s e v e n t e e n

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- tra pochissimo sarà gennaio! - urlò mio cugino di cinque anni.

- sì! Sei felice? - gli chiesi prendendolo in braccio.

Lui annuì ampiamente e fece un sorriso dolcissimo.

- anche io, ma vorrei passarlo con una persona... - dissi guardando la luna che si ereggeva sulle abitazioni.

- con chi? - mi chiese toccandomi la punta del naso.

- un mio amico. - gli dissi voltandomi verso di lui e imitando il suo gesto.

- perché non lo puoi passare con lui?

- perché è lontano. Abita molto lontano da qui.

- oh...

Camminai con lui avvinghiato alla mia vita verso il salone. Mi posizionai vicino a mia madre e quando arrivò il momento del conto alla rovescia, presi il telefono in mano.

"da me è mezzanotte. Ti penso e mi manchi. Avrei voluto festeggiare il primo dell'anno con te." scrissi e quando tutti urlammo gli auguri, cliccai invia.

Una lacrima calda mi rigò la guancia e abbracciai tutti i presenti nella stanza.

Dopo un paio di minuti, gli uomini scesero in giardino e accesero i fuochi.

Li guardavo assente. Pensavo soltanto a lui, al suo viso, ai suoi occhi, alle sue lentiggini, alle sue labbra.

- hai visto che belli? - mi chiese mio cugino ancora ancorato al mio fianco destro.

Annuii e gli sorrisi.

- anche dal tuo amico sono così belli?

- non lo so, Chri Chri.

Lo schermo del mio cellulare si illuminò, mostrandomi un messaggio di Finn.

"anche io lo vorrei passare con te. Credimi, mi manchi da morire. E credimi, ti penso sempre."

"vorrei averti qui. Ora. Per sempre." aggiunse.

Sorrisi e scoppiai a piangere.

- che c'è? - mi chiese il piccolo batuffolo alla mia destra.

- niente, niente.

- ma stai piangendo.

- oh, sono solo felice. - dissi abbracciandolo.

Sentii le sue braccia paffutelle attorno al mio collo e lo strinsi.

Mentre lo abbracciavo guardavo la luna, e speravo che mi avesse teletrasportato nella camera di Finn. Avevo bisogno di vederlo, di abbracciarlo, più di ogni altra cosa al mondo.

————————

- mamma, ti prego! - le dissi implorandola.

- va bene, ma devi tornare prima dell'alba.

- sì! - dissi avvolgendole le braccia al collo.

Uscii dalla casa di mia nonna e raggiunsi i miei amici al bar.

- quindi? Si festeggia? - esclamò Dalila.

Annuii sorridendo e lei mi abbracciò saltellando.

- aspetta. Niente alcolici e fumo. Intese? -e dissi puntandole un dito contro.

- intese, mamma. - replicò lei.

- aspetta, mi vibra il telefono. - dissi cacciandolo dalla borsetta.

"Chiara, ho bisogno di sentire la tua voce. Ho bisogno di abbracciarti, ho bisogno di te."

"anche io. Non puoi capire quanto mi sento male."

those damn eyes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora