Capitolo 20: pic-nic

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Ieri sera te ne sei andato via molto tardi, siamo restati a parlare di Piper e della sua esagerata curiosità

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Ieri sera te ne sei andato via molto tardi, siamo restati a parlare di Piper e della sua esagerata curiosità. La cosa più giusta fa fare sarebbe inscenare un litigio sotto i suoi occhi che ci farebbe abbandonare la relazione, ma entrambi abbiamo deciso di lasciar perdere, prima o poi smetterà di farci domande (spero).

- Allora, Char... sei pronta? - domandi aspettando fuori dalla porta di camera mia.

- Arrivo subito, dammi solo un secondo! - forse è la centesima volta che ti ripeto le stesse parole, infatti sbuffi esasperato. - Non è colpa mia se sei arrivato in anticipo di mezzora! - aggiungo ridendo. Quando hai suonato al campanello di casa mia sono andata in panico: mi avevi detto che ci saremmo incontrati nel giardino di casa mia alle undici, ma non hai per niente rispettato gli orari.

Indosso il vestito rosso per le occasioni e finalmente mi guardo allo specchio. Ripercorro con la mente ogni attimo della sera appena passata, mentre tento di sistemare un ciuffo ribelle dietro all'orecchio. Sul mio volto si dipinge un sorriso: finalmente sto per uscire con te. Ovviamente siamo solo amici, ovviamente è solo per un pic-nic nel giardino di casa, ma la tua proposta mi scalda ugualmente il cuore.

Improvvisamente gli occhi cadono sull'abito che indosso: il vestito rosso che ho scelto per l'occasione mette in imbarazzo anche il mio riflesso attraverso il vetro: mi chiedo se non sarebbe meglio presentarmi con i miei soliti abiti. Afferro i vestiti normali e mi appresto ad andare in bagno per cambiarmi di nuovo, stupendomi di non aver ancora sentito un'altra protesta da parte tua.

- Henry, dammi un minuto, ok? - domando, senza però ricevere risposta. - Henry? -

Resto interdetta: te ne sarai andato? Avrò impiegato troppo? Mi vorrai fare una sorpresa? Oppure ti sei stancato di me?

Una folata di vento mi riscuote dai miei pensieri, mentre scuotendo la testa torno in me: è impossibile che tu te ne sia andato solo per questo. Non ricordavo di aver lasciato aperta la finestra: lascio la maniglia del bagno e mi volto.

- Char, sono qui! Char? - domandi da sotto il balcone. Probabilmente, esasperato, hai pensato che fosse meglio entrare nella mia stanza alla tua maniera. - Scendi o no? Ho aperto la finestra ma mi sono ricordato che nella stanza c'eri tu. - Nella tua voce leggo una punta di imbarazzo.

- No, no. Dammi un secondo... - Forse è meglio che prima mi cambi: non voglio che mi vedi così; non so cosa potresti pensare di me.

- Dai, quando sarai pronta? All'una di notte? - Hai ragione.

- E va bene, arrivo! - Mi arrendo e corro verso la finestra. Appoggiando le mani al freddo davanzale per un secondo ricordo la sera in cui sono scappata, il momento in cui mi hai ritrovata, alla tua corsa verso casa.

Dopo essermi seduta alla finestra lascio scivolare i piedi a terra, sulle mattonelle bianche che separano il giardino dalla casa, e mi rialzo.

- Non ho fatto in tempo a cambiarmi, scusa... - Cerco di giustificarmi, ma le parole mi muoiono in gola mentre alzando lo sguardo dal suolo incontro i tuoi occhi color nocciola come non li ho mai visti. Un sorriso ti adorna il volto. Mentre ancora cerco di dare interpretazione al tuo atteggiamento, mi sorprendi con un fare strano... quasi incerto.

- Bhe, allora dovremmo andare... Intendo dire, non importa come sei vestita... Cioè... Stai benissimo. - sospiri e scoppi a ridere - Ok, ci rinuncio! - Concludi alzando le mani al cielo in segno di resa.

Ridendo vado a sedermi sulla coperta che hai steso sotto il pesco. Alzando lo sguardo verso il cielo mi perdo nel turbinare delle nuvole, nel volo degli uccelli, nell'immensa volta celeste che mi fa sentire piccola ed impotente, debole ma protetta. Attratta dallo stormire dei rami di pesco, lascio vagare lo sguardo tra le verdi fronde ricordando la fredda luna ed i fiori ormai caduti in quella notte di tempesta. Sorrido: non sono altro che brutti ricordi.

Mi lascio cadere sull'erba socchiudendo gli occhi alla luce del sole e portando un braccio dietro la testa. Raggi di sole fanno capolino tra i rami mossi dal vento. Si respira finalmente aria di primavera.

Ricordo le nostre corse in giardino, i nostri giochi e le nostre risate. E' meraviglioso poter ripercorrere con la mente tutti i ricordi della nostra infanzia. Siamo stati da sempre collegati, in qualche modo. Uniti non solo dal presente, ma anche dal passato.

Improvvisamente la tua mano tocca la mia. Per la prima volta nella mia vita non ritorno al presente, ma lascio che la mente continui a viaggiare nel passato parallelamente al momento che sto vivendo. La tua mano si unisce alla mia e ricambio la tua stretta.

- Char, ti vorrei consegnare una lettera, l'ho scritta io un po' di tempo fa. - volto la testa verso di te lasciando che i miei occhi si perdano nell'infinito dei tuoi. - Anche se ora non sono più molto convinto degli ultimi versi. - Concludi imbarazzato. Chissà cosa avrai scritto, magari è una risposta alle mie lettere.

- Sarà bellissima, ne sono sicura - Rispondo sorridendo, per poi tornare a chiudere gli occhi. L'immagine del tuo sguardo e le tue ultime parole mi restano impresse nella mente.

"Ora non sono più convinto degli ultimi versi."

- Char? -

- Sì? -

- Ti voglio bene. -

 -

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