André Lotterer #5

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Una leggera brezza che soffia dal mare porta con sé odore di salsedine e alcune microscopiche goccioline salate che si posano invisibili sul foglio del blocco da disegno su cui Matilde sta disegnando. È talmente concentrata sul suo schizzo a matita, sul cercare di non smarrire la gomma e il carboncino nero tra gli scogli di Monaco, che nemmeno si accorge che il suo modello la sta osservando con la coda dell'occhio da ormai cinque minuti abbondanti. Il cielo è un po' nuvolo, qualche raggio di sole ogni tanto le illumina l'enorme foglio, facendole di riflesso socchiudere gli occhi per la troppa luce che li colpisce violenta. I capelli castani, raccolti in una treccia frettolosamente, si muovono assecondando le volontà del vento, e alcuni ciuffi le sfuggono dall'acconciatura, finendo per svolazzarle davanti al viso, solleticandole il naso. Con pazienza lei se li rimette dietro l'orecchio destro, quello rivolto verso il mare, e continua le sue linee guida per il suo disegno. Il sole la scalda sulla schiena, complice anche la sua felpa nera, le temperature sono miti ormai, ma lei è una che non ama il vento e preferisce rintanarsi in qualcosa che la protegga. Alza lo sguardo sul suo modello, che le sta seduto di fronte a mezzo metro dal mare, il suo profilo che si staglia contro l'azzurro del cielo sopra l'Italia e contro la nuvoletta bianca proprio sopra il Principato.

"Che cosa ti ho detto André?" Matilde rimprovera teneramente il tedesco quando si accorge che la sta guardando, lui distoglie subito lo sguardo e fa un piccolo sorriso, tornando a guardare un punto indefinito appena a destra di Matilde.

"Scusami, è più forte di me." si giustifica il tedesco, che sente un inizio di rossore affluire alle guance, ma tenta di controllarsi il più possibile.

"Non importa, non sei una statua, non posso pretendere chissà cosa." ridacchia lei, cominciando a osservare attentamente i lineamenti del tedesco per riportarli sul suo foglio. André si sforza di non ridere a sua volta, mentre posa meglio la mano destra in un altro punto dello scoglio, in modo che non gli faccia male sul palmo.

"Non mi hai detto cosa stai combinando esattamente, cosa verrà fuori?" Matilde allunga il braccio la cui mano regge la matita verso André e, sfiorandogli lo zigomo, prende dei riferimenti del viso del tedesco a occhio sulla matita.

"Te l'ho già detto in chiamata ieri pomeriggio, ma evidentemente non mi ascolti quando parlo." Abbassa il braccio e posando la matita sul foglio e muovendola in diverse direzioni, comincia a riportare quei riferimenti sul foglio, iniziando a tracciare i lineamenti del tedesco, partendo dalla fronte e scendendo, abbozzando le ciglia dell'occhio di André che rimane semi nascosto dall'angolazione del suo viso, tornando a riprendere le misure del tedesco per disegnare il suo naso. "In realtà questo non sarà uno dei miei soliti disegni dettagliati, ho in mente di fare una cosa più stilizzata, qualcosa come uno di quei ritratti al carboncino che a Parigi vorrebbero fartene come se piovesse, hai presente?"

"Certo che ho presente, lo sai che praticamente vivo a Parigi." André sorride e per un attimo i suoi occhi si posano di nuovo su Matilde. Lei ride.

"Lo so molto bene, chissà come mai." ride, pensando a Jean. "Ormai vivi a casa di Jev, e io sto aspettando che tu gli faccia la proposta di matrimonio da quando vi siete ritrovati compagni di scuderia." Matilde alza di nuovo lo sguardo sul tedesco, allunga la mano e con la cima della matita sfiora il profilo del naso di André, cercando di imprimere nella memoria il movimento che dovrà replicare la sua matita sul foglio per disegnarlo esattamente uguale.

"Prometto che non tarderà ad arrivare." scherza il tedesco. "Sarà una caricatura?"

"Assolutamente no, sarà fedele alla realtà." risponde lei, tracciando il profilo del naso del tedesco sul suo foglio, tornando a prendere le misure di quelle labbra che segretamente ama e che vorrebbe poter baciare almeno una volta, anche solo sfiorandole. Matilde è titubante, non si era mai avvicinata alle labbra di André nemmeno per sbaglio, e ora doverle quasi sfiorare, anche se con la matita e le dita, la mette in soggezione. Si perde per un attimo a osservarle, mentre André è concentrato altrove, tenta di restare un minimo razionale mentre con il pollice segna sulla matita la fine delle labbra di André, e la riporta sul foglio, cancellando le linee guida che ha fatto poco prima. Allunga di nuovo la mano verso il tedesco e posa le dita sul suo viso. "Scusami, ma temo dovrò ricontrollare, stai fermo." La scusa che ha tirato su serve solo per avere un pretesto per sfiorargli le labbra, con il pollice finge di misurare ancora una volta le labbra di André, quando in realtà sa alla perfezione che le sue misure sono corrette. La pelle del tedesco è morbida sotto le sue dita, le sue labbra si schiudono in automatico e il fiato del tedesco scalda il pollice di Matilde, che cerca di restare il più composta possibile. "Chiudi le labbra per favore." lo rimprovera con poca convinzione, ma il tedesco la asseconda nei suoi ordini e sposta lo sguardo su di lei proprio quando lei allontana la mano, fingendo di riportare le misure sul foglio. "Okay, sono perfette..." mormora tra sé, mentre rende più nitide le labbra del tedesco calcando un po' di più con la matita, scendendo poi a disegnare il mento.

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