Capitolo 12: scappare

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Goccie leggere mi bagnano il capo, mentre odo dei passi avvicinarsi

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Goccie leggere mi bagnano il capo, mentre odo dei passi avvicinarsi. E' da quattro ore che mi telefoni senza ricevere risposta: devi essere venuto a cercarmi dato che non è da te lasciarmi sola in una situazione simile, ma per il momento non voglio essere trovata; rivederti non farebbe altro che risollevare il velo che ormai mi copre l'anima e risvegliare il dolore e la paura.


La vista si sfoca, mentre rileggo le poche righe che mi hai lasciato stasera prima di andartene via, calpestando gli ultimi frammenti di speranza che rimanevano.

"Char, penso sia tu la mittente. Non so se ti farò leggere queste righe: mi devo ancora assicurare che lo sia davvero. Sono tuo amico, e non voglio vederti ferita, ma non posso mentirti: mi dispiace che sia stata tu a scrivermi la prima lettera. Scoprire i tuoi sentimenti per me mi ha davvero scosso; non me lo sarei mai immaginato. Penso che dovresti prenderti una pausa dal Junk'n Stuff, è l'unico modo che abbiamo per recuperare i rapporti

Henry"

Non posso alzarmi ed affrontare le tue parole; ne uscirei distrutta; ma non posso nemmeno restare ferma qui ad aspettare che domani tu ti dimentichi che io sono la mittente. L'unica scelta che ho è prendere una pausa.

Prendere una pausa dal mio amore, dalle lettere, dalla vita che proseguirà, da te.

Poggio le mani al marmo freddo della finestra ed alzo lo sguardo all'albero ormai sfiorito nel giardino. Gracile e freddo tenta invano di sottrarsi all'oscurità sinistra che aleggia nella notte.

Presa dalla paura improvvisa che tu possa tornare per parlarmi, afferro la cartella e scavalco il davanzale correndo verso il cancello.

Ogni passo che compio mi ricorda te, le nostre serate, le tue dolci parole. Ogni passo che compio è un colpo al cuore: so che dovrei restare a casa, ma non riesco a sopportare l'idea di incontrarti di nuovo, domani. Non sopporto l'idea di essere vista come d'intralcio, perchè dopotutto è così che ormai mi riconosci.

Lo sguardo tenta di discernere le forme della strada nel buio, mentre tutto mi ricorda te.

Ormai nulla può fermare il mio incedere veloce, nemmeno il mio volere.

Forse domani tornerò a casa, per ora voglio solo vagare cercando di ritrovarmi. Per favore, non cercarmi.


I passi si fanno sempre più vicini, posso sentirne aumentare la cadenza: hai iniziato a correre. Correre verso di me. Raggiungermi. Ho paura.

Stringo le braccia attorno alle ginocchia, serro gli occhi in attesa di udire la tua voce.

Accovacciata contro il freddo marmo, inizio a sentire freddo.

Consapevole di esserti prossima, mi sento gelare.

- Char? - la tua voce rompe il silenzio. Mi rifiuto di guardarti, forse per orgoglio; ma posso distinguere l'immagine del tuo viso inquieto risaltante nel buio della mente.

- Vieni, ti riporto a casa. - continui. Non posso nascondere il battito del mio cuore. Mi hai risvegliata dal gelo. Mi hai trovata. Non posso nascondere il mio grande amore per te.

Alzo gli occhi e ti vedo. Mi accorgo che mi sei mancato da morire in queste ore: cercare di dimenticarti fa più male che pensarti.

- Per favore, alzati... - la tua voce è un ricordo agrodolce dei giorni passati.

Odo i tuoi passi avvicinarsi sempre di più, e mentre rabbrividisco al tocco della tua mano sul mio braccio ancora umido, apro gli occhi e ti guardo. Non mi hai abbandonata.

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Ciao gentee!

Questa storia è stata recensita da @Pantheidi che l'ha considerata idonea per la lista di Poseidone!

Grazie a tutti voi che state leggendo questo capitolo, se state scrivendo una storia vi propongo di passare dal mio servizio di recensioni "la Pizia", dove vi darò pareri e suggerimenti per migliorarla!

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Se notate errori nella mia storia o volete chiedermi precisazioni, non esitate a scrivere nei commenti!

Aiutatemi ad arrivare a 1111 visualizzazioni, al prossimo aggiornamento!

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