4. Prima lettera

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Mi sveglio con accanto a me Kora, la bacio sul muso e lei ricambia.

Controllo l'orologio e corro a prepararmi per il lavoro, ogni volta che entro li dentro mi viene il magone, perché è lì dove ci siamo conosciuti.

"Ehi Ax, come sta lui?"

"Ehi Thomas, lui si è svegliato, però non ricorda nulla."

"Cavolo, mi dispiace, non volevo..."

"Tranquillo, forse ho trovato un modo per fargli ricordare le cose."

La mattina passa velocemente e non appena finito il turno di lavoro corro a cambiarmi.

Tolgo il grembiule ed esco, infilo le chiavi e mi immetto nelle strade trafficate.

Arrivo davanti all'ospedale con un senso di ansia misto a felicità.

Corro su per le scale senza nemmeno aspettare l'ascensore ed entro nella stanza, lo trovo a fissare fuori dalla finestra.

Si accorge di me solo quando chiudo la porta, mi sorride e io ricambio.

Mi siedo al suo fianco e gli mostro la scatola che porto con me.

"Che cos'è?"

Mi chiede curioso.

"È una scatola dei ricordi di una persona davvero speciale per me."

"E dov'è ora?"

"Sto aspettando che ritorni da me."

"Perché? È partito per un lungo viaggio?"

Sorrido.

"Più o meno."

"Vuoi sentire la mia storia? Ti va?"

"Certo!"

Si sistema meglio il cuscino e mi guarda con occhi attenti e curiosi, prendo la prima pagina del mio diario e mi schiarisco la voce.

19 FEBBRAIO

Oggi è stata una giornata particolare, come ogni mattina mi sono svegliato abbastanza felice, mi sono fatto una bella doccia e ho fatto colazione.

Esco per recarmi al lavoro, come al solito i bus sono sempre pieni e faccio fatica a scendere.

Quando arriva la mia fermata spingo un po' di gente e senza ascoltare gli insulti percorro la solita strada. Stesse vetrine, stessi bar e stessi negozi.

Entro nel bar dove lavoro e Thomas mi saluta allegro come ogni giorno, è davvero un bravo ragazzo.

Arrivano i primi clienti e li accogliamo con il sorriso, ad un certo punto Lauren mi chiama chiedendole di fare cambio, io al bancone e lei ai tavoli.

Non mi faccio domande visto che probabilmente avrà adocchiato una ragazza, mi fa l'occhiolino e io la ricambio con una linguaccia.

Passano circa dieci minuti e sento una voce profonda chiamarmi, mi giro e incontro due occhi neri. Mi destabilizzano un attimo, lui mi fissa.

Il tempo si era fermato e il facevo fatica a respirare, mi sorride cordialmente e mi chiede se va tutto bene.

Sorrido teso e gli chiedo l'ordine, mi dice un caffè amaro accompagnato da una fetta di torta al cioccolato con sopra una fetta di panna.

Amnesia [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora