VI

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Stavano camminando l'uno di fianco all'altra per raggiungere un bar e potersi mettere seduti, nessuno dei due parlava, lei troppo in imbarazzo e lui temeva di dire qualcosa di sbagliato, sembrava essere il bambino che cerca di avvicinarsi ad un cerbiatto, che sa che facendo il minimo rumore o passo falso, lui sarebbe corso via. Voleva andarci con cautela, non poteva rischiare di sbagliare.
Shirley ogni tanto lo guardava preoccupata, camminava a fatica con la schiena dritta mentre si massaggiava ancora il punto colpito. Prese coraggio.
<< Ti fa ancora tanto male?>>
Si chiese perché il ragazzo sobbalzò al suono della sua voce. Era così strano che si preoccupasse per lui?
<< Un po'. >> Le sorrise per non farla preoccupare di più.
<< Vieni. >> Inaspettatamente gli prese un braccio e lo portò nei bagni pubblici. Lui la seguì curioso ma senza dire nulla.
<< Cosa fai?>> chiese una volta che si furono fermati dietro il muro che divideva il bagno delle donne da quello dei maschi.
<< Tirati su la maglia. >> Arrossì nel dirlo ma era più che certa di cosa stesse facendo. Voleva aiutarlo e non poteva se non vedeva l'entità del danno. Gli avrebbe comprato una pomata da mettere se ce ne fosse stato bisogno.
Lui, dal canto suo, si impietrì imbarazzandosi a sua volta.
Ma non poté non darle retta, era così bello vederla preoccupata per lui.
Si tolse la giacca lasciandosi sfuggire una smorfia di dolore e vide lei allungare una mano verso di lui, istintivamente, prima di fermare il gesto, lo guardò per avere un tacito permesso e riprese da dove si era interrotta afferrando il lembo della maglia rossa e alzandolo lentamente per scoprirgli l'addome piatto.
Lelouch rabbrividì nel sentire il tocco delicato di lei sulla pelle, i polpastrelli che accarezzavano la parte livida gli fecero fare una smorfia di dolore ma non avrebbe mai voluto che quel contatto terminasse. Il volto di lei faceva trapelare tutto l'imbarazzo di quella situazione così intima e la rendeva, se possibile, ancora più bella.
<< Hai un livido, dovresti metterci un gel apposito. >> Lo svegliò dal suo stato di trance.
<< Non è così grave, non devi preoccuparti. >> Cercò il suo sguardo e pregò di non perderlo mai più.
<< Aspettami qui. >>
Si sentì svuotato quando lei lasciò cadere la stoffa dell'indumento a ricoprirlo e corse via senza che lui avesse il tempo di realizzarlo e di afferrarle la mano per tenersela ancora lì vicino.
Stava rischiando troppo. Averla così vicino già dal primo giorno era una cosa che andava oltre le sue aspettative ma lei era così imprevedibile, gentile ed altruista e non riusciva proprio ad avere il controllo sulla situazione. Poteva solo farle fare quello che voleva e restare a guardare estasiato.
Quanto le era mancata la sua Shirley. La sua dolce Shirley.
Sorrise pensando che si, questo non era uno dei suoi sogni, lei era viva, sana e salva e ora li con lui. Le aveva sorriso. Lo aveva guardato ancora con quegli occhioni verdi così espressivi.
Questo non si sarebbe trasformato in un incubo dove lei moriva tra le sue braccia impotenti.
Lei era davvero davanti a lui e questa volta ricordava tutto, questa volta non stava in fin di vita, questa volta sarebbe stato diverso, lui avrebbe potuto amarla davvero e lei si sarebbe potuta innamorare di lui.
Ma che idiozie si stava raccontando? Lui non poteva rimanere lì e crearsi una bellissima storia d'amore con lei. Proprio non poteva.
La vide tornare di corsa e le sorrise senza doverci neanche pensare, si stupì nel vederla ricambiare il sorriso.
Come mai gli dava già tutta questa confidenza?
Tirò fuori dalla busta un tubicino.
<< Forza, sentirai un po' freddo ma ti aiuterà a stare meglio. >>
Il ragazzo senza fare obbiezioni si tirò di nuovo su la maglia e la osservò con attenzione mentre si prendeva cura di lui massagiandogli la parte dolorante per far assorbire meglio il gel.
Era straordinaria la sua Shirley.
Sempre pronta ad aiutare gli altri.
Volevo essere la tua realtà.
Strinse gli occhi. Non doveva più ricordare queste cose con dolore, non più.
<< Fatto! Mettilo anche sta sera prima di dormire e vedrai che domani anche il livido si sarà ritirato. >> Sorrise entusiasta porgendo il tubo al ragazzo davanti a lei che però non lo prese.
<< Posso farti una domanda? >>
Perché non pensava prima di parlare? Non poteva chiedergli se lo amasse ancora, cosa gli avrebbe chiesto?
<< Ti andrebbe di aiutarmi a fare shopping? Sai, sono proprio negato a scegliermi i vestiti...>>
Che idiota.
Shirley sembrò pensarci un secondo, poi annuì sorridente.
<< Va bene, però mi dovrai dare retta.>>
<< Ci sto.>>
Prese il gel dalla sua mano, si sfiorarono le dita e tutti e due ebbero un sussulto. Distolse lo sguardo dagli occhi di lei e si mise il tubicino in tasca.

Era da un'ora che giravano per negozi e, grazie a lei, aveva comprato tutto ciò di cui aveva bisogno.
Avevano riso e scherzato come due vecchi amici, certo a volte lui si incantava a guardarla e perdeva il filo del discorso, però in linea di massima era andata bene, ora si sentiva pronto a chiederle qualcosa di più personale.
<< Perdonami la domanda, puoi anche non rispondermi se vuoi. Ma quello di prima era...insomma, state uscendo insieme? >> Era in imbarazzo e sapeva che ci avrebbe messo anche lei, ma doveva saperlo. Doveva sapere se lei era ancora sua o se aveva voltato pagina.
La vedeva sorridergli e sempre di più sperava che nessun altro avesse mai avuto il privilegio di baciarle quelle labbra che ora erano arricciate in una smorfia di imbarazzo mentre valutava se rispondergli o se fosse troppo personale come domanda.
<< In realtà no, ma lo capisco, anche io...>> Si bloccò. Si sentì crescere un nodo in gola al pensiero di lei che si comportava in modo non dissimile a Renya quando c'era Lelouch di mezzo.
<< Anche tu cosa? >> Non sarebbe dovuto essere così curioso di sapere. Doveva lasciarle la sua privacy.
<< Nulla, è una storia che appartiene al passato. >> Sorrise.
Non era vero, non era affatto vero. Lelouch per lei non era il passato, non lo aveva messo da parte mai e dirlo era stata una tortura e il sorriso falso ne era la prova, ma non poteva parlarne con un estraneo, anche se avevano passato una bellissima giornata insieme e anche se stranamente si sentiva a suo agio con lui, come se lo conoscesse da tempo.
Il ragazzo, dal canto suo, parve subire una cortellata al cuore vedendo quel finto sorriso e sentendo quella frase. Non voleva appartenere al suo passato, non voleva che lei lo dimenticasse, voleva essere egoista fino all'ultimo e voleva che il cuore di lei fosse per sempre suo. Era entrato quasi nel panico, doveva saperne di più. Non poteva credere a quel sorriso triste.
<< Non ti capisco, dici che è una cosa riguardante il passato ma ti sei intristita parecchio, hai anche finto un sorriso. >> Lo disse cercando di essere il più naturale e disinteressato possibile, come se stesse parlando del tempo e, forse, c'era riuscito perché lei si era fermata improvvisamente, spiazzata da quella constatazione fatta da un estraneo. Voleva dirglielo che lui non era un estraneo e che, anzi, la conosceva meglio di chiunque altro. Sapeva leggerli i suoi silenzi e riconoscere le sue bugie, non avrebbe mai potuto mentirgli.
<< È complicato...>> Era arrossita notevolmente e non lo guardava nemmeno più in volto, lui si era voltato verso di lei e si era piegato leggermente per catturare il suo sguardo, sul viso cercava di avere un'espressione rilassata e naturale. Dentro stava sudando freddo.
<< Sai, dicono che le migliori storie sono complicate. >> Sorrise. Voleva davvero incoraggiarla a parlare.
<< Ti annoierei. >>
<< Se è complicato non è noioso.>>
Continuava a sorriderle gentilmente e rimase senza fiato quando alzò di nuovo la testa per guardarlo.
Quegli occhi...
Era così vicina, finalmente, poteva sentire il suo respiro farsi pesante ogni secondo in più che passavano a guardarsi con quella poca distanza tra loro.
<< Io...>>
La vide troppo sottopressione e decise di rinunciare, non era giusto costringerla ad aprirsi con lui, doveva ricordarsi che era solo uno sconosciuto ai suoi occhi, era difficile da ammettere ma non poteva neanche permettersi di starle così vicino.
Si tirò indietro e la vide ricominciare a respirare regolarmente ma con il viso sorpreso.
<< Perdonami, sono stato troppo invadente. >> Le sorrise ancora.
<< No è che...non...>> Si fece ancora più triste.
<< Non te la senti di parlarne.>> Le concluse la frase.
<< Forse è ancora presto, forse non appartiene ancora al passato. >> Riuscì ad ammettere la ragazza, distogliendo lo sguardo.
Lelouch le diede le spalle per nascondere l'improvviso sorriso che si fece spazio sulla sua faccia soddisfatta. Lei non lo aveva dimenticato, ne era certo.
Shirley lo guardò camminare davanti a lei e capì che le stava laciando i suoi spazi. Lo osservò per un po' prima di raggiungerlo e ricominciare a camminare al suo fianco.
<< Ti va un gelato? Offro io.>>
Fu colpita dal tono allegro e spensierato di lui che, per cercare un bar, neanche la stava guardando. Sta volta sorrise spontaneamente ed annuì convinta.

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