- non puoi capire quanto mi manca. Mi manca da morire. - dissi a Dalila.
- beh...penso che dovrai dire a Pasquale che non ti piace. - disse lei guardandolo.
- sì, assolutamente. - mi alzai ed andai verso di lui.
- Chiara. Stavo venendo da te. Volevo dirti che...che in queste due settimane sono stato davvero bene. Mi piaci. Mi piaci parecchio.
- oh...ecco...è questo quello che volevo dirti...io...io non ricambio. - dissi guardandolo negli occhi.
- oh...ma già lo sapevi?
- sì. Me l'ha detto Dalila perché pensava che tu mi piacessi ancora.
- ti piacevo? - chiese sorpreso.
- sì, ma prima che me ne andassi.
- e perché...hai...hai cambiato idea?
- amo un altro. Lo amo tanto.
- capisco...
- allora...ci vediamo quando tornerò?
- sì. Ciao Chiara.
- ciao Pasquale.
Andai verso la mia migliore amica.
- mi mancherai...tanto. Sei stata una mamma. Soprattutto quando...sai. - dissi ridendo.
- afferrato. Ci vediamo, allora. - disse e mi abbracciò.
- sì. Ci vediamo. - dissi stringendola a me.
Ci staccammo e salutai Mark con la mano, per poi andare verso il taxi.
Salii e chiusi la portiera.
- si torna? - chiese mio padre.
- si torna. - dissi con un sorriso stampato sul volto.
Arrivammo all'aeroporto e salimmo sull'aereo.
Ero seduta accanto al finestrino e immaginavo Finn. Solo che ora, l'avrei rivisto.
Gli avevo inviato un messaggio per dirgli che stavo partendo. Non mi ha risposto, ma non so se ora ha visualizzato.
Poggiai la testa allo schienale e infilai le mie auricolari.
Ascoltai moltissima musica e dopo tante, troppe ore di volo, arrivammo a terra.
- ah, casa dolce casa. - disse mio padre prendendo le valigie.
Uscimmo dalla porta in vetro automatica dell'aeroporto e finalmente mi sentii a casa.
- andiamo? - chiesi impaziente.
- sì. Ci verrà a prendere lo zio. - disse mia madre.
Arrivò dopo un paio di minuti e ci avvicinammo al veicolo.
- bentornati! - disse prendendo la mia valigia e sistemandola nel bagagliaio.
- zio! Come va? - dissi abbracciandolo.
- bene, tesoro. A voi come è andata?
- bene. Il viaggio è stato abbastanza tranquillo. - rispose mia mamma.
- okay. Siamo pronti? Salite. - disse entrando nell'abitacolo.
Lo imitammo e sfrecciammo in moto.
- tra quanto arriviamo? - chiesi guardando il sedile del guidatore.
- tra dieci minuti, perché? - rispose mio zio.
- nulla, devo andare in bagno. - dissi velocemente.
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those damn eyes.
FanfictionFinn Wolfhard, il ragazzo popolare della scuola. Chiara Smith, ragazza italo-americana appena trasferita. Cosa accadrà? Sta a voi scoprirlo. ----------------------- From chapter fourteen. - per cosa, Finn. Per cosa? - chiesi al limite della pazienz...