- non puoi capire. In pratica Wolfhard si è lasciato con Addison. - dissi a Dalila mentre mangiavo le mie patatine preferite.
- aspetta...Wolfhard è quello popolare? - mi chiese lei bevendo dalla sua bottiglina.
- esatto. Stavano discutendo in mensa come se si trovassero al mercato. Non sapevo di cosa stessero discutendo, poi ho sentito che lui non l'amava. Stavano insieme da quasi un anno. - dissi velocemente.
- cavolo, che botta. Ma non l'ha mai amata? - mi chiese interessandosi all'argomento.
- questo non lo so, e penso che nessuno lo sappia. Solo lui può saperlo. - dissi prendendo un'altra patatina.
- beh...potresti chiederglielo. - disse.
- stai scherzando, vero? Già non lo sopporto, figurati se vado vicino a lui e gli dico hai mai amato Addison? Penso mi manderebbe via a calci nel sedere. - dissi.
- oh, potresti almeno provarci.
- certo. Nei tuoi sogni più lontani, forse.
- beh, io ti devo lasciare. Qui è l'una meno un quarto. Da te?
- le cinque meno un quarto. - dissi guardando l'orologio sulla parete.
- oh, è prestissimo. A domani, stella.
- a domani, fiore. - dissi attaccando.
Mi alzai dal letto e andai alla scrivania. Avevo da fare chimica e matematica, materie profondamente odiate. Inoltre ero una schiappa.
Dopo aver passato quasi un'ora a scervellarmi per capirci qualcosa, chiamai Dylan.
- ehi, Chiara. Tutto bene? - mi chiese.
- si, Dyl, solo che non so fare chimica e matematica. - dissi in un lamento.
- oh, io l'ho già finito. Se vuoi, ti do una mano. - disse gentilmente.
- te ne sarei infinitamente grata. - dissi.
Ci accordammo. Lui sarebbe venuto a casa mia per aiutarmi. Dopo neanche dieci minuti bussarono alla porta.
Stavo per scendere le scale, ma lo trovai già dentro.
- ti ha aperto mamma? - chiesi.
- sì. Sai che sei la sua fotocopia? - disse sorridendo.
- lo dicono in tanti...
Salimmo in camera mia e mi sedetti alla scrivania. Lui tolse il giubbotto e si sedette sul letto, accanto a me.
Iniziò a spiegare e, miracolosamente, capii tutto alla perfezione.
- bene. Abbiamo finito. - disse chiudendo il libro che aveva in grembo.
- dimmi che scherzi! - dissi urlando.
- no. Abbiamo finito. - disse sorridendo.
- oh sì! Grazie, grazie, grazie! - gli dissi buttandogli le braccia al collo.
Lui rise e ricambiò l'abbraccio. Ci staccammo e sistemai lo zaino, poggiandolo poi ai piedi della scrivania.
Quando sollevai lo sguardo, lo vidi vicino la finestra.
- Chiara...sai chi vive in quella casa? - mi chiese quasi terrorizzato indicando l'abitazione che si trovava a pochi metri dalla mia.
- no. Perché? - chiesi.
- Finn Wolfhard. - disse voltandosi lentamente.
- cooosa? - esclamai balzando vicino a lui.
- mi sono appena reso conto che questa è la stradina dietro il viale principale. Dimmi che chiudi le tende quando ti cambi.
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those damn eyes.
FanfictionFinn Wolfhard, il ragazzo popolare della scuola. Chiara Smith, ragazza italo-americana appena trasferita. Cosa accadrà? Sta a voi scoprirlo. ----------------------- From chapter fourteen. - per cosa, Finn. Per cosa? - chiesi al limite della pazienz...