Capitolo 17: dichiarazioni

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Appoggio i gomiti al davanzale e lascio vagare i pensieri

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Appoggio i gomiti al davanzale e lascio vagare i pensieri. Miliardi di parole, di suoni, di sensazioni, di attimi si mescolano appena sono riportati alla mente; ma di uno solo il ricordo è vivido: le parole che mi hai detto pochi minuti fa. Mi raggiungi alla finestra ed insieme guardiamo la luna, così lontana, così fredda, e sento che dopotutto lei lo sapeva già: sei riuscito a capirmi ancora una volta. Ed io sono riuscita ad amarti più di prima.



- Allora, perchè Piper ha urlato? - domandi nervoso. So perfettamente che lo sai già, ma di certo ne vuoi la conferma. - Ti prego, dimmelo, Char! - aggiungi.

- Mi prometti che non ti arrabbierai? - domando. Ho paura delle conseguenze della mia azione avventata.

- Certo! Dimmelo, però! - mi supplichi. Non sarebbe giusto mentirti riguardo al bacio, ed oltre a ciò, non crederesti mai ad una mia bugia: mi conosci troppo bene.

- Hai presente che stamattina ti sei addormentato in camera mia? - inizio, ma fatico a trovare le parole giuste. - Ecco, mi sono svegliata e mi sono accorta che la tua mano teneva la mia... -

Alzo lo sguardo per incontrare i tuoi occhi e colgo un accenno di cipiglio e sorpresa nel tuo sguardo.

- Davvero? - domandi stranito.

- Non è stata colpa mia... - cerco di giustificarmi. Il tuo atteggiamento confuso mi mette in imbarazzo. Resti per qualche secondo a guardarmi, per poi improvvisamente cambiare espressione.

- Lo so, non è stata colpa tua. - dici lasciandoci entrambi stupiti: tu delle tue stesse parole, io del fatto che in qualche modo mi nascondi qualcosa.

- Come, scusa? - ti chiedo. Il cuore inizia a battermi forte mentre nell'anima un pensiero mi riempie di speranza.

- Sono stato io a tenerti per mano. - Abbassi lo sguardo ed entrambi arrossiamo. - Non so perché, ma ti ho sognata. - ammetti imbarazzato, per poi riscuoterti. - Comunque, cosa c'entra questo con Piper? - domandi, tentando di sviare la conversazione.

- Mi hai fatto tenerezza e... - esito - Bhe, sai che mi piaci, tu cosa avresti fatto al mio posto? - ti domando nervosa.

- Io... non lo posso immaginare, ma credo che mi sarei fermato a guardarti. Ti avrei sorriso. Non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione come quella, ma immagino che non mi sarei sentito imbarazzato: non mi avresti potuto vedere ne scoprire. Forse avrei vinto i sensi di colpa e ti avrei baciata. - parli più a te stesso che a me, ma scandisci ogni parola guardandomi negli occhi. Non so cosa dire, non riesco a muovermi ne a respirare.

- Char, io non so cosa voglia dire amare qualcuno come mi ami tu. Non ho mai nemmeno provato a scoprirlo. Il fatto è che tu riesci ad essere dolce e timida e meravigliosa e fragile e... mi chiedo davvero come non riesca a vederti come più di un'amica. Sai, a volte vorrei impormi di amarti, di donarti tutto l'amore che meriti, ma qualcosa in me mi dice che non ha senso. - resto muta, attirata ma allo stesso tempo spaventata dalle tue parole. - Non ha senso amare una persona che vive l'amore stesso in modo diverso da me. Potrei cercare di amarla, di ricambiare, ma non ci riuscirei a pieno e finirei per ferirla. Finirei per ferirti, ancora. -

Le tue parole riescono inaspettatamente ad incoraggiarmi e provo a rispondere. Non mi sono mai dichiarata apertamente, ho sempre tentato di nascondermi, di non arrivare al confronto diretto. Ho sempre scritto, ricontrollato, corretto e infine consegnato i miei pensieri a te. Ora tutto ciò che dirò ti, ci colpirà subito, inevitabilmente.

- Bhe, Henry, sai perchè ti amo? Perché sei speciale, perché mi sei sempre stato accanto, perché sai consolarmi e farmi ridere, perché con te riesco ad essere me stessa, perché sei dolce e sei l'unico che riesca sempre a capirmi, perché mi proteggi, non solo dalle minacce che combatti come Kid Danger, ma anche da me stessa, dai miei pensieri e dalle mie paure. Se non ho più paura di te, di me, dei tuoi pensieri, è solo grazie a te. Ti amo perché sei meraviglioso. Sono fortunata ad amarti. Non è vero che non saresti abbastanza per me, forse è il contrario. Hai ragione, come potresti amarmi? Come potresti starmi vicino superando i miei difetti, la mia timidezza, la mia vigliaccheria. Henry, io avevo PAURA di dichiararmi, avevo PAURA. Non avrei saputo affrontarti. Sono io troppo piccola per questo amore. Troppo immatura, troppo codarda. Sono io che non merito nè te nè ciò che provo. -

Mentre parlo spalanchi gli occhi di meraviglia senza dire una parola. Non so cosa pensi, ma non mi importa. Per ora tutto ciò che provo è amore e soddisfazione: sono riuscita a vincere una volta per tutte le mie paure affrontando la più grande: il confronto con te.

Ti avvicini e mi abbracci spezzando il silenzio che si era creato tra noi. Non un silenzio di tensione, ma di comprensione. Non un silenzio di ansia, ma di tranquillità. Quel silenzio avrebbe potuto significare tutto e niente, ma non ci ho pensato nemmeno. Mi sono limitata a guardarti negli occhi ed a sentirmi viva. A sentirmi noi.

- Char, ti voglio bene. Sei la ragazza più coraggiosa che conosca. - 

- Henry, ti amo. Sei il ragazzo più dolce che abbia mai incontrato. - rispondo. Non sono mai stata più felice di così.



Ti avvicini a me e mi cingi la vita con un braccio. Il buio ci avvolge e mi fa sentire al sicuro. L'albero di pesco lascia ondeggiare i rami cullati dal vento fresco. I petali caduti hanno lasciato il posto ad una coltre d'erba verde chiara.

- Dovremmo fare un pic-nic prima o poi, vero Char? - domandi.

- Sarebbe meraviglioso -

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Ciao gentee!

Sono tornata!

Questo è per ora il mio capitolo preferito in assoluto, ed invece qual'è il vostro?

L'altro ieri ho pubblicato la Prefazione, la prima parte del testo che apre una finestra sul futuro, rivelando lo scopo di questo libro secondo Charlotte. Non è obbligatoria la lettura, vi consiglio però di darci un'occhiata in vista del sequel, dove si riprenderà lo stesso tema.

Ciaoo a tutti!

😘😘😘💗💗💗

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|| Non avere paura || Chenry - dialogo primoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora