Chapter 7

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Come mise piede al pub cercò di individuare Dotty, ma purtroppo venne invece accolta dal professor McGee con un boccale di burro-birra.
«Granger, quale onore. Non pensavamo saresti venuta alla fine. Non è che il biondino ti ha fatto qualche sortilegio strano per convincerti? Fino ad ora non sei mai voluta venire e siamo quasi a metà anno!» brindò visibilmente brillo a causa dell'alcool. Le venne istintivo lanciare uno sguardo verso Draco che se ne stava in disparte al bancone con un bicchiere di whisky incendiario quasi pieno in mano. Si scambiarono un occhiata, ma questa volta non riuscì ad interpretarla perché vennero interrotti da Wonder che si mise proprio tra i due.
«Granger... Non prestargli attenzione, è ubriaco già dopo il secondo bicchiere. Sei bellissima sta sera, posso offrirti qualcosa?» chiese l'uomo esibendosi in un perfetto baciamano prima di scortarla dolcemente verso un tavolo.
Prese posto e sfilò la mano dalla sua cercando di non sembrare scortese.
«Uno shot di Vodka Siberiana...» gli chiese senza nemmeno guardarlo. Come si allontanò da lei, riuscí finalmente a trovare la sua collega in un tavolo non molto lontano che stava discutendo con McGee. Sembrava piuttosto arrabbiata in realtà. Non sapeva se mettersi in mezzo o meno, ma quando si trovò il suo bicchierino di liquido trasparente davanti ed il sorriso di Wonder di fronte a lei non abbe il benché minimo dubbio. Sventolò il braccio in alto, rischiando anche di rovesciare tutti i bicchieri sul tavolo, per richiamare l'attenzione dell'anziana.
«Spero che non ti dispiaccia, ma l'ho invitata io, mi sembrerebbe scortese non passare la serata con lei» sorrise con fare innocente, mentre la Dotty si avvicinava al tavolo. L'uomo appoggiò la mano sul suo ginocchio e le sorrise a sua volta. Quel sorriso inaspettatamente le scaldò il cuore a modo suo, e la tranquillizzò un poco.
«Certo, ci mancherebbe altro» rispose tranquillo. Il tonfo di un bicchiere che sbattè sul bancone la fece sobbalzare, per un secondo pensò che qualcuno avesse dato di matto e rotto il vetro. Ma al bancone non c'era nessuno, solo il bicchiere vuoto che fino a poco prima aveva visto sorseggiare a Malfoy. Lo cercò con lo sguardo per il locale ma non lo vide. Lasciò perdere, buttò giù lo shot che le ghiacciò la gola provocandole dei brividi in tutto il corpo e tornò a prestare attenzione ai propri colleghi per il resto della serata.

«Dovevate vedere come ha reagito David del quinto anno quando gli ho chiesto di lanciare un cetriolo per fermare il Kappa! Mi guardava come se gli avessi chiesto la Luna!» raccontò Dotty ridacchiando. A lei non divertì particolarmente l'idea di quel povero ragazzo terrorizzato, preferiva arrivare alla pratica in maniera graduale e sempre con il suo supporto naturalmente. Senza fargli rischiare "veramente" la vita... Ma ogni uno ha i suoi metodi e Difesa contro le arti oscure non era certo una materi facile, dovevi essere in grado di allenare la reattività dei ragazzi e addestrarli a difendersi da ogni evenienza. E lei lo sapeva bene.
«Se volete scusarmi un attimo...» sussurrò sovrappensiero, Hermione si alzò dirigendosi alla toilette. Aveva bisogno di qualche minuto da sola.
Si chiuse nel lurido bagno del pub, prendendosi qualche momento per far scendere il groppo in gola che le si era creato a ripensare a cosa le era servito imparare tutte quelle nozioni.
Iniziò a sudare freddo, si sentiva mancare l'aria, le vennero le vertigini e le si offuscò la vista, il suo cuore aveva preso a battere velocissimo. Barcollò fino al lavandino e mise la testa sotto l'acqua fredda sperando che potesse servire a calmarla, ma non ottenne l'effetto desiderato e perse l'equilibrio cadendo sul pavimento. Passarono quelle che le sembrarono ore, anche se probabilmente erano solo una manciata di minuti, prima che i sintomi dell'attacco di panico non scomparvero del tutto.
Tornando al tavolo notò che la sua collega se ne era già andata e sfruttò la situazione per scusarsi e defilarsi anche lei.

Uscì dal locale e il vento pungente le diede finalmente quel sollievo ai polmoni che stava cercando. Si guardò intorno e all'angolo scorse una figura alta con un inconfondibile folta chioma biondo platino girata di schiena. Si avvicinò silenziosamente fino a quando non gli fu abbastanza vicino da capire che non era solo, ma stava esplorando la cavità orale di una donna.
Solo quando capì di chi si trattasse, dimenticò le buone maniere e si intromise brutalmente nella vomitevole scenetta, interrompendoli.
«Rowina! Cosa diavolo ci fai tu qui?» chiese quasi con un inquietante ringhio rivolto alla donna bionda davanti a lei.
«Oh Granger... Ero da queste parti, dovevo presentarmi come si deve e... come nuovo ministro seguo io il caso e poi una cosa tira l'altra. Sai Malfoy si è offerto di accompagnarmi a casa» sorrise Rowina scuotendo i capelli con fare civettuolo.
«Non è affatto vero. Ma vi conoscete?» chiese confuso Draco che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad assistere alla scena.
«È lei che mi ha sostituita al ministero... Ti credevo più intelligente sai? Ma sei come tutti gli altri, ti bastano due moine e ci caschi anche tu» rispose schifata stringendo i pugni.
«Da che pulpito! Non ti sono bastati due sorrisi da Wonder che ti sei lasciata abbindolare?» ribattè serrando la mascella. Entrambi sembravano essersi dimenticati della biondina che era affianco a loro e li osservava divertita.
«Scusate non sapevo che voi due steste insieme...» li sfottè la donna.
«Non stiamo insieme!» strillarono in coro i due presi in causa, prima di tornare a guardarsi in cagnesco.
«Si certo... Tolgo il disturbo» aggiunse la bionda prima di smaterializzarsi e lasciarli soli.
Rimasero in silenzio per un po' mentre la rabbia cresceva in entrambi.
«Tanto per la cronaca, non mi sono fatta abbindolare da nessuno. Ma anche se fosse che problemi hai con il professore, è un brava persona...» sbottò di punto in bianco Hermione. L'attacco di panico di poco prima sembrava solo un lontano ricordo, ora era solo furiosa.
«Non mi fido di quel tipo» rispose lanciando uno sguardo verso il locale per essere certo che non ci fosse nessuno.
«Ha qualcosa di sospetto... Non mi convince per niente. Dammi retta: Stai lontana da lui» la supplicò quasi, il suo tono era cambiato completamente.
Questi suoi sbalzi d'umore la facevano diventare matta, ma cercò di seguire il suo esempio e darsi una calmata anche lei. Si lasciò andare in un lungo sospiro per poi riprendere a parlare e soprattutto pensare più lucidamente.
«Va bene, ma tu stai attento a Rowina. È una delle persone più false e manipolatrici che io abbia mai conosciuto» accettò nonostante non capisse affatto a cosa potesse riferirsi, di solito era brava con queste cose e in lui non aveva percepito niente di strano. Ma scelse di fidarsi del suo collega. Lui annuì e insieme tornarono verso il castello in religioso silenzio.

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