Capitolo 1

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Mi guardo attorno affascinata tenendo la mia valigia con due mani "wow" dico sorridendo.
"Signorina mi segua prego" annuisco e seguo la capo cameriera che mi porta in una stanza enorme.
"È tutta per me?" Dico sorpresa.
"Si signorina" dice seria.
"È stupenda" faccio un giro su me stessa osservando la grande stanza, i mobili sono dipinti di bianco e le tende sono rosso cremisi, le pareti sono chiare ed è evidente che questa stanza sia stata scelta per una ragazza,
Vedo una libreria e mi illumino correndo a vedere i titoli.
"È stupendo" dico sorridendo "vi ringrazio signorina governante"
"Non è me che dovete ringraziare ma il signore, lo incontrerete a cena" dice seria "ora mi ritiro, chiamatemi se avete bisogno"
"Grazie" se ne va e respiro profondamente e guardandomi ancora un po' intorno.
Cerco di trattenere un urlo di felicità, faccio un giro su me stessa.
"È un sogno" mi butto sul letto e sorrido rilassandomi.
"Oh e se non dovessi piacere al signore? E se mi trovasse scialba strana?" Mi alzo di scatto "cosa dovrei mettermi? Forse dovrei sistemarmi prima!" Cammino agitata per la stanza finché qualcuno non bussa.
Mi fermo "avanti" dico agitata.
Una ragazza entra sorridendo vestita da cameriera "salve signorina Arianna come state?"
"Sto bene grazie" dico imbarazzata.
"Ne sono lieta, io sono Jane la vostra cameriera personale, potrete chiamarmi in qualsiasi momento, sarò vostra amica e confidente se volete"
"Oh allora vi prego Jane aiutatemi" dico agitata, mi guarda sorpresa "io...non so cosa indossare, piacerò al padrone di questa enorme casa? Mi rimanderà all'orfanotrofio? Mi odierà? Penserà che sono sciatta è brutta? Gli piacerò? Non so che fare io..."
Ridacchia "d'accordo che ne dite se cominciamo da un bagno caldo? Così vi rilassate"
Annuisco "si forse dovrei farlo" vado in bagno e faccio riempire la vasca.
"Lady questo dovrei farlo io" dice Jane sorpresa mentre annuso delle saponette, la guardo sorpresa.
"Oh perdonatemi, non sono abituata ad essere aiutata, santo cielo scusatemi" dico imbarazzata.
Ridacchia e mi prende per le braccia amorevolmente "siete una bellissima ragazza, calmatevi e siate voi stessa, il signore è molto gentile e vedrete che vi accoglierà con piacere" Respiro profondamente "siate solamente voi stessa e sarete perfetta così" mi sorride amorevolmente.
"Grazie signorina Jane" sorride e mi prepara la vasca, mi aiuta ad immergermi e provo a rilassarmi "Jane puoi parla del signore della casa?"
"Il signor Martins è uno degli uomini più buoni di questo mondo, è gentile, affabile è molto molto socievole, ti piacerà sicuramente, è allegro e nonostante la sua ricchezza è molto umile" i suoi occhi sono pieni di ammirazione e di stima verso l'uomo che ora è il mio nuovo tutore.
"Secondo te perché ha scelto di adottare me? Ho diciassette anni ormai, solitamente si adottano i bambini" dico dolcemente.
"Probabilmente per suo nipote, qui vive anche lui, ha la tua età ed è sempre solo oppure con i suoi amici fidati"
"Oh e lui com'è?"
"Ehm..." ci pensa esitando "a volte è un po' scontroso, introverso e si arrabbia smesso ma non è male, è buono in realtà è sono convinta nasconda tante belle qualità"
"Spero di andare d'accordo con tutti"
"Col signore andrai d'accordo sicuramente" dice allegra "con il signorino forse ci vorrà un po' di pazienza"
"Beh sono qui quindi...mi adatterò"
Parliamo per tutto il tempo divertendoci, mi aiuta ad indossare un bellissimo vestito da sera color crema, mi lascia i capelli sciolti raccogliendo due ciocche e unendole in una piccola treccia dietro la testa.
Scendo per cena e mi porta alla sala da pranzo, prendo un respiro profondo e Jane mi sorride "sta tranquilla okay?"
Annuisco spaventata, mi apre una porta ed entro piano.
Un uomo sulla sessantina si alza sorridendo, ha i capelli brizzolati e un sorriso allegro da bambino.
"Tu devi essere Arianna, benvenuta mia cara, vieni avvicinati" dice sorridendo con un gesto della mano.
"Buonasera" dico gentilmente, mi avvicino imbarazzata "voi siete il signor Martins vero?"
"In carne ed ossa, soprattutto in carne" dice scoppiando a ridere e toccandosi la pancia, ridacchio.
"Ieri simpatico signor Martins"
"Oh grazie mia cara e voi siete molto graziosa, dimmi cara quanti anni hai?"
"Diciassette signore" dico gentilmente.
"Oh giusto giusto, l'età del mio adorato nipote, è un po' scontroso a volte ma non farci caso" dice in tono confidenziale, ridacchio.
"Va bene" dico divertita.
La porta alle mie spalle si apre e sento dei passi avvicinarsi.
"Oh la ragazza è arrivata" guardo il ragazzo che raggiunge il suo posto, mi alzo e mi inchino appena.
"Io sono Arianna" dico gentilmente "è un piacere conoscervi"
"Si si il piacere è mio" dice con un gesto sbrigativo della mano, mi siedo confusa.
"Figliolo andiamo sui gentile" dice il signor Martins sospirando.
"Ci sono anch'io!" Una voce allegra mi fa riprendere dal momento di confusione legato al comportamento ragazzo davanti a me.
"Wooo una donna" dice un ragazzo guardandomi scioccato e portandosi una mano al petto in tono teatrale, mi scappa una risatina divertita "nonnino hai rapito una fanciulla?"
"Si Dylan, l'ho rapita e l'ho portata qui per torturarla" dice il signor Martins divertito.
"Nonnino non si fa" dice scuotendo la testa e dandogli dei colpetti amichevoli sulla spalla.
"È la nostra nuova ospite e membro della famiglia, Arianna lui è Dylan il migliore amico di mio nipote, Peter" dice il signor Martins sorridendo.
"È un piacere" dico sorridendo divertita.
Mi bacia una mano "avete uno splendido sorriso signorina Arianna e siete molto graziosa" lo guardo sorpresa e arrossisco appena sotto i suoi occhi azzurri che mi scrutano il viso allegri.
"Vi ringrazio"
Ci risediamo e il signor Martins mi riempie di domande sulla mi vita all'orfanotrofio, i miei amici e i miei passatempi.
Dylan partecipa volentieri alla conversazione mentre Peter mi osserva attento, restando in silenzio per tutto il tempo.
Ridacchio ad una battuta di Dylan e il mio sguardo incontra quello di Peter, lo guardo confusa e inclino la testa di lato leggermente, gli dico un breve sorrido e poi riconcentro la mia attenzione sul signor Martins che mi sorride domandandomi l'ennesima cosa.
Dopo cena vado in una grande biblioteca facente parte della casa, sorrido affascinata guardandomi attorno "è stupenda" dico a bocca aperta "guarda quanti libri! Li avrà letti tutti? No impossibile"
Vedo una grande finestra, la apro ed esco sul balcone che affaccia su un bellissimo giardino curato.
Sono una ragazza fortunata ad essere stata adottata da un uomo tanto buono e generoso.
Vedo tante piccole lucciole volare lente poco sopra l'erba, le guardo affascinata, una si avvicina e l prendo tra le mani.
"Signorina" mi giro di scatto tenendo le mani chiuse, guardo Peter sorpresa.
"Oh signor Peter salve" dico imbarazzata.
"Cosa fate?" Dice corrugando la fronte e avvicinandosi.
"Sta guardando il giardino" mi osserva intensamente e mi affianca.
"Cosa avete tra le mani?"
"Oh una lucciola" dico aprendole piano, il piccolo insetto resta fermo e si illumina ad intermittenza.
"È disgustoso" dice con una smorfia.
"A me le lucciole piacciono molto" dico divertita, poso il dito sul parapetto e la lucciola spicca il volo colando dalle altre.
Fa una smorfia.
"Io non vi piaccio vero?" Dico dolcemente.
"Non mi piacciono le persone in generale" dice serio.
"Non ho mai incontrato qualcuno a cui non piacessero le persone" dico confusa "e perché?"
"Parli troppo ragazzina"
"Abbiamo la stessa età"
"Sembri una bambina" lo guardo attenta ferita dal suo tono freddo e distaccato.
"Quanti libri conta la biblioteca?" Dico curiosa cambiando argomento.
"Non ne ho idea"
"Non ho mai visto una biblioteca così grande, all'orfanotrofio ne avevamo una ma...erano per di più libri sulle religione e libri noiosi" tonto dentro "ma questa non è niente in paragone, posso leggerne qualcuno?"
"Abiti qui ora" dice serio.
"Oh giusto" dico bloccandomi "questa sarà anche casa mia immagino"
"Sappiamo entrambi che questo non è il tuo posto" dice serio e freddo, lo guardo sorpresa e ferita "a differenza di quel che dice mio nonno non siete la benvenuta Arianna e non lo sarete mai, questa non sarà mai davvero casa vostra, sarete sempre e solo un ospite e una zavorra"
Abbasso lo sguardo mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime "siete crudele" cerco di non far tremare la voce mentre le sue parole mi colpiscono come pugnalate nel cuore "vado in camera"
Corro fuori e vado in camera, mi chiudo dentro e scoppio a piangere sul letto, cerco di non fare rumore portandomi le mani davanti alla bocca e soffocando i singhiozzi.
Qualcuno bussa alla porta "signorina sono Jane, state bene?"
"Per favore Jane torna tra poco" dico dolcemente.
"Ne siete sicura? Non state bene?"
"Ho bisogno di stare un po' sola" cerco di non far trasparire la tristezza ma non sono mai stata brava a nascondere le mie emozioni, la porta si apre e lei sospira richiudendola, si avvicina a me e si siede al mio fianco.
"Cos'è successo?" Dice gentilmente accarezzandomi un braccio.
Una lacrima mi riga il viso subito seguita da tutte le altre, si sdraia al mio fianco e mi abbraccia mentre piango tristemente.
"Oh piccola" cerco di fare meno rumore possibile fino ad addormentarmi tra le lacrime.

L'angelo perdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora