Henry, ragazzo e supereroe della città statunitense di Swellview, riceve una dichiarazione anonima il giorno di san Valentino tramite la Posta del Cuore della sua scuola.
Attratto dalle parole di una ragazza che dice essere innamorata di lui, cerca...
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Uscendo di casa la dolce brezza primaverile allieta il primo mattino e porta la mente al ricordo della serata di ieri e del tuo bacio.
Non mi sarei mai aspettata un'azione del genere da parte tua, ed ancora non riesco a capacitarmi di come la ricerca della mittente ci abbia avvicinati.
La fermata del pullman è proprio davanti a casa mia, e mi siedo subito alla panchina, sperando di scorgere presto il "catorcio", come lo chiamiamo noi, arrancare su e giù per la strada accidentata, seguendo il percorso abituale.
Sono un po' nervosa per il fatto che molto probabilmente oggi mi lascerai un indizio scritto sul banco, e non so davvero cosa aspettarmi.
Il catorcio tenta di frenare sferragliando, ed un fastidioso rumore mi rompe i timpani. Le porte si aprono cigolando tremendamente, mentre salendo gli scalini lancio un'occhiata al conducente
- maledetta carretta - sbraita. In effetti non ha tutti i torti.
- quando hanno intenzione di comprarne uno nuovo? - chiedo, riferendomi al pullman.
- quando mio nipote andrà in pensione - risponde l'autista. E' abbastanza evidente come il comune non dedichi ricchi fondi ai trasporti scolastici.
- mi dispia... - aggiungo io, prima che il tuo braccio mi trascini a sedere.
- ciao Char, devo chiederti un parere importante -
- Henry, ma ti sembra il modo? - ribatto, fortemente infastidita
- Oggi è davvero strano - dice una voce dietro di noi. Mi volto e vedo Piper, che mi fissa come sempre con aria di presunta superiorità.
- Sempre allegra, vero sorellina? - scherzi tu.
- comunque, cosa mi dovevi dire? - ti domando, un po' impaziente. Inizio a pensare che il consiglio che ti devo dare riguardi ciò che devi scrivere sul banco.
- non ora, a scuola... - rispondi, indicando tua sorella, ora impegnata a scattarsi un selfie.
- ok -
- intanto leggi questo - mi dici, porgendomi il telefono.
Ciao, mittente, sono restato davvero stupito della tua lettera e ti sto cercando. Penso sempre più a te e a ciò che mi hai dedicato; mi dispiace tanto di non essermi accorto prima del sentimenti che provi per me. Se mai scoprissi chi sei, sappi che non ti allontanerò, nè ti riterrò invadente, e neppure smetterò di esserti amico. Ti prego, continua a scrivermi, perchè ogni tua parola, in un modo anche a me sconosciuto, allieta le mie giornate. Henry.
E' bellissima, non ho parole. Per me sarebbe strano avere un amico innamorato di me, ma per te è diverso: riesci a non respingermi, anzi, ad accettarmi. Sei meraviglioso.
- è bellissima - ti dico, restituendoti il telefono.
- secondo te risponderà? - mi chiedi, un po' in imbarazzo
- certamente - rispondo, sorridendoti sincera. - allora, come hai intenzione di fargliela leggere? - aggiungo, parlando piano, notando tua sorella dietro di noi. Vorrei davvero saperlo.
- la copierò sul banco prima dell'intervallo, così la mittente avrà il tempo di leggerla e scrivere un indizio o una risposta - rispondi sussurrando.
- ok - approvo io, parlando ancora più piano, in fare ironico.
Entrambi scoppiamo a ridere, coprendo addirittura lo scricchiolare del catorcio, che sta letteralmente saltando un dosso. La nostra fermata è la prossima, e dobbiamo iniziare a prepararci.
- hai eliminato qualcuno dalla "lista dei sospettati"? - ti chiedo
- non ne ho idea, ma oggi all'intervallo escluderemo tutte coloro che non entreranno nella classe - rispondi
- hai ragione - Cavolo, cavolo, cavolo. Ora come faccio a non essere scoperta? Devo trovare il modo di non farmi notare mentre ti scrivo la risposta... Trovato! Ti lascerò un biglietto mentre uscirò dalla classe ad inizio intervallo!
