3. Il premio.

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EREN P.O.V.

Il giorno del torneo era arrivato, finalmente avrei avuto occasione di farmi valere (come tutti gli altri anni) e di dimostrare al Maestro che ero diventato ancora più forte.

"Sei pronto, Eren?" chiese Mikasa, e io annuii. "Sei fortunato che sia solo fra maschi"
"Non esagerare"
"E chi esagera, sono più forte di te, e lo sai" ridacchiò.

"Tutti i partecipanti si preparino! Sono in arrivo gli ultimi spettatori!" sentii una voce dall'Arena, così salutai Mikasa.

Notai qualcuno alzarsi dalla folla e lo seguii con lo sguardo, notando poi Levi con l'angelo donna dell'altra volta.
Appizzai le orecchie e guardai Erwin, che mi stava già fissando.
"C'è Levi?!" pensai, che nervi!
Sentii la voce di Erwin nella mia testa subito dopo.
"Fagli vedere chi comanda, Eren."
Oh, non avrei fallito, Maestro.

E iniziai il primo scontro, facendo fuori chiunque mi si parasse davanti e uccidendo senza avere alcuna pietà, finché non arrivò l'ultimo incontro.


LEVI P.O.V.

Atterrammo nei pressi dell'Arena, dove cercai Erwin con lo sguardo, per poi sentire il suo respiro dietro il mio collo.
"Vi consiglio di non dare nell'occhio"
Fece sobbalzare Petra, che si girò di scatto e guardò Erwin preoccupata.
"Calma, milady. Non sbrano. O meglio: non oggi, non io"

Allungai un'ala per avvolgere la vita di Petra e lo guardai.
"Siete voi quelli che amano mettersi in mostra, Erwin"
Ridacchiò. "Vi scorto io, venite"
Lo seguimmo e ci sedemmo al nostro posto, che era in disparte, rispetto alla folla, ma la visuale era sicuramente migliore di quella che avrebbero avuto gli altri spettatori.
Da lontano notai un demone alzarsi in volo e appena posai gli occhi su di lui pregai gli alti cerchi angelici che non fosse diretto verso di me.

E invece...
"He-Hei!! LEVI!" Kenny si sedette accanto a me e io lo guardai, fulminandolo.
"Ciao, Kenny" e nella mia mente pensai. "Zio. Sei un coglione."
"Salve, Signorina Petra" salutò facendole l'occhiolino, e cominciò a parlare incessantemente.
Logorroico...

Arrivò l'ultimo incontro e guardai Petra, che osservava i combattimenti triste, quasi come se si tirasse indietro ad ogni incontro che passava, così le presi la mano e lei si girò verso di me.
"Stai bene?"
Annuì. "Quel demone" guardò Eren che era sceso in campo. "E' il demone dell'altra volta"
"Sì"
"Fa paura, ha sterminato tutti i compagni della sua età...senza pietà"
"Sa i cazzi suoi"
Lei mi guardò un po' storto. "I fatti suoi? E' un mostro!"

Mi girai verso il luogo di combattimento e incontrai gli smeraldi di Eren, che mi stavano guardando, con più odio del normale.
"E' un mostro. Già" ripetei sottovoce.
Mio zio mi sventolò la mano davanti e io lo guardai.
"Che vuoi?" chiesi, infastidito.
"Certo che il Paradiso non è proprio posto per te! Hai scelto la sponda sbagliata"

Sentii lo sguardo della mia compagna addosso e non potei non fulminarlo, per poi iniziare un discorso telepatico.
"ZIO, FALLA FINITA"
"Non urlare! Ma dai non glielo hai ancora detto? Se farete dei piccoli pulcini, deve esserne al corrente" lo sentii ridacchiare dentro la mia testa.
"E gliene parlerò. Ma a tempo debito. E non deve venirlo a sapere da te solo perché non sai tenerti quella lingua a posto!"
"Non ci credo che ti importa di lei, neanche la ami e si vede."

Sospirai irritato a quell'affermazione, e Petra continuò a guardarmi con un punto interrogativo sulla testa.

"Bingo" di nuovo quel tono così irritante.
Gli diedi una botta con le ali e quasi lo feci cadere dagli spalti, ma lui si aggrappò in tempo e scoppiò a ridere.
"Quanto sei stronzo"
"Come te"

Iniziò l'ultimo incontro e guardai lo scontro, attento, senza mai distogliere lo sgaurdo, finché l'avversario di Eren crollò senza vita a terra, mentre il vincitore si alzava con il petto gonfio d'orgoglio e sporco di sangue.

"Questo è stato bello!" esclamò zio, e io concordai.
"Uno scontro macabro e crudo al punto giusto"
Petra mi guardò di nuovo, come faceva ogni volta che i miei commenti non si addicevano al mio essere.
E non aveva torto.

EREN P.O.V.

Dopo aver buttato giù l'ultimo avversario mi alzai e guardai dritto verso Levi, lanciandogli uno sguardo di sfida.
"Guardati le spalle, angioletto"
Il Maestro atterrò accanto a me e alzò il mio braccio, proclamandomi vincitore di fronte a tutta l'Arena che gridava il mio nome.
"Dichiaro vincitore il demone più macabro, che non si fa mai scrupoli: Il mio allievo, nonché mio orgoglio"

Mi girai verso di lui a quelle parole, arrossendo un po'.
Erwin mi faceva raramente complimenti, solo quando era fiero di me a tal punto da non poterlo più nascondere a lungo sotto quella corazza.
"Davvero?" chiesi, solo per farmelo ripetere di nuovo.
"Sì, è così" a quel punto gli saltai in braccio e mi accoccolai sulla sua spalla, scodinzolando.

Scesero gli angeli, che palle, e io guardai di nuovo Levi, marcando il mio territorio stringendomi ad Erwin.
"Che te ne pare, eh?"
"Non male. Macabro e crudo al punto giusto. Nessuno scrupolo"
Sentivo sempre più distante la sua indole da ciò che era, un angelo non commentava così bene uno scontro del genere, difatti la donna scosse il capo quando le venne chiesto se le fosse piaciuto.

"Suppongo sarai presente alla nostra gara di volo, Erwin" guardò me. "In compagnia, se vuoi"
"Che noia, ma ci sarò"

Cercai Armin con lo sguardo e notai che stava parlando con Kenny, che prima era accanto a Levi.
Quest'ultimo seguì il mio sguardo e si giro, guardandolo storto.
"Kenny, piantala di bullizzare il mio angelo custode"
Il biondino rise e mi raggiunse per congratularsi e io gli regalai il mio miglior sorriso, solo per lui, tutto per lui.

Kenny si avvicinò e diede una pacca sulla spalla di Erwin.
"Il tuo allievo è sempre in forma, ha rapito gli occhi di Levi"
Il Maestro a quel punto gettò un'occhiata al corvino, confuso quanto me della confidenza che aveva con quel demone.

Levi si girò a quel commento, salutò e si portò via Petra (si chiamava così, no?) volando via.

"Chi era quell'angelo?"
"La sua promessa sposa" rispose pensieroso.
"A che pensate?"
"Nulla di che. Ci parlerò alla gara di volo" mi guardò. "Che premio vuoi?"
"Eh no. Sorpresa..."
"Sorpresa?"
"Voglio qualcosa di vostro"

Mi guardò.
Conoscevo quello sguardo lascivo, e non potei fare a meno di arrossire e di mordermi il labbro.
Ci speravo che volesse premiarmi in quel modo.

"Fai bene a pensare male"
Non l'avrebbe mai fatto...

La sera mi sdraiai, guardando il soffitto, e sentii bussare alla porta, dalla quale entrò Erwin subito dopo.
"Sono venuto a darti il tuo premio" chiuse a chiave l'uscio.
"Maestro..." non ci credevo, Satana ti prego. Volevo che mi saltasse addosso in quell'istante.

Salì sul letto e avvicinò le sue labbra alle mie.
"Volevi qualcosa di mio. E lo avrai..." schioccò le dita e le candele si spensero, facendo calare nel buio la stanza nella quale mi abbandonai, per la prima volta, alle più sporche e peccaminose voglie erotiche, con il mio Maestro.

Stained WingsWhere stories live. Discover now