EREN P.O.V.
Le sue labbra furono sulle mie in un attimo, dolci, delicate, e allo stesso tempo passionali di quell'amore che entrambi provavamo per l'altro.
Gli misi una mano fra i capelli per attirarlo a me un po' di più, non volevo più sentirlo distante come l'angelo che mi sbatté in prigione, volevo sentirlo vicino.Entrambi sapevamo che nessuno dei due avrebbe mai tradito l'altro: un demone non tradisce, perché arde di desiderio e gelosia per il proprio compagno; un angelo non tradisce, perché rispetta e si prende cura del proprio compagno, ed entrambi lo fanno a costo di morire.
Comunque ero pur sempre un demone, e quei bacetti casti e puri non mi bastavano.
Gli salii a cavalcioni e lo strinsi ancora di più a me, muovendo le orecchie e la coda per la felicità di quel momento.
Gli accarezzai i capelli, il viso, le spalle, il petto e la schiena.
Tutto ciò che avevo sotto le dita delle mani era mio.Se solo me lo avesse permesso, gli avrei marchiato ogni zona del suo corpo, avrei imposto il mio possesso su di lui.
Ma lui era un angelo, non me lo avrebbe mai lasciato fare.
Eravamo così diversi, eppure così adatti per completarci a vicenda.Quando ci allontanammo non esagero a dire che sentii l'aria mancare e per un attimo mi sentii perso.
Lo guardai negli occhi e mi morsi il labbro, volendo di più da lui.
Cercai di approfondire il bacio, picchiettando la mia lingua sulle sue labbra e gliela infilai in bocca, cercando subito la sua.Si allontanò, guardandomi e accarezzandomi il viso subito dopo.
"Vacci piano, mocciosetto"
"Mmh..." mugugnai, posandomi sulla sua spalla e sentendolo stringermi a lui.
"Amo il tuo odore" mormorò. "E amo-" fece per continuare, ma lo interruppi.
"Non continuare, ti prego. Potrei vomitarti sulla spalla""Che schifo, Eren." risi appena a quel commento e mi alzai, seguito subito dopo da lui.
"Mi accompagni a casa?"
"Sì"Tornammo giù all'Inferno e mi accompagnò davanti la porta della mia stanza.
Mi girai e prima che potesse salutarmi gli gettai le braccia al collo e lo baciai con passione.
Mi allontanai, sorridendo furbo per essere riuscito ad infilargli di nuovo la lingua in bocca e lo salutai.
"Ciao, moccioso" si girò e si allontanò in volo.Mi girai e prima che potessi entrare una voce mi fermò.
"Dritti al punto, eh" mi affacciai vedendo il Maestro entrare nello studio dopo quella battuta.
Feci capolino entrando solo con la testa nel suo ufficio e lo guardai.
"Che volete dire?"
"Subito di lingua"
"Beh..."
"State insieme?""Credo di sì, come ragionano gli angeli?"
"Se ti ha baciato e si è lasciato baciare in quel modo, penso tu sia molto importante"
"Erwin..." dissi, entrando e chiudendomi la porta alle spalle, entrando subito in un clima molto più serio. "Io e te..."
"Io e te siamo questo, e non cambierà mai il nostro rapporto, Eren. Tu devi avere la tua felicità, direi che te la meriti" fece una pausa. "E so che Levi rispetterà il nostro rapporto"Sorrisi appena e lui ridacchiò. "Occhi a non cadere in tentazione. Le corna non stanno molto bene su un angelo"
Mi fece ridere e andai da lui per dargli un bacio sulla guancia.Il giorno dopo raggiunsi Levi mentre lavorava fra le scartoffie ed entrai, senza bussare.
"Ti senti padrone del mondo, ora?" mi schernì, cercando un libro fra gli scaffali.
"Lo sono" gli andai dietro e gli stampai un bacio sul collo, mentre lui tirava giù quel volume.
"Come mai sei qui?"
"Deve esserci un motivo?"
"No, mi piace che tu stia con me"Era sdolcinato da far schifo, eppure riusciva a farmi arrossire anche con frasi vomitevoli come quella.
Dovevo assolutamente insegnargli almeno un po' come fare l'erotico, o sarei costretto a dominare quando saremmo entrati in intimità, come dicevano loro.
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Stained Wings
FanfictionQuando lo toccava si bruciava. Era rovente sotto le sue mani pure, angeliche. Ma mai si sarebbe rifiutato di toccarlo, anche solo per un istante. Perché non avrebbe mai pensato di provare una tale pace fra le braccia di un demone. Questa è la storia...