Chapter 18

315 17 0
                                    

La chiamata terminò all'improvviso e lei si sentiva più angosciata che mai, la responsabilità che le era stata data era molta e ne sentiva tutto il peso addosso.
Ma se la vita dei suoi professori dipendeva da lei, non poteva di certo tirarsi indietro.
Nascose il telefono nel mantello, si guardò attorno spaesata. Nessuno dei compagni presenti sembrava aver minimamente fatto caso alla ragazza.
Si preparò un piano di salvataggio quasi perfetto, beh... Lo sarebbe sicuramente stato se avesse trovato dove li tenevano. Ma un passo per volta, ce l'avrebbe fatta. Aveva inizio in quel momento la fase 1.
Si allontanò indisturbata, fingendosi il più naturale possibile mentre cercava di sgusciare fuori dal castello senza essere vista.
Optò per il passaggio segreto che l'avrebbe condotta ad Hogsmade, da lì sarebbe stato molto più semplice raggiungere Diagon Alley senza troppi intoppi.
Una volta raggiunta la statua della Strega Orba, nel corridoio del terzo piano si infilò nella gobba percorrendo lo scivolo di pietra che la fece sbucare nella cantina di Mielandia. Aveva scoperto quel passaggio solo due, o forse tre mesi prima per puro caso mentre cercava di nascondersi da Harris. Non voleva essere presa in giro ancora, tutto ciò che voleva era solamente stare tranquilla e così si era rifugiata proprio vicino alla statua, finendo poi per perdere l'equilibrio e cadere giù per lo scivolo. Non aveva realizzato subito cosa fosse successo e dove si trovasse, solo che non si trovava più nella sua scuola per quanto incredibile fosse. Mai avrebbe pensato che quella scoperta le sarebbe tornata utile per salvare la vita ai suoi professori.
Scivolò nella penombra delle case fino a raggiungere un punto dove sapeva si potessero prendere le scope in prestito, una specie di bike-sharing del mondo magico. Anche se pensava che 3 galeoni all'ora fosse un furto legalizzato, ne prese una e si diresse a tutta velocità a Diagon Alley.
Trovare il negozio dei Tiri vispi Weasley non fu per niente difficile, i colori sgargianti del locale spiccavano in mezzo a tutti gli altri.
La musica, le luci e i coriandoli rendevano quel posto una delle cose più allegre che avesse mai visto. Ci mise ancora meno ad individuare il proprietario, George Weasley era uno degli eroi della guerra magica tra i più conosciuti. Stava sistemando delle scatole di frisbee zannuti sullo scaffale in fondo al negozio.
«Signor Weasley? Sono Jessica, le devo parlare» lo chiamò avvicinandosi. L'uomo si voltò dalla cima della scala a pioli sulla quale si trovava.
«Il signor Weasley è mio padre, non sono così vecchio: dammi del tu e chiamami George.
Allora ragazzina, cosa ti serve? Pasticche vomitose, merendine marinare o forse una puffola pigmea?» disse saltando giù. Ed appoggiandosi elegantemente allo scaffale con le braccia conserte.
«No... A dir la verità sono qui per la Professoressa Granger» disse guardandosi attorno e sperando che nessuno la potesse sentire. L'uomo strabuzzò immediatamente gli occhi e scatto a schiena dritta.
«Cosa hai detto?» chiese incredulo prendendo la ragazza per la spalla e portandola nel retrobottega. Un posto un po' angusto, pieno zeppo di scatoloni e cianfrusaglie.
«È in pericolo» rispose cercando di fargli capire l'urgenza della situazione. Il rosso non reagì esattamente come si sarebbe aspettata visto che in una frazione di secondo si ritrovò contro il muro con il braccio che le premeva sulla trachea.
«Cosa le è successo? Per chi lavori? Ti ha mandato Malfoy? È stato lui?! Se le ha fatto del male...» ringhiò sul viso della ragazzina. Qualcosa scattò in lei in quel momento, un istinto di sopravvivenza che nemmeno sapeva di avere, una rabbia repressa per troppo tempo. Il suo ginocchio scattò verso l'inguine dell'uomo che non appena venne colpito si piegò per il dolore. Lo spinse via ed estrasse la bacchetta puntandogliela contro.
«Mi ha mandata la professoressa Granger. Il professor Malfoy è insieme a lei.
Al telefono hanno detto che avevano poco tempo. Penso siano stati rapiti.
Malfoy mi aveva chiesto di spiare per suo conto il professor Wonder, non mi ha detto cosa cercare. Solo che era uno pericoloso. L'ho sentito parlare con una bionda che non avevo mai visto a scuola, ho provato a seguirli ma li ho presi una volta arrivati nei sotterranei.
La professoressa mi ha detto di venire qui e raccontarti tutto, dunque eccomi qua. E se evitassi di cercare di uccidermi un altra volta, lo apprezzerei» spiegò la ragazza guardando l'uomo raddrizzarsi.
«Hai fegato per essere una serpeverde, ragazzina. Mi piaci.
Se quello che dici è vero, è meglio che da ora in poi, ne resti fuori. Torna alla tua solita vita e fingi che non sia mai successo. Chiunque tocchi mia sorella, se la vedrà con tutta la famiglia» disse lui estraendo la bacchetta, in pochi secondi venne disarmato da un expelliarmus.
«Non ci pensare nemmeno. Sono miei professori, non me ne starò con le mani in mano. E non ti offendere ma se non ti hanno coinvolto prima, forse è perché volevano tenere la famiglia fuori dai guai.» gli fece notare sventolandogli la sua bacchetta davanti.
«Ti ho sottovalutata ragazzina» ridacchiò l'uomo davanti a tale spavalderia inaspettata.
«Oh lo fanno in molti, non ti preoccupare. Sono la classica studentessa "è intelligente ma non si applica"» mimò le virgolette alzando gli occhi al cielo.
«Va bene, quale sarebbe il tuo piano?» le chiese sinceramente incuriosito. Lei sorrise in modo inquietante prima di estrarre una fialetta dalla tasca della toga e lanciarla all'uomo confuso.
«Cosa dovrei farci con questi?» chiese guardando il ciuffetto di capelli blu attraverso il vetro.
«Se avessero avvertito qualcun altro dei loro sospetti, non sarei qui. Vuol dire che probabilmente sospettavano ci fosse una talpa a scuola. Quindi nessuno dovrà vederti indagare all'interno del castello. Con quelli sarai un tranquillo Tassorosso del quinto anno che si aggira per i corridoi della scuola. Io non posso accedere ai dormitori degli insegnanti, ma tu sei più che maggiorenne. Non avrai alcun problema» disse prendendo comodamente posto su una sedia. Lui la guardò e sorrise. Doveva ammettere che era una buona idea.
«Come fai a sapere che non sbucherà all'improvviso trovandosi un altro sè stesso di fronte?» chiese riferendosi al proprietario dei capelli che aveva in mano.
«È in punizione per una rissa, starà tutto il giorno con Hagrid nella foresta proibita» spiegò.
«Non posso credere a quello che sto per dire... E sia. Andiamo» disse rassegnato, in fondo non aveva pensato ad un piano migliore.

Inside UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora