2. Ancora tu?

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EREN P.O.V.

Finalmente quei mesi passarono, insieme all'agonia di stare senza la mia energia, e crebbi a tal punto che ottenni le mie tanto bramate ali nere come la pece.
Arrivò il momento di andare a far mettere il sigillo del mio rilascio da Levi, quello stronzo, il che mi avrebbe permesso di riavere la mia potenza indietro.

Una volta pronti per partire il Maestro si rivolse a me.
"Niente teletrasporto, o Lyriatrasporto"
"Ricevuto" ridacchiai, sbattendo le mie ali, fiero.
Erwin si alzò da terra e io lo seguii, sentendo per la prima volta l'emozione di poter volare per conto mio, libero.

Atterrammo sul suolo angelico e trovammo Armin pronto ad accoglierci con il suo solito sorriso.
Mi sorrise di più appena vide le ali e mi girò intorno.
"Sono bellissime!"
"Lo so" le aprii ancora di più.
"Levi?" chiese il Maestro, sbrigativo.
"Oh. Sì, giusto" il biondino si ricompose. "E' pronto a ricevervi"

Entrammo accompagnati da lui, che bussò per chiedere il consenso di poter entrare, e quando arrivò dall'interno, aprì la porta.
La visione che mi ritrovai davanti quasi mi fece ridere.
Un angelo femmina, seduta sulle gambe di Levi, che lo teneva stretto fra le sue braccia.
"Oh Lucifero, ma non mi dire" mi scappò ironicamente.
"Salve, Signorina Petra" salutò cordialmente Armin.

Levi mi ignorò, come se quei mesi non fossero mai passati, e guardò la femmina.
"Ci vediamo dopo"
"Sì" gli disse, smielata, e scese, per poi passarci accanto e andarsene.
Il corvino a quel punto si alzò e andò a prendere un documento, sicuramente quello della mia condanna, e lo posò sulla scrivania, porgendo poi una penna ad Erwin, mentre nel frattempo Lyria aveva preso a girare per la stanza.

"Prima la tua firma"
Nel frattempo che il Maestro firmava, la mia fenice si posò sulla libreria, dando fuoco ad un libro.
Ma come velocemente si accese, quella fiamma venne spenta con altrettanta sveltezza dall'angelo, che seguì con lo sguardo Lyria che tornava sulla mia spalla.
"Tieni quella fenice sulla tua spalla"
Ridacchiai, in risposta, e la accarezzai al petto.

Levi prese la cera, firmò e nel momento in cui timbrò il sigillo su quel foglio, sentii la mia potenza tornare nel mio corpo e, stiracchiandomi a quella piacevole sensazione, alimentai le candele nella stanza, e anch'esse vennero tenute a bada dal pennuto bianco.

"Preparati a recuperare il tempo perso" disse il Maestro. "E vai a giocare con Armin, io e Levi chiacchieriamo un po'"
"Va bene!" disse Armin, gioioso.
"Vai pure" accordò Levi. "A patto che le chiese e il resto dei luoghi sacri ne escano indenni, onde evitare altri conflitti"

Alzai un sopracciglio, confuso da quel modo di parlare che aveva.
"Parla come mangi" commentai.
"Eren." mi sgridò.
"Fai qualche altra cazzata, e ti risbatto dietro le sbarre a calci in culo."
Non risposi, ma trovavo strano che un angelo, specie della sua posizione, avesse un linguaggio così.
Armin, nel mentre, si era coperto con le ali, dopo essersi sbattuto una mano sul viso.
"Andiamo, dai" sospirò, come rassegnato, e io lo seguii correndo.


LEVI P.O.V.

"E' cresciuto per essere passati solo 7 mesi. Faccio portare qualcosa?" proposi, raggiungendo la porta.
"Perché no"
Dopo aver "ordinato" tornai al mio posto a sedermi di fronte ad Erwin.
"Va bene del tè?"
"Ma quale tè, Levi..." mi schernì, facendomi scappare appena una risata.
"Ovviamente vino"

Dopo che ce lo portarono, ricominciammo a chiacchierare.
"Come va con l'angioletto?" chiese, riferendosi a Petra.
"Per quel che può andare, bene"
"E poi che farete? Vi rimboccherete le coperte a vicenda?"
"Fatti i cazzi tuoi. Tu, piuttosto, quando ti sistemi, anziché restare il solito arrapato?"
"A che serve quando ho Eren?" fece un sorrisetto malizioso.
"Interessante" bevvi un sorso. "Beh. Devo ammetterlo. Quel moccioso è la seduzione e l'erotismo fatto demone. Suppongo tu sia messo bene, allora, per i tuoi gusti"
Alzò le spalle. "E' divertente mentre gioca a sedurmi"

Stained WingsWhere stories live. Discover now