Capitolo 7: flashback e timori

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Seduta alla scrivania, non posso fare altro che pensarti, come sempre: tra poco probabilmente ti vedrò saltare la recinzione, correre sotto il pesco illuminato soltanto dalla tremolante luce delle stelle, fare capolino alla finestra e finalmente p...

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Seduta alla scrivania, non posso fare altro che pensarti, come sempre: tra poco probabilmente ti vedrò saltare la recinzione, correre sotto il pesco illuminato soltanto dalla tremolante luce delle stelle, fare capolino alla finestra e finalmente parlarmi. Do un'occhiata al computer, che mi affretto a spegnere, e noto un pezzo di carta scribacchiato in fretta.

Mi rigiro il foglio tra le mani, mentre qualche ricciolo bruno tenta di cadere sul mio viso turbato; ricordo perfettamente la provenienza di quelle frasi: il pomeriggio in cui abbiamo iniziato le indagini, qualche giorno fa, me lo hai lasciato in camera tua prima di scappare a salvare l'uomo chiuso nell'ascensore, Ray, ossia il trentacinquenne celato dietro la maschera di Capitan Man.

Mi domando ancora come potevi sapere dell'incidente, come d'altronde non avresti dovuto sentire il bisogno, la sera del giorno prima di san Valentino, di controllare il mio computer.

Mi sento determinata a scoprire il tuo segreto: la faccenda si sta facendo alquanto interessante. Improvvisamente ricordo la mattinata di oggi ed i rischi che ho corso per poter dare risposta alle frasi che ti ho visto scrivere sul banco.


Tra pochi minuti la campanella più attesa della mattinata regalerà dieci minuti di serena ricreazione agli studenti, ma io, chiusa nel bagno della scuola da più di un quarto d'ora, temo ed aspetto in un misto di ansia e trepidazione il secondo in cui i tuoi occhi incontreranno il foglio su cui ho appena finito di trascrivere i miei intricati pensieri. Prima di uscire dalla classe ti ho visto mentre firmavi il tuo messaggio, per poi riporre la matita nell'astuccio e , "apportando qualche modifica", come tu stesso mi hai riferito, al testo che la mattina mi avevi letto sul pullman.

- prenderò nota di ogni ragazza che entrerà nella classe, anche solo per qualche secondo - mi hai detto prima di essere interrotto dalla profe che mi concedeva di uscire per andare in bagno.

Nascondendo una biro ed un post-it nella tasca della felpa, mi sono affrettata ad uscire dalla classe per recarmi ai servizi.

Ed ti ho scritto. 

Ho cercato di cammuffare la calligrafia, e credo di averlo fatto discretamente, ma se mai dovessi scoprirmi, non saprei che fare.

Non so la reazione che avrei al venire a conoscenza di essere stata smascherata. Non so che reazione avresti nello scoprirmi. Non so nemmeno se hai qualche sospetto su di me. Non so davvero da che parte iniziare a preoccuparmi, anche se in realtà incomincio ad avere paura.

Non intendo quella paura misto indecisione che accomuna tutti coloro che amano, la mia è un'emozione più profonda, quasi terrore. Ho iniziato a maturarla rileggendo le parole del post-it per l'ennesima volta, ed ora è qui, per chiedermi di fare i conti.

In qualche modo, capisco che forse non dovrei espormi così tanto al tuo sguardo vigile.


Alzo gli occhi dal foglio dove hai scritto il tuo messaggio e sblocco il telefono. In galleria trovo l'immagine che mi hai inviato qualche ora fa.

La tua scrittura: la riconoscere ogni dove: chiara e corsiva, stilizzata ma con una nota di quasi impercettibile dolcezza.

"Ciao, mittente, sono restato davvero stupito della tua lettera e ti sto cercando. Penso sempre più a te e a ciò che mi hai dedicato; mi dispiace tanto di non essermi accorto prima del sentimenti che provi per me. Non smetterò mai di esserti amico. Ogni tua parola ti rende sempre più vicina. Henry."

- non smetterò mai di esserti amico - ripeto confusa tra me e me, prima di sospirare mestamente.

- ogni tua parola... - trasalisco e mi volto verso di te - ... ti rende sempre più vicina - completi avvicinandoti.

- ciao Hen... Kid - ti saluto, riscuotendomi dal torpore che mi aveva avvolta e correggendomi di colpo. Sorrido al ricordo della notte prima di san Valentino, quando nessun'incertezza mi attanagliava il cuore, e l'unica mia preoccupazione era attenermi al piano per l'indomani.

- hey, Char! - dici - ti va di rileggere la lettera post-it con me? - 

- ok - rispondo, e mi porgi il foglietto segretamente noto. Mi fingo stupita, mentre con tono sopreso ti domando: - aspetta, cosa? Una lettera post-it? -

- esatto... Dai, ora leggi - mi inciti

- subito - rispondo, prima di dare uno sguardo veloce al biglietto

- hai qualche vaga idea di chi possa averlo scritto? - ti domando

- si, ce l'ho - rispondi. Ho l'impressione che i tuoi occhi stiano scavando nel profondo del mio cuore in cerca della verità, ma forse è solo la paura di essere scoperta. Di non essere ritenuta all'altezza di te.

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Ciao gentee!

Dopo due giorni davvero impegnativi sono riuscita a regalarvi un nuovo capitolo.

Sono allo stesso tempo felice ed orgogliosa del numero crescente di visualizzazioni che mi state donando: ve ne sono davvero grata ❤

Grazie mille delle 300 visite, pero questo libro continui ad essere degno della vostra attenzione...

A proposito, credete che Henry abbia scoperto la nostra amata Char? Fatemi sapere nei commenti

Ciaooo ed al prossimo capitolo


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