La campanella suonò e ciascuno andò nella rispettiva aula. Quando ci fu la campanella della pausa pranzo fiotti di persone si accingevano ad andare a mensa. Io e Andy fummo gli ultimi a uscire dalla classe di latino, entrambi senza dirci nulla e con aria quasi cupa. Quando scendevamo le scale mentre passavamo la gente che ci vedeva si zittiva e ci osservava bisbigliando qualcosa, mi venne uno strano impulso e tenni la testa alta a simboleggiare che nessuno poteva tenermi testa, Andy era al mio fianco che osservava la scena con un sorrisetto compiaciuto in faccia. Mise le sue labbra accanto al mio orecchio e iniziò a sussurrare:
-Godiamoci insieme il sapore della vittoria, lasciane un po' anche per me!- ridacchiò
- Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra!
-Se hai vinto solo una singola battaglia allora perché ti pavoneggi in quel modo?
-Per restare a testa alta anche se forse perderò la guerra!
Lui sorrise, finimmo di scendere la rampa di scale e arrivammo alla mensa. Mentre passavamo la gente si appiattiva ai lati del corridoio e io mi sentivo una specie di dea, fiera e potente, come una leonessa. Prendemmo il nostro pranzo e ci mettemmo a sedere. Andy si mise alla mia destra e quando stavo per mettere le labbra sul bicchiere e bere la porta si spalancò e vidi il mio ex ragazzo con al suo seguito le sette p*****e con cui mi aveva tradita. Era totalmente pelato e rosso in faccia e venne verso di noi. Nel suo sguardo si leggeva profondo odio e rancore nei confronti di Andy, lo prese per il collo e lo appiccicò al muro
-Biersack , c' é ancora una guerra in atto e non pensare di cavartela così facilmente.
Gli sputò in faccia, intanto le sette che erano al suo fianco continuavano a guardarmi ripetutamente male. Gli odiavo con tutto il cuore, solo perché erano popolari si credevano chissà chi. In quel momento capii che ruolo da dea avrei dovuto incarnare: la Nemesi. Quando tutti e otto se ne andarono dalla mensa un gruppetto di cinque ragazzi di cui tre maschi e due femmine si avvicinò a noi. Non capii cosa ci facessero lì e si misero a sedere senza che ci dicessero niente. Due dei tre maschi erano chiaramente fratelli da quanto si assomigliavano.
-Piacere, io sono Violet e lei è Danielle!- disse una delle due ragazze.
-Scusate, non per fare la guasta feste, ma cosa ci fate qui?
Il maschio che non era uno dei gemelli rispose
-Che sia fatta giustizia, come tutti!
Andy lo guardò un po':
-Si, ma se con "giustizia" intendi omicidio rivolgiti a dei sicari, non a noi!
Danielle e Violet si scambiarono un' occhiata di intesa.
-Non vogliamo uccidere nessuno, vogliamo solo sistemare quegli otto stupidissimi rospi.
-Uno l' abbiamo già sistemato noi; ne rimangono solo sette.
-Si, appunto, il pezzo grosso è stato fatto fuori, ma rimangono solo le sette serpi che sono con lui e potrebbero benissimo farlo tornare al suo massimo splendore.
Uno dei gemelli parlò a me e Andy.
-Ragazzi, l' intera scuola a bisogno di voi per liberarsi da quegli oppressori.
Capii che la cosa si era fatta veramente seria e ci pensai un po' su. Andy rispose prima di me.
-Va bene, alle quattro tutti a casa mia.
I nostri nuovi cinque amici si guardarono fra di loro con aria compiaciuta e accettarono molto volentieri l' invito.