei amato persino all'aldilà.
-
« Una bimba? »
Sarà difficile, ma insieme possiamo farcela, ancora una volta. La nostra bimba, i nostri bambini. La nostra famiglia.
• • •

« Papà, posso tornare in camera? »
« Vai.. Vai anche tu se vuoi.. »
Rispose Jordan a Gabriel rivolgendo poi lo sguardo a Sophia che forse lasciò chiedere a suo fratello maggiore sorridendo subito.
E sorrisi quando entrambi lasciarono il tavolo.
« Faith.. »
Gli rivolsi subito lo sguardo stringendo le sue dita:

« Non ti garantisco che sarò sempre in orario, ma ti prometto che anche se in ritardo, io ci sarò per sempre.. »
« Non ho bisogno che il mondo mi ami, ho bisogno che mi ami una sola persona, e questa persona sei e sarai sempre tu »

Lo guardai mentre sul suo volto comparve il sorriso più bello del mondo, il sorriso della quale ero innamorata, feci lo stesso, e si allungò lasciò un bacio, un dolce bacio sulle mie labbra.

Jordan e Faith non sanno ancora cos'è l'amore delle favole, ma sanno cos'è l'amore vero.
Quindi aspetteranno in silenzio, con pazienza, con prospettive diverse ma infondo uguali;

Alzeranno i pugni e li scaglierò in aria, ed accetteranno che la vita avvolte è ingiusta,
Ed esprimeranno un desiderio,
Diranno una preghiera..
E finalmente qualcuno si accorgerà di quanto loro ci tengano.

Il coraggio 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora