Chi riesce a leggermi nell'anima mi definisce come una ragazza solare, gentile, ma io riconosco d'essere anche molto testarda. Non mi fido molto della gente, per questo motivo non ho molti amici: preferisco averne pochi, che siano sinceri.
Avrei di certo aperto il mio cuore a più persone, se non fosse stato per ciò che mi segnò l'infanzia: la mia famiglia non ha un buon rapporto con me.
Fin da quando sono nata, mi sono sempre sentita come se fossi un "peso" o qualcosa da dover mantenere; non comunichiamo tutt'ora abbastanza e questo non è molto piacevole.Subito dopo aver preso il diploma ho deciso che sarebbe stato meglio, per me, trasferirmi... perché volevo essere indipendente; trovare un lavoro e starmene da sola in un nuovo appartamento: posso dire di esserci riuscita, in fin dei conti; sono perfino una studentessa universitaria.
Frequento corsi universitari per le lingue al di fuori del coreano, quindi: Inglese, Spagnolo e Cinese, perché vista l'importanza di quest'ultimo, ho deciso di studiarlo.Abito in un quartiere un po' sperduto dal mondo, ma si sta bene: c'è una grande aria di accoglienza in posti piccoli come questo.
Accanto al mio piccolo appartamento ci sono altre case, la maggior parte di queste abitate, ma non conosco molto di queste persone.
Una casa, esattamente davanti alla mia, è sempre stata disabitata, o perlomeno da quando io sono qui lo è stata.
Ma è da un po' che la scritta "vendesi" non è più lì, l'avranno forse venduta a qualcuno?
Mi pare di aver visto dei piccoli furgoncini trasportare qualcosa, probabilmente sono le cose del trasloco di chiunque stia venendo qui.Il sole spicca già tra le tende un po' scompigliate delle finestre, mi avvicino con pazienza e sfioro il tessuto color beige che lascia trapelare il calore mattutino. Devo andare in università alle 8:30, per una lezione di lingua inglese: è la mia preferita.
Tornando a casa devo cercare di ricordarmi di passare per il supermercato, non ho la casa molto rifornita ultimamente.
La "testa in aria" è una mia caratteristica.
Non smetto mai di fantasticare.In men che non si dica, mentre tengo la testa tesa su un libro, mi rendo conto del suono delle campane, accompagnato al rumore di libri che vengono riposti nei propri zaini.
Come faccio ad essere sempre l'ultima a notarli?
Sono appena finite le varie lezioni di oggi, fortunatamente non troppo pesanti!
Ripongo velocemente tutto nel mio zaino e correndo piano, per cercare di non essere chiusa nell'aula, mi dirigo verso il supermercato.«Hey, Abi!»
«Ciao, Youna!»
In questo supermercato ci lavora una delle mie grandi amiche, la conosco da anni ormai. Anche se non ci vediamo spesso, siamo rimaste in buonissimi rapporti.
Noto che ho davvero tante cose da comprare, ma la mia mente a volte è imbecille: decide di non prendere il carrello. Infatti, mentre cammino, un oggetto cade dalle mie braccia e per raccoglierlo, anche gli altri cadono.
Bene, l'ennesima figuraccia fatta in pubblico!Mi maledico mentalmente per la mia sbadataggine mentre con la mia piccola presa tremante cerco di raccogliere ciò che è caduto.
Tutto d'un tratto, mentre sono intenta a raccogliere i vari cibi da terra, un ragazzo mai visto in giro si china verso di me ed inizia a raccogliere i miei oggetti.
Resto un po' ad osservarlo: ha dei tratti molto particolari.«Tieni.» queste parole escono dalle sue labbra, risvegliandomi dal sogno che era scaturito fissandolo.
Sento che ha una voce davvero bassa ma, oltretutto, usa un tono freddo e distaccato.«Grazie...»
Cerco di memorizzare il suo viso ma in men che non si dica è già fuori dal negozio, come se non vedesse l'ora di andare via.
«Abigail, anche se hai 22 anni non smetterai mai di far cadere le cose, vero?»
«Hey, pensa per te!» rispondo fingendomi arrabbiata, per poi scoppiare a ridere con lei.
Nel tragitto verso casa, noto che le finestre dell'appartamento proprio davanti il mio sono aperte, probabilmente il nuovo proprietario è già arrivato.
Non dò molta attenzione a ciò per ora e mi precipito in casa, sistemo la spesa ed inizio a studiare un po'.Il tempo scorre e non mi rendo nemmeno conto del fatto che sono già le 7 di sera!
Uno sbadiglio mi esce spontaneo mentre appoggio la testa sul libro.
Purtroppo non ho un'auto con la quale andare in giro: devo prendere l'autobus per spostarmi, ciò costa ancora più fatica, dato che devo alzarmi presto ed andare alla fermata dell'autobus alle 7:30 del mattino.Quindi, preparo del ramen precotto, guardo un po' di tv e vado subito a dormire.
Il suono della sveglia ha iniziato a suonare, ecco un nuovo giorno.
Odio la sveglia, mi rende nervosa e ancora più stanca, ma devo sbrigarmi.
Biascico un nuovo sbadiglio mentre mi sfrego gli occhi lentamente; non appena la mia mente riprende un po' di coscienza, vado a lavarmi, mi vesto, mi trucco un po', faccio una colazione velocemente e mi dirigo giù, ad aspettare quell'autobus che mi porterà a scuola tra esattamente 10 minuti. Quindi, prendo le mie amate cuffie ed inizio ad ascoltare della musica.Improvvisamente vedo una figura maschile correre verso la fermata dell'autobus, perché manca solo 1 minuto all'arrivo alla fermata. L'autobus è solitamente in perfetto orario. Questo ragazzo sarà sicuramente nuovo.
La sua figura si avvicina a me, osservandomi furtivamente; non mi va di girarmi a guardarlo, ma la mia curiosità è più forte della mia forza di volontà, quindi cedo e mi giro.
Eccolo: il ragazzo misterioso di ieri.
Sarà nuovo in questo quartiere, è strano vedere ragazzi della mia età circa qui.
Inoltre, lui è molto particolare, si può benissimo notare dai capelli color menta. Mi piace questo suo stile, è semplicemente... diverso.L'autobus è appena arrivato e, a mio dispiacere, noto che è pieno, quindi mi toccherà restare in piedi come tutte le mattine.
Appena saliamo, resto ferma nel corridoio, attorniata da mille altre persone con la mia stessa sventura.
L'autista, però, ha la necessità di frenare improvvisamente e tutti i miei tentativi riguardo al non dover sbattere con nessuno, improvvisamente, scompaiono, visto che vado a sbattere direttamente con la persona davanti a me.
«Hey! Fa' attenzione!» Il ragazzo con i capelli color menta sembra un po' scorbutico.
«Scusami, ma non penso sia colpa mia.»
«Hai ragione. Scusa me, adesso.»
Dette queste parole, sempre in modo freddo, si gira di nuovo, lasciandomi di stucco, come se non fosse successo totalmente nulla, che da una prospettiva potrebbe anche essere una cosa positiva.
Appena l'autobus arriva, mi precipito in università.
«Ragazzi, oggi arriverà un vostro nuovo collega. Accoglietelo come tutti gli altri.»
Guardo la porta per vedere chi fosse questo ragazzo, magari potrebbe essere più interessante degli altri.
«Ragazzi, vi presento Min Yoongi, da Daegu»
«Piacere.»
No, è impossibile.
Il mio stupore è visibile da lontano, tanto che per una frazione di secondo i nostri sguardi si incontrano.
Come fa ad essere anche qui? Mi segue, per caso? Già da adesso non sopporto più quei capelli menta.
Autrice:
Salve a tutti! Ecco qui inaugurata la mia nuova storia, sul mio Bias Wrecker, Min Yoongi✨
Ci tenevo a creare un'altra storia, che sia più seria, più tormentata rispetto a quella passata, spero che vi interessi💜
Ecco un regalino, come al solito!
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My Shadow || Min Yoongi.
Fanfiction[COMPLETATA] «ho il bisogno di sentirti al mio fianco: voglio che tu sia la mia ombra, ancora una volta.» Quando la vita ostacola, si acquisisce un senso di convivenza con il mondo in cui si vive; a volte è difficile comprendere sé stessi e le prop...