Era notte fonda, entrambi erano sdraiati sui loro letti a guardare il soffitto e a pensare, come sempre ultimamente, a ciò che il loro cuore nascondeva. Che incredibili bugiardi erano, avevano passato giorni bellissimi insieme, tra lezioni e ore libere, avevano riso e scherzato, parlato di cose serie e profonde, lui aveva continuato a dirle cose dolci per farla innamorare e lei era più aperta e spontanea. Ma sapevano entrambi che la loro storia sarebbe naufragata presto, anzi, non sarebbe mai salpata da quella banchina. Lui era così inevitabilmente perso nella colpa delle bugie, non si dava pace pensando a quanto poco la meritasse, a tutto il dolore che le aveva causato e avrebbe continuato a fargliene, lei era inesorabilmente innamorata di Lelouch. Non riusciva a lasciarlo andare ed amare un altro sembrava impossibile.
Entrambi avevano chiuso il mondo in un cassetto, decisi a non riaprirlo più. Perché continuare a sbirciare dalla piccola serratura allora? Perché fingere di poter ancora arrivare alla felicità? Che senso aveva mentirsi?
Shirley amava Lelouch e in quel cassetto aveva racchiuso la speranza di un amore. Lelouch invece ci aveva lasciato direttamente il suo cuore.
Shirley andava avanti per inerzia da tempo ormai, così come il ragazzo aveva condotto la sua vita prima di capire che c'era una possibilità per quel mondo corrotto dall'odio. Ed era lui stesso. In questi giorni, ognuno nell'altro, aveva trovato un isola di leggerezza, un terreno che non conoscevano ma che sapevano di poter utilizzare per stare bene. Ma era giusto approfittarsene?
Lui non sapeva che, da un anno a questa parte, lei stava provando le sue stesse sensazioni di un tempo: il cuore al minimo per non permettersi illusioni, si costringeva a non provare nulla che potesse poi trasformarsi in un nuovo dolore, ma nessuno dei due si era reso conto di aver lasciato un pezzo di sé negli occhi dell'altro. E allora cosa avrebbero potuto fare?
Non ti fidare di me.
Pensava Shirley mentre una lacrima le rigava la guancia sinistra.
No, Akito non si sarebbe dovuto fidare di lei, che ora si era alzata dal letto per affacciarsi alla finestra. Guardava le stelle con il mento poggiato sul palmo della mano e il gomito che premeva sul marmo bianco della finestra.
Avrebbe tanto voluto amarlo davvero, sentiva che sarebbe anche potuto accadere, se solo lei non fosse ancora così legata a Lelouch. Avrebbe potuto amarlo Akito, lui l'avrebbe fatta innamorare davvero. Ma lei non si sarebbe mai più innamorata. Lo aveva giurato su di lui e promesso a se stessa.
No, non mi innamorerò.
Sembrava così solenne la sua voce nei suoi stessi pensieri. Credeva di poter crollare da un momento all'altro.
Sia Akito che Lelouch erano stati bravi con lei, erano stati bravi a lanciare un'ancora nei sogni di una come Shirley, così vera e fragile, che credeva e crede ancora nei sentimenti e a questa vita come se fosse una favola. Akito sembrava conoscerla molto bene e sapeva quali punti toccare per accendere le sue emozioni, Lelouch invece doveva solo essere se stesso per scaldarle il cuore. Era una lotta alla pari.
Entrambi sapevano che, nel mare in tempesta dentro di loro, le lacrime versate per l'altro erano servite ad alimentarlo ed entrambi sapevano che non bastava mai, che la confusione in quel mare andava bene, perché nel disordine alcune cose le riesci a perdere, se sei fortunato, e ne trovi altre che credevi non fossero importanti.
Ma oggi per lei, come allora per lui, era difficile continuare a provare amore o anche solo a farlo, nel caso di Shirley, dovendo limitare i brividi e fingere che non ci siano, almeno per la ragazza.
Lui al tempo si era illuso di potersi liberare facilmente dell'idea di lei. Che sciocco era stato. Lei adesso si illude della stessa cosa, con Akito, e una parte di lei si costringe a realizzare che quei brividi sono reali, che anche se non vuole, ci sono. Doveva prestargli ascolto.
Non ti fidare di me. Ecco la stupidità che avrei voluto lei comprendesse in quel periodo. Pazzo, ero stato io stesso ad allontanarla e ora la rivoglio? Perché ora si dovrebbe fidare?Si ricordava di quando poteva davvero amarla ma aveva scelto di non farlo, di quando aveva un senso diverso lo stare insieme, che idiota era stato. Lei non doveva fidarsi di lui all'ora e non avrebbe dovuto farlo nemmeno adesso, solo che prima si costringeva a non amare, ora era troppo tardi, già sapeva di amarla.
Anche se entrambi vivevano per l'altro, in modo del tutto diverso certo, lui aveva ritrovato la vita riscoprendola, mentre lei era sempre vissuta di lui, di Lelouch ed ora sembrava avere la possibilità di una nuova vita con Akito, anche se entrambi vivevano del bisogno che aveva l'altro di stare insieme, per puro egoismo, non dovevano fidarsi.
Si sarebbero voluti amare per sempre, ma non potevano. Non era giusto, lei provava qualcosa per un altro e non voleva tradire il suo ricordo.
Lelouch non aveva più un anima pura o un cuore sereno per amare, non poteva amare all'epoca, ma ora si, ora era pronto per amarla, ma non era giusto farla innamorare con una bugia.
Si voltò sul fianco e guardò fuori dalla finestra chiusa.
Lei dormiva?
Si sentiva anche lei persa in quel mare di confusione?
Si mise seduto sul letto, prese il telefono sul comodino e andò nella chat con la ragazza.
"Sei sveglia?"
Non dovette aspettare molto per la risposta di quel messaggio.
Si chiese se anche lei gli avrebbe scritto.
"Si, non riesco a dormire".
Sospirò. Era lui a tenerla sveglia?
"È colpa mia?"
Volava quasi le dicesse di sì.
"In parte..."
"Spero sia un bene." Capiva ci fosse della malinconia nei suoi messaggi, riusciva a percepirlo e voleva fare qualcosa per tirarle su il morale.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
"Ti senti sola?" Le chiese subito dopo, tornando serio.
"Non è la solitudine il problema."
E allora cosa disturbava le notti del suo piccolo angelo?
"E qual'è il problema?"
"Non ho paura di stare senza persone intorno, il mio problema è non avere delle persone vicino."
" Mi vorresti vicino adesso?"
"Dove ci vediamo?"
Sorrise per la sua risposta. Era così dolce quella ragazza.
"Vengo da te."
Scese dal letto e si mise un pantalone di tuta, molto strano anche solo averlo nell'armadio ma Shirley gli aveva detto che sarebbe potuto essere utile averne uno. Per fortuna le aveva dato retta.
Si lasciò la canottiera nera con il quale stava cercando di dormire e si mise la giacca sopra con le scarpe da ginnastica, anche queste consigliate dalla ragazza.
Uscì silenziosamente dalla porta, non poteva farsi beccare in giro per l'Istituto in piena notte, soprattutto non per sgattaiolare in camera di una studentessa. Doveva sbrigarsi a raggiungerla.
Quando riuscì ad arrivare davanti alla sua porta bussò delicatamente.
Le aprì con un sorriso sincero e bellissimo.
Dio se era bella la sua Shirley.
<< Tu sei pazzo.>> Scosse la testa mettendosi da parte per farlo passare.
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Attraverso gli occhi tuoi
RomansaPosso dirvi che ho pianto per giorni chiedendomi come sarebbe stato per loro due un finale diverso e poi ho deciso che glielo avrei scritto io. Se lo meritavano. Shirley se lo meritava. DALLA STORIA: "Mi innamorerò sempre di te, Lelou." L'urlo di...