Capitolo 5

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"Jane posso chiederti una cosa?"
"Sì certo"
"C'è una bambina qui vero?" Sussulta e stringe appena le labbra.
"Una bambina?" Si finge confusa.
"L'ho sentita piangere l'altra notte e anche stanotte"
"È la sorella del signorino Peter" alza per un attimo lo sguardo verso lo specchio per incrociare i miei occhi, per poi tornare alla mia acconciatura, ci sarà una festa stasera, sono passate due settimane da quando vivo qui e stasera ci sarà una festa.
"E perché non l'ho mai vista?" Dico confusa.
"Da quando sua madre è morta si rifiuta di uscire dalla sua camera, sta sempre in camera e gioca con le bambole oppure sta alla finestra a guardare per vedere se suo padre torna a casa" dice dolcemente.
"Quanti anni ha?"
"Cinque, è una bambina molto dolce, il signorino Peter è l'unico che riesce a calmarla"
"Capisco..." restiamo in silenzio, indosso l'abito verde smeraldo che mi ha regalato Alfred, è di seta e il corpetto è decorato da rose di stoffa molto forte tra loro che fanno un tocco di movimento ed eleganza, mi copre fino si gomiti, mi guardo allo specchio e sorrido guardandomi.
"Mi sento una principessa" dico gentilmente.
"Siete più bella di una principessa" Jane mi mette le mani sulle braccia affettuosamente, mi mette una collana  semplice con un punto luce color smeraldo e degli orecchini abbinati.
Mi trucca leggermente mettendomi solo un po' di fard è un rossetto rosa così che le mie labbra restino naturali.
La musica invade tutti i corridoi della grande casa, è incredibile, scendo e vado nella sala da ballo, entro e sorrido scendendo i sei scalini che mi portano tra gli altri invitati, molti mi guardano affascinati.
I ragazzi sorridono guardandomi, sorrido loro tenendo il vestito un po' sollevato.
Alfred mi porge una mano "benvenuta mia cara" dice sorridendo.
"Grazie" dico gentilmente.
"Sei bellissima"
"È il vestito ad essere stupendo, davvero Alfred è un incanto"
"È perfetto per te" dice sorridendo.
"Grazie"
"divertiti stasera" annuisco e mi da un bacio sulla fronte, sorrido e gli lascio la mano andando verso i ragazzi.
Jack fischia "che meraviglia" dice divertito.
Ridacchio "smettila"
"Sei uno splendore Ary" dice Lucas sorridendo, ognuno di loro mi fa un complimento tranne Brontolo che mi guarda attento da capo a piedi.
"La tua sentenza Peter?" Dice Dylan divertito.
Jack gli metto un braccio sulle spalle "sincero amico, sii sincero"
"Fatevi i fatti vostri" dice infastidito.
"Eh dai dillo"
"Stai bene vestita così va bene? Siete felici ora?" Dice innervosito.
"Non sei spontaneo" dice Jack divertito.
"Andiamo ragazzi lasciatelo stare" dico ridacchiando, guardo Jack gentilmente "non c'è bisogno che ti sforzi Peter"
Sospira "Ary devi torturarlo insieme a noi!" Dice Jack guardandomi scioccato.
"Mi fa tenerezza" dico ridacchiando.
"Non ci siamo! non ci siamo!" Scuote la testa e io rido divertita.
"Buonasera" guardo una ragazza sorridendo, mi inchino.
"Buonasera" dico gentilmente.
"Signorina" i ragazzi si inchinano sorridendo.
"Elisabeth" un'altra ragazza arriva correndo e si aggrappa al suo braccio.
"Sophie non devi correre" la riprende bonariamente.
"Oh ma che bella ragazza, io sono Sophie, come ti chiami?" Dice la ragazza guardandomi e prendendomi le mani.
"Mi chiamo Arianna Adams, e voi?" Dico gentilmente.
"Io sono Sophie Roosvelt, è un piacere"
"Adams?" Guardo Elisabeth che mi osserva sconvolta "gli Adams della University?"
Arrossisco, annuisco imbarazzata abbassando lo sguardo.
"Tu sei l'angelo perduto?" Dice Sophie portandosi le mani davanti alla bocca, la guardo confusa e sorpresa.
"L'angelo perduto?" Dico confusa.
"Sophie" Elisabeth la guarda male e Sophie mi prende la mani.
"Scusami non era offensivo ero solo curiosa" dice gentilmente.
"Nessun problema" dico confusa "Potete spiegarmi?"
"Arianna" Dylan mi mette una mano sulla schiena gentilmente.
Lo guardo confusa vedendo compassione nei suoi occhi, lo guardo confusa analizzandolo attenta, mi posto per non sentire la sua mano sulla mia schiena.
"C'è qualcosa che non mi hai detto?" Dico guardandolo attenta, mi guarda dispiaciuto e faccio un passo indietro scuotendo la testa "scusate vado a bere qualcosa"
Vado al tavolo delle bevande e prendo un calice di acqua.
"Arianna" Dylan si ferma al mio fianco "stai bene?"
"Sto bene" cerco di sorridere, far finta di niente anche se mi sento distrutta dentro.
"Non è vero, lo vedo che non stai bene e che sei sconvolta" dice dolcemente.
Lo guardo negli occhi e stringo appena le labbra "c'è qualcosa che io non so vero?"
Sospira "vieni con me" usciamo dalla sala di nascosto e andiamo in salotto, ci sediamo sul divano e lui sospira.
"La tua famiglia era ammirata da tutti, tutti amavano gli Adams, erano sempre allegri e quando sono venuti a mancare è stata una perdita per tutti" dice teneramente tenendomi una mano e accarezzandola con il pollice, lo guardo dolcemente "e tu, sin da ragazzina eri amata da tutti, ed eri conosciuta come l'angelo, perché tuo padre ti chiamava così"
"Me lo ricordo" sorrido appena mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime "adoravo quando mi chiamava così"
Sorride e mi bacia la mano delicatamente, lo guardo secondo tenerezza "ma dopo il funerale, nessuno seppe più niente di te, nessuno sapeva dove ti trovavi, in quale orfanotrofio fossi, così ti chiamarono l'angelo perduto"
"È per questo che Alfred mi ha adottata? Perché sapeva chi sono?" Dico dolcemente.
"Non lo so, non credo che Alfred lo sapesse" dice teneramente accarezzandomi una guancia e fermando la corsa di una lacrima "non piangere ti prego"
Chiudo gli occhi e respiro profondamente reprimendo le lacrime.
"Odio gli sguardi di compassione, odio quando la gente sa chi sono e mi guarda come fossi un uccello in gabbia, li odio da morire" dico teneramente, restiamo in silenzio qualche minuto mentre metabolizzo, respiro profondamente "torniamo alla festa o qualcuno penserà male"
"Te la senti?" Dice gentilmente.
"No ma una signora non si assenta da una festa in casa sua" mi guarda sorpreso "ricordo ancora l'etichetta nonostante i miei anni in orfanotrofio e dal momento che a quanto pare la gente sa chi sono, devo portare onore alla mia famiglia e ad Alfred che mi ospita nella sua casa e si prende cura di me"
"D'accordo andiamo" mi porge un braccio e rientriamo nella sala, un ragazzo si ferma davanti a noi sorridendo, si inchina e si presenta per poi invitarmi a ballare, accetto scusandomi con Dylan, balliamo chiacchierando e comincio a divertirmi cercando di non pensare.
Diversi ragazzi mi invitano a ballare e accetto ballando con tutto fino a sentire male ai piedi.
Mi fermo ridendo "Grazie per il ballo" dico divertita.
"Di niente, siete una meraviglia signorina"
"Vi ringrazio e voi siete un ottimo compagno di ballo" faccio una riverenza.
Ci separiamo sorridendo e mi blocco vedendo Peter davanti a me.
"Peter" dico sorpresa.
"Vuoi ballare?" Dice porgendomi una mano e tenendo l'altra dietro la schiena.
Lo guardo sorpresa "va bene" metto una mano sulla sua e inizia un valzer, il che ci costringe a stare abbastanza vicini.
"Balli bene" dice all'improvviso.
"Mi hanno istruita quando ero una ragazzina e dopo l'incidente ogni tanto danzavo con Nathan insegnandogli" sorrido gentilmente, mi fa volteggiare.
"Nathan è...il tuo fidanzato?"
"No, siamo amici, siamo come fratelli, io sono arrivata all'orfanotrofio a dieci anni e lui era già lì da due anni più o meno, mi ha protetta e abbiamo legato" dico sorridendo "sai com'è i bambini più grandi bullizzano quelli più piccoli"
"Immagino sia stata dura"
"Abbastanza, ma tutto sommato ho dei bei ricordi" dico sorridendo gentilmente "eravamo una famiglia"
"Sono stato ingiusto con te Arianna, e credi di doverti chiedere scusa"
"A cosa ti riferisci?"
"Alla prima notte, quando ti ho detto che questa non è casa tua, ho sbagliato, questa ora è casa tua" dice sospirando.
Lo guardo attenta "perché me lo dici ora?"
"Perché so che dopo non lo farei più" dice serio "sono orgoglioso, molto orgoglioso"
Ridacchio "si lo so, apprezzo il tuo sforzo, grazie Peter"
Annuisce "in ogni caso, al di là del tuo cognome, del tuo passato e del tuo rango sociale, concentrati su chi sei ora è non su chi eri in passato, sei una bella persona tutto sommato"
"Hai un modo strano di fare complimenti" mi giro danzando e mi imprigiona tra le sue braccia.
"Non ne faccio molti" sento il suo fiato sul collo e un brivido mi percorre il corpo.
"Lo so, sono felice che tu mi abbia invitata a ballare, non me lo aspettavo"
"Non ballo mai generalmente, ma volevo parlare con te e vedere se stavi bene"
"Si sto bene"
"Non è vero, stai ballando con chiunque e si vede che cerchi sedi distrarti"
"Cerco di evitare degli sguardi di compassione" dico sinceramente "quindi più ballo, più mi diverto e meno converso con persone che al sentire il mio cognome si inteneriscono"
"So cosa si prova" dice sospirando "succedeva anche a me quando e morta mia madre"
Il ballo finisce e sorrido gentilmente "Grazie per aver danzato come me"
"Grazie a te" ci inchiniamo e accenna per la prima volta ad un sorriso.
"Arianna" mi giro confusa e vedo Alfred parlare con degli uomini, uno di loro mi è familiare e lo stesso sua moglie.
"Ci vediamo dopo" dico a Peter, annuisce rigido e io raggiungo Alfred.
"Arianna" la donna ha gli occhi pieni di lacrime, si avvicina e mi abbraccia forte.
Resto ferma confusa, guardo Alfred "salve, chi siete?"
"Oh scusami scusami hai ragione mia cara, è passato tanto tempo, sono tua zia, Betany Adams, sono la sorella di tuo padre" dice sorridendo commossa "santo cielo sei bellissima, se uguale a tua madre, guarda come sei cresciuta"
"Perdonatemi non mi ricordo molto" dico gentilmente "il trauma dell'incidente mi ha portato alla perdita di alcuni ricordi"
"Dici davvero?" Dice preoccupata "e non ti ricordi di tuo padre e tua madre"
"Mi ricordo la mia infanzia ma, alcuni volti e alcune cose no, ero solo una bambina allora, sono passati quasi otto anni" dico gentilmente.
"Non importa recupereremo cara, che bello averti ritrovata" mi accarezza una guancia.
Sorrido imbarazzata, guardo Alfred confusa e sospira scuotendo la testa "ti stai divertendo mia cara?"
"Si ho ballato molto, mi mancavano le feste" dico gentilmente, mi porge il braccio e metto sotto il mio sorridendo, mia zia mi guarda sorpresa mentre mi rifugio al fianco di Alfred mettendo distanza tra noi due.
"Ne sono molto felice mia cara"
Parliamo con diverse persone e io resto al fianco di Alfred, al sicuro.
"Salve signori, posso rubarvi questa meravigliosa fanciulla per un ballo?" Jackson appare dal nulla sorridendo.
"Adesso ci penso" dico divertita, mi prende per mano.
"Andiamo!"
"Scusate" dico ridendo mentre mi tira con se, andiamo in pista e balliamo allegramente una quadriglia, rido divertita vedendolo saltellare e divertirsi.
Appena finiamo di ballare usciamo dalla folla ridendo e senza fiato.
"D'accordo è stato divertente" dico divertita.
Mi fa girare due volte su me stessa "d'ora in poi balleremo sempre insieme" dice divertito dandomi un bacio sulla guancia.
"Non ci provare casanova" ridacchio divertita.
"In fondo lo so che mi ami"
"Da morire" mi porto una mano al petto teatralmente facendo ridacchiare i ragazzi, raggiungo Alfred sorridendo.
"Eccomi"
"Jack è sempre agitato" Alfred sospira.
Sorrido divertita "lo adoro, è capace di rallegrarti la giornata con un solo sorriso, è un ragazzo incredibile"
"Ti piace mia cara?"
"Come persona ma non pensò come marito" dico scuotendo la testa "non ho mai pensato al matrimonio sinceramente, forse perché prima tutto questo mi sembrava un ricordo lontano"
"Hai diciassette anni mia cara, dovresti pensarci" dice mia zia riprendendomi benevolmente.
"Lo so, ma mi sto ancora abituando alla vita fuori dall'orfanotrofio e per stasera non voglio pensare a niente" sorrido guardando le persone e ritorno indietro con la mente, a quando ero bambina e ai balli in casa mia.
Mi diverto ancora un po' e verso mezzanotte vado in camera.

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