Pranzarono insieme, tra risate e domande che lui le poneva riguardanti la scuola. Non si azzardava a mettere in mezzo la sua vita privata, non ancora, magari le avrebbe dato fastidio e non voleva assolutamente darle altri motivi per allontanarsi.
<< C'è un professore che adorerai, fidati, è un personaggio! >> Si mise in bocca un polipetto.
<< Non so neanche in che classe sto.>> Le fece notare addentando il panino.
<< Nella nostra siamo in tanti, ma averne uno in più non sarebbe male...>> Sorrise imbarazzata da quella celata ammissione. Lui anche la guardò sorridendo soddisfatto.
<< Nah, poi dovrei sopportarti anche lì. >> Disse fingendo disapprovazione.
<< Ei! >> La ragazza stette allo scherzo e, ridendo, gli lanciò un pezzetto di pane in faccia.
<< Ma come hai osato?!>> Si alzò con finta indignazione dalla panchina sul quale erano seduti. Avevano deciso di non andare a mensa ma mangiare fuori, da soli e senza occhi indiscreti che studiavano il nuovo arrivato.
Lei in risposta gli fece una pernacchia ma nel farlo strizzò gli occhi e non lo vide avvicinarsi e afferrarle le guance tra pollice e indice.
Spalancò gli occhi, la parte era leggermente indolenzita ma lui rideva di cuore e lei non poteva fare a meno di notare quanto il sole stesse splendendo adesso intorno a lui.
Si ricordò quando quello stesso gesto lo aveva rivolto lei a Lelouch, ma si costrinse a non intristirsi. Ora proprio no. Stava così bene con Akito.
<< Chiedi perdono. >> Le intimò lui giocosamente e aiutandola a tornare nel presente.
<< Mai. >> Disse orgogliosa. Una vera guerriera.
<< Posso restare così tutto il tempo.>> Le fece notare lui, l'espressione divertita che gli deformava il volto come non accadeva da tempo.
E pensò che questa, in una vita precedente, sarebbe stata la sua normalità, che avrebbe potuto farla ridere la gente invece che ucciderla e farle rischiare la vita, senza azioni militari o attentati, solo risate.
Sarebbe rimasto a scuola a studiare, ad avere una qualsiasi vita da studente, avrebbe avuto risate e pianti, ma mai niente che non si potesse superare con una serata tra amici, feste comandate e festini pieni di gente allegra e non dover fingere di non sentirsi fuori posto.
Lei, con la sua espressione da bambina, non sarebbe mai stata prigioniera dell'infelicità e non avrebbe avuto il desiderio remoto di scappare da lui per paura di stare bene adesso. Lui avrebbe pensato di non aver niente di speciale da dirle ma finché la faceva ridere, voleva dire che qualcosa di giusto la stava facendo.Nessuno si sarebbe fatto male e i suoi occhi, che ora ridono, non avrebbero nascosto un cuore in lacrime nel guardarla bella come il sole ma con la voglia di essere trovata prima di morire, magari proprio da uno come lui.
Si rincorrono i ricordi e nessuno se ne accorge, si rincorrono e lui li lascia andare, sa che lei come lui ora sta pensando alla scena in biblioteca, seduti a terra, con l'imbarazzo di chi sa di amare.
Lei nemmeno se ne accorge che lui vorrebbe farla innamorare di nuovo, come un fesso, sentirsi dire "No, ti prego non andare, se puoi rimani", come un sognatore disperato.
Lei qui, vestita da bambina, prigioniera, vuole scappare dalla dolorosa realtà, con lui che sarebbe diventato il suo principe immortale.
Il mondo rise quando a lei pianse il cuore.
Voleva sparire, confondersi tra tutte quelle facce, come se così potesse sparire anche il dolore, senza lasciare tracce. Per fortuna non era riuscita nel suo intento, altrimenti lui, anche avendola rivista, non sarebbe riuscito a trovarla.
Si guardarono, gli occhi che tradivano emozioni come felicità e speranza.
Lelouch stava per cedere, tempo un secondo e l'avrebbe baciata.
L'aveva trovata. In mezzo a tutta quella gente, lui l'aveva trovata esattamente come era sempre stata. Forse solo un po' più malinconica.
Ma infondo, le più belle canzoni hanno il retrogusto di malinconia.
Le guance doloranti non le sentiva nemmeno più, anzi, le dita di lui si erano a poco a poco rilassate creando quasi una carezza, era persa nei suoi occhi e più li osservava e più pensava di leggerci qualcosa di proibito ed oscuro. C'erano segreti celati e profondi vuoti, c'erano emozioni che aveva già visto riflesse negli occhi di qualcun altro. Non scappò, decise di affondarci ancora per riuscire a capire.
<< Shirley...>>
Quella voce fece gelare il sangue ad entrambi.
Mentre la ragazza si levava velocemente dal tocco delicato di quelle mani, per girarsi nella direzione di chi aveva parlato, arrossendo, lui era rimasto con gli occhi sgranati a guardare un punto nel vuoto. Fu come ricevere una mazzata dietro la schiena, di quelle che ti spezzano il fiato e ti fanno diventare pallido.
Quella voce...
<< Nunnally! Che ci fai qui?!>>
Shirley sembrava davvero imbarazzata.
<< Stavo andando a lezione. >> Rispose tranquilla. << Chi è il tuo amico?>>
A Lelouch parve la voce della solita spensierata Nunnally, ma aveva il terrore di girarsi. O meglio, voleva disperatamente stringerla tra le sue braccia ma non poteva e temeva di non riuscirsi a controllare guardandola negli occhi.
Ma doveva, quindi prese un bel respiro profondo e si mise dritto con la schiena. Si voltò verso di lei in maniera così rigida da sembrare un pezzo di marmo modellato.
Sua sorella, la sua amata sorella era lì con il suo sorriso cordiale, la sua espressione amichevole e i suoi occhi dolci. Voleva mettersi in ginocchio a piangere.
<< So...sono...L...>> Si fermò appena in tempo.
Andiamo, non fare l'idiota!
Si disse prendendosi a schiaffi mentalmente. Non poteva permettersi questi errori, meno che mai davanti alla sorella, sempre così attenta a tutto.
<< Sono Akito Hyuga, piacere di conoscervi signorina Nunnally Vi Britannia. È un onore. >> Fece un profondo inchino che utilizzò per rilassarsi e riprendere fiato, come se stesse tornando sott'acqua.
<< Non essere così formale, Akito. >> Sorrise amichevolmente.
Era proprio come se la ricordava, la stessa dolcezza innata. Il dolore non l'aveva trasformata in un qualsiasi essere umano.
Il suo piccolo angelo.
<< È un vero piacere comunque averti visto. >> Doveva dirglielo, anche se sarebbe sembrato strano.
<< Sei giapponese vero? È per questo che sei così gentile con me. >>
Lo spiazzò. Cosa significava?
<< Io non...>> Non seppe risponderle.
<< Sai, alcuni nobili di Britannia mi guardano ancora con sufficienza. Sia per la storia del nuovo Giappone che per mio fratello. >>
Non perse mai il sorriso, anche parlando di come veniva tutt'ora giudicata e lui si chiese come facesse ad essere sempre così meravigliosa. Così forte. Sicuramente più di lui. Avrebbe davvero tanto voluto stringerla come un tempo, prenderle la mano e rassicurarla. Ma non poteva e questo lo faceva soffocare lentamente.
<< Io ho ammirato il tuo coraggio in quella scelta e molti come me sono stati dalla tua parte. Lelouch, o Zero, che dir si voglia, era sicuramente un fratello affettuoso e un grande stratega.>>
Forse stava esagerando ma doveva consolarla e farle credere che magari c'era un modo diverso di vedere le cose. Il volto della ragazza si fece più luminoso, mentre quello di Shirley, un po' più cupo, ma lo nascose alzandosi energica e sorridendo forse più del dovuto.
<<Vuoi che ti accompagni in classe?>>
Chiese piazzandosi tra i due.
<< Non preoccuparti, anzi, scusatemi se vi ho disturbati. >> Sorrise ancora e senza aspettare una risposta se ne andò.
Lelouch la guardava allontanarsi sulla sua sedia e pensava che sarebbe potuto di nuovo stargli vicino. Quanto dolore aveva sopportato il suo fragile cuore?
Ma quale fragile, lei è più forte di tutti.
Mentre si allontanava non poteva fare a meno di pensare alle parole di quel ragazzo. Era stata un insolita conversazione. Come poteva aver dato l'idea di un fratello affettuoso se l'aveva fatta sfilare in catene? Come poteva dare per scontato che Lelouch fosse il vero Zero se uno travestito uguale lo aveva assassinato?
Arrivò alla conclusione che o erano parole di cortesia o sapeva qualcosa in più. Doveva scoprirlo a tutti i costi.
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Attraverso gli occhi tuoi
RomancePosso dirvi che ho pianto per giorni chiedendomi come sarebbe stato per loro due un finale diverso e poi ho deciso che glielo avrei scritto io. Se lo meritavano. Shirley se lo meritava. DALLA STORIA: "Mi innamorerò sempre di te, Lelou." L'urlo di...