Electrified {Formula E OS}

Robtonio #3

Antonio e Mitch si giocano a Londra il tutto e per tutto. La Techeetah è già diventata campione del mondo costruttori, grazie alla doppietta con Jean in prima posizione di ieri, ma per quanto riguarda la questione piloti, tutto è ancora da decidersi. Il portoghese se ne sta seduto a bordo pista, di fianco alla sua monoposto, ferma alla seconda piazzola, dietro alla Porsche di André, con le cuffiette nelle orecchie mentre non lascia avvicinarsi nemmeno i giornalisti, per non perdere la concentrazione. In classifica lui si trova davanti al neozelandese di venticinque punti esatti, non può permettersi di finire in un muro, di ritirarsi, e sarebbe davvero la fine se Mitch arrivasse primo e riuscisse a portarsi a casa anche il giro veloce. Jean si avvicina al portoghese mentre un insolito sole scalda la città e la pista, Antonio potrà anche ignorare il resto del mondo, ma non il suo compagno di squadra in un momento così delicato. Jean si siede accanto a lui, mentre si toglie le cuffiette dalle orecchie, il suo ingegnere di pista ripara dal sole entrambi con un ombrello.

“Andrà tutto bene Toni, tu concentrati solo sulla tua gara, ti copro io le spalle.” dice Jean, a bassa voce, per non farsi sentire da orecchie indiscrete. Antonio guarda per un momento il francese attraverso le lenti dei suoi occhiali da sole, poi sposta lo sguardo sulla Porsche dall’altra parte della pista, qualche metro più avanti rispetto alla sua Techeetah, sospira. “Che cosa ti turba?”

“Non lo so con esattezza, spero solo che ad André non baleni per la testa la brillante idea di ostacolarmi in qualche modo.” al pensiero, nella gola del portoghese si forma un nodo che non riesce a sciogliere.

“Gli ho già parlato, ha detto che si farà da parte quando sarà il momento e ti aiuterà anche lui.”

“Quando sarà il momento?! Scusa?!” ringhia Antonio, voltandosi di scatto verso Jean. Il francese abbassa appena gli occhiali da sole, e lo scruta incredulo da sopra la montatura. Antonio realizza che la sua reazione è stata fin troppo esagerata, e subito abbassa la testa distogliendo gli occhi dallo sguardo inquisitorio di Jean. "Perdonami, è che non mi piace questa situazione. Sto per vincere e ho paura che vada tutto in fumo in un attimo."

"Lo so, è successo anche a me due anni fa, quando me la stavo ancora giocando con Sam… ero nel tuo stesso stato, teso come una corda di violino." Jean comincia a giocherellare con la sua fede quasi senza accorgersene, mentre continua il suo discorso. "Ma sai, arrivi a un certo punto della gara in cui non pensi più a nulla. Pensi solo a tutta la strada che hai fatto per arrivare fino a questo momento, a tutto quello che di bello e brutto hai passato, alle vittorie, alle sconfitte, e la macchina intanto guida da sola, e poi è il tuo momento, non ce n'è per nessun altro." Antonio sta con una mano sotto il suo mento, ad osservare il viavai della griglia di partenza, in lontananza scorge Robin, che oggi partirà dalla sesta piazzola. Si volta di nuovo verso il suo compagno di squadra, che ancora gioca con la sua fede, in silenzio.

"Sai Jean, un po' ti invidio."

"Per cosa?" chiede il francese in automatico.

"Per quella." il portoghese allude alla fede all'anulare di Jean, che smette subito di giocarci e la copre con l'altra mano. "Perché vedo te e André che siete bellissimi, siete fatti l'uno per l'altro, che vi amate, avete celebrato un matrimonio stupendo, e io…" Antonio si volta di nuovo nella direzione in cui ha visto Robin, sospira.

"E tu non hai il coraggio di farti avanti con Robin, vero?"

"Già…"

"Sam mi racconta sempre che anche Robin non riesce mai a farsi avanti con te. Forse dovreste parlarne. Lui vuole davvero provarci Toni." confessa Jean, ottenendo come risposta un altro sospiro da parte di Antonio.

"Lo so, lo vedo quando siamo insieme che lui vorrebbe buttarsi ma non riesce…"

"E tu perché non ce la fai?"