Chapter 12

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Aprì gli occhi lentamente anche se la luce la accecò obbligandola a rinchiuderli, quando finalmente si abituò iniziò a guardarsi intorno, apprendendo di non essere in camera propria. Cercò di ricordare dov'era o come ci fosse arrivata, ma era tutto confuso.
«Buon giorno principessa» la voce ironica e familiare del biondo la tranquillizzò all'istante. Ecco dov'era, in camera sua. Ancora non ricordava come ci fosse arrivata però o perché, e l'emicrania non aiutava affatto.
«che è successo?» chiese portandosi le mani sulle tempie.
«Dovresti dirmelo tu...» le rispose sedendosi sul letto. Aveva uno sguardo strano, quasi accusatorio.
«Sei arrivata in camera mia in piena notte, hai fatto saltare i punti in chissà quale modo e hai perso talmente tanto sangue durante la giornata che alla fine sei svenuta» aggiunse in attesa di spiegazioni.
«Io... Non lo so, è tutto confuso. Ero con Wonder credo» iniziò cercando di collegare quelle scene frammentate che aveva in testa.
«Allora perché non sei rimasta con lui, eh?» la sfotté infastidito, scattando in piedi.
«Perchè c'è qualcosa che non va» rispose. pian piano tutto ciò che era successo stava tornando al proprio posto, ricomponendosi come un puzzle.
«Mi ha seguita... Si comporta in modo strano, quando mi sono saltati i punti qualcosa è cambiato anche nei suoi occhi. Io non riesco a capire... » cercò di spiegarsi come meglio poteva, ma era davvero difficile fargli capire le sensazioni che aveva avuto.
«Dov'eri?» le chiese senza giri di parole.
«Nel bagno di Mirtilla» rispose.
«Perché eri di nuovo in quel posto? ti conosco: Sputa il rospo, che hai scoperto?» le chiese alzando il sopracciglio ed incrociando le braccia al petto. Lei rimase in silenzio, non sapeva se dirgli o meno del sogno... Sparatutto adesso che sapeva che i protagonisti erano loro.
«Avevo un... Sospetto. Sono andata a cercare qualcosa di strano, non so cosa ci facesse lui lì. Non volevo che vedesse perché ero in quel posto, poi ha iniziato a baciarmi e siamo arrivati in camera sua» iniziò a spiegare, prima di essere interrotta brutalmente.
«Ma porca puttana, non me ne frega un cazzo di come ti sei scopata quello!» esplose furioso. Si alzò dal letto tirando un calcio alla sedia, gesto che lasciò basita la donna.
«Ma si può sapere che problemi hai?!» gli chiese esasperata dai suoi continui sbalzi d'umore. Lui si voltò come per dire qualcosa, ma alla fine rimase in silenzio.
«E tanto per la cronaca: non me lo sono scopata. Come dici tu. Però fammi finire maledizione.» puntualizzò prendendo fiato.
«Quando mi sono saltati i punti qualcosa è cambiato, non so spiegarmi. Ma sono praticamente scappata dalla sua camera, non prima di vedere qualcosa di strano: Sulla sua libreria c'era una foto... Non ricordo! È tutto così confuso» terminò lei attendendo una risposta dal biondo.
«Quindi... Avevo ragione io, quel tipo nasconde qualcosa» riflettè ad alta voce. Parve pensarci ancora a lungo prima di continuare.
«Ho un idea che non ti piacerà... Però potrebbe aiutarci a scoprire qualcosa» iniziò un po' titubante e lei lo spronò a continuare.
«Naturalmente parlo di quando quel brutto taglio si sarà richiuso, perché fino ad allora scordati di andare da qualche parte. Ho già detto io alla Preside che stavi male e ti servivano un paio di settimane a casa» precisò lui facendole sgranare gli occhi.
«Sei impazzito? Ho del lavoro da fare!» gli urlò contro lei.
«Può aspettare, la tua salute è più importante.» Disse senza ammettere repliche. La donna era arrabbiata per quello che aveva fatto mentre era incosciente, e allo stesso tempo lo ringraziava per essersi preso cura di lei. Non fosse stato per lui starebbe stramazzata al suolo da qualche parte se non morta.
«Qual è il piano?» chiese impaziente la donna.
«Dobbiamo di nuovo entrare in camera sua» Rispose pensando ad una soluzione.
«Va bene... Vediamo di curarla in fretta, non abbiamo due settimane» terminò scocciata. L'uomo sbuffò e si diresse verso un armadio stretto ed alto che aprì. Ci infilò la testa dentro per svariati minuti, spostando e buttando cose, alla fine riemerse con una boccetta di vetro, verde e gialla in mano. Gliela lanciò e prontamente la donna l'afferrò al volo guardandola perplessa. estrasse il tappo di sughero e l'odorò.
«Puzza di vomito e piedi di troll» disse disgustata rimettendo immediatamente il tappo al suo posto.
«Il gusto è ancora peggio. È una mia ricetta, di norma funziona persino sui Babbani solo che a loro fa stare parecchio male e danno di stomaco, comunque in due-tre giorni non avrai più nulla se non un'altra meravigliosa cicatrice» rispose sedendosi sulla poltrona ed incitando a berlo, con un gesto delle mani verso di lei. Squadrò ancora quella soluzione liquida strana e la stappò nuovamente venendo subito colpita dal pessimo odore che produceva, si tappò il naso, prese un bel respiro e la buttò giù in un solo sorso.
Aveva ragione, se già l'odore era pessimo il gusto era almeno tre volte peggio e per poco non vomitò dal disgusto.
Tossicchiò con la lingua di fuori almeno un paio di volte prima di restituirgli la provetta ormai vuota. Fece per alzarsi dal letto ma l'uomo fu più veloce e se lo ritrovò a pochi millimetri dal suo viso con le mani sulle spalle che esercitavano una leggera pressione, si risedette immediatamente alzando lo sguardo perplessa. Lui si chinò alla sua altezza per guardarla meglio negli occhi
«Eh no, mi dispiace. Ma devi riposarti e dopo quello che hai combinato l'ultima volta: Resti qua, così posso tenerti d'occhio» Le disse mostrando un certo sorrisetto divertito alla sua espressione scioccata.
«Si, devi essere decisamente ammattito del tutto. Sono adulta e posso benissimo cavarmela da sola» disse girandosi dalla parte opposta del letto e scendendo, fece il giro ignorandolo e dirigendosi verso la porta. L'ex-serpeverde non la fermò restando a guardarla con le braccia incrociate al petto ed un fastidioso sorrisetto stampato in faccia. Aprì la porta e fece per uscire, ma si scontrò contro qualcosa di invisibile. ci poggiò la mano sopra e appurando che fosse effettivamente un muro magico. Si voltò infuriata e cercò di estrarre la propria bacchetta dai vestiti facendo la triste scoperta che purtroppo non ne era più in possesso, doveva averla sicuramente presa lui. lanciò uno sguardo assassino al biondo, che in tutta risposta si limitò ad alzare ed abbassare le spalle.
«Mi credi stupido per caso? Ormai saranno almeno 30 anni che ti conosco, sapevo che avresti reagito così» le disse ridendo.
«Draco Malfoy! Ridammi subito la mia bacchetta!» lo intimò avvicinandosi minacciosa.
«Così puoi schiantarmi e rimuovere l'incantesimo? Nemmeno per sogno. Hai bisogno di staccare e se ti lasciassi andare so per certo che non lo faresti. Non ne sei capace. Quindi, mi dispiace ma sei a riposo forzato» Si spiegò. La donna lo fissò arrabbiata, poi con un balzo felino si avventò sull'uomo. Prontamente lui l'afferrò dai polsi e ribaltò la situazione facendola cadere sul letto con il suo peso a tenerla ferma.
«Lasciami subito e ridammi la mia bacchetta» ringhio a pochi centimetri dal suo viso. l'uomo restò in silenzio a guardarla, cercò di liberarsi ma lui non si mosse finché anche lei non si calmò. Solo allora le lasciò i polsi ma ancora non si mosse da sopra a lei.
«Lo faccio per te. Sono solo un paio di giorni» le disse sistemandole i capelli lontano dal viso. Respiravano molto lentamente a pochi centimetri l'uno dall'altra. La boccetta cadde dalla tasca dell'uomo finendo sul pavimento e facendoli sobbalzare.
«Tutto bene?» chiese alla donna allontanandosi. Lei annuì e lui si tolse di dosso ricomponendosi. La donna si rimise nel letto sbuffante ed accaldata.
«Vado a prenderti qualcosa da mangiare... tu riposa» disse superando senza problemi la barriera e lasciandola sola.
Tornò in camera con un vassoio pieno di cibo, lo poggiò sulla scrivania, solo dopo si accorse della figura rannicchiata in posizione fetale nel letto che dormiva. Le si avvicinò e la coprì con la coperta. Poi si prese un cuscino e una coperta dell'armadio, li sistemò sul divano e si mise a dormire anche lui.

«No... ti prego... No...» La voce della donna che mormorava agitata nel sonno, lo svegliò.
Si alzò dal divano avvicinandosi al letto dove continuava a rigirarsi Hermione mentre dormiva.
Notò che ormai era madida di sudore, ma tremava ed era ricoperta di brividi. A forza di muoversi aveva ormai lanciato tutte le coperte a terra. Preoccupato ed indeciso sul da farsi, si mise a raccoglierle e coprirla di nuovo.
«No... Draco!» Mormorò ancora. Quando sentì il suo nome si bloccò. Si chiese cosa stava sognando, ma a giudicare da come era agitata non sembrava essere piacevole e nel sogno era compreso anche lui. Sedette accanto a lei sul bordo del letto e delicatamente le prese una mano intrecciandola con la sua.
«No!» scattò su con gli occhi sgranati, respirava a fatica e si guardava attorno spaesata, solo quando vide Malfoy sembrò calmarsi.
«Sch... Va tutto bene, non preoccuparti. Torna a dormire» le sussurrò facendola rimettere comoda, ancora spaesata dal sonno si strinse attorno alla sua mano portandolo giù con lei. Lui la seguì sdraiandosi accanto a lei che ormai già dormiva di nuovo serenamente. Lei si rannicchiò tra le sue braccia con un sorriso appena accennato, riprese a respirare profondamente.
Le passò il braccio attorno alla vita stringendola a se, come una bambina. Attese di essere sicuro che dormisse sul serio prima di provare a scostarsi leggermente ma lei lo strinse impedendoglielo, gli venne istintivo sorridere a quel gesto innocente. Alla fine si mise comodo anche lui, nascondendo il viso tra i suoi capelli ed inspirandone il profumo. Lo trovò stranamente piacevole, le sfiorò delicatamente la pelle con le dita, lasciando che con un gesto quasi automatico facessero su e giù percorrendo il braccio. Le baciò la spalla e pian piano, accompagnato da quel gesto cadde di nuovo tra le braccia di morfeo.

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