Capitolo 13

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Era sabato, mi alzai un po' più lentamente rispetto al solito, alle 10 sarebbe venuta Carol per ripassare matematica e di pomeriggio...Maicol.
Feci una doccia e misi una tuta per rimanere comoda, poi scesi di sotto.

<Ciao zia>
<Ciao Jenny! Ti ho lasciato sul tavolo il latte, in dispensa ci sono dei cereali>
<Grazie, oggi vengono due miei compagni di classe per studiare, te lo ricordi?>
<Si certo! Volevo conoscere la tua amica ma devo correre al lavoro, ci vediamo questa sera e salutami Maicol!>
<O-okay, ciao>

Feci colazione e mezz'oretta dopo tornai in camera e preparai il necessario per il ripasso, portai giù tutto e risalii sentendo il telefono squillare.
<Cos'hai dimenticato zia?>
<Tesoro...sono io>

Mamma?

<Mamma> sussurrai
<Ciao amore, scusami se non ti avevamo più chiamato, la linea telefonica qui è pessima>
Rimasi in silenzio, non sapevo cosa rispondere
<Ci manchi tantissimo amore, c'è anche papà qui, aspetta...metto in vivavoce>
La voce di mio padre riempì l'aria <ecco! Jenny mi senti?>
<Si ti sento papà>
<Come stai?>
<Bene...> Stavo bene?
<Quando tornate?> sussurrai
<Non lo sappiamo tesoro, se lasciamo adesso il lavoro qui mandiamo l'azienda al fallimento>
<E una delle aziende è più importante di vostra figlia?> esclamai in tono brusco
<Ma assolutamente no! Non pensarlo assolutamente, tu sei la nostra vita!>
<La vostra vita? Non ci siete mai...lo sapete come sta andando dalla zia? Se ho amiche? Se ho...un fidanzato?
<Hai un fidanzato?> esclamò mio padre
<No! Era un modo di dire, non è questo il punto!>
<Amore calmati...>
<Se mi volete bene...tornate da me, non ve lo chiederò una seconda volta>
Chiusi la chiamata e mi buttai sul letto, scoppiai in un pianto liberatorio.

Poco dopo il campanello ruppe il silenzio, andai ad aprire a Carol, avevo ancora gli occhi lucidi e la faccia sbattuta.
<Jenny. Stai bene?>
<Si...si sto bene, entra pure>

Ci sedemmo e presi il libro di matematica.
<Scusa se insisto...ma... non hai la faccia di una che sta bene>
<Ho appena terminato una chiamata con i miei genitori>
<Oh...è successo qualcosa di grave?>
<No...loro continuano a tenere lo stesso comportamento di sempre, li ho sempre visti poco, lavorano all'estero, gestiscono diverse aziende in giro per il mondo e io...non li vedo mai> sospirai prima di riprendere a parlare, Carol teneva una mano sulla mia con fare rassicurante, incoraggiandomi con gli occhi <...oggi gli ho dato un ultimatum, se veramente tengono a me come dicono...allora torneranno da me, altrimenti con loro avrò chiuso>

Carol ci pensò su un attimo prima di parlare <Sai...l'altro giorno...ti ricordi quando mia mamma entrò in salotto?>
<Si, certo>
<Ecco...io non volevo che tu la vedessi perchè avresti capito subito che qualcosa  non andava...>
La lasciai proseguire, attenta alle sue parole.
<...lei è depressa, sto cercando di farla uscire da questa situazione, non da sola ovviamente, ci sta aiutando uno specialista...ha perso la gioia di vivere a causa di mio padre, lui la annientava, sia fisicamente che psicologicamente, io quand'ero piccola venivo chiusa in camera mia perchè non sentissi e soprattutto vedessi quello che accadeva, fu li che imparai ad usare le forcine per uscire> mi sorrise debolmente

L'armadietto...ecco come aveva imparato...

<Poi un giorno mia madre si ribellò, lo mise alla porta, da quel giorno non l'abbiamo più visto...per fortuna. Quello che sto cercando di dire Jenny, è che forse i tuoi genitori non saranno i migliori al mondo, però...io penso che potreste sempre ancora trovare uno spiraglio di luce...a differenza della mia famiglia>

Quando finì di parlare mi accorsi di essere di nuovo in lacrime...
<Oh Carol, non ne avevo idea, mi dispiace così tanto>
La strinsi in un abbraccio, la sentii vicino a me, due cuori a tempo, forse spezzati dalla vita ma pur sempre pronti a ricominciare a lottare.

<Carol...anche tu troverai il tuo spiraglio di luce>

SPAZIO PICNIC ⭐️

Cosa ne pensate dei genitori di Jenny e della confessione di Carol?
Il prossimo capitolo sarà pieno di emozioni! Preparatevi :D

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