Sorrisi e lo baciai.
Ti amo anch'io.
Mi aveva appena reso la persona più felice del mondo.
- sei bellissimo. - dissi accarezzandogli la guancia destra.
- questo già lo so. - rispose con un'espressione di superiorità.
Gli feci la linguaccia e mi voltai dall'altra parte.
- ehi! - esclamò prima di farmi voltare verso di lui.
Mi scoccò un bacio sulle labbra e ci vestimmo.
Mi aiutò ad alzarmi e ci incamminammo verso casa nostra mano nella mano.
- non voglio tornare a scuola domani. - dissi in un lamento.
- a chi lo dici.
- molto probabilmente mi sveglierò all'ora di pranzo per il jet-lag.
- giusto. Almeno è una scusa per non andare a scuola. - disse sorridendo beffardamente.
- sei uno stupido, Finn Wolfhard.
- se non ero uno stupido non ti saresti innamorata di me. - disse tirandomi la mano e facendomi finire tra le sue braccia.
- ti amo, Chiara.
- idem. - risposi con un sorriso timido.
Sorrise anche lui e mi strinse le guance tra le mani.
- adesso sei mia? - mi chiese con un luccichio negli occhi.
Feci finta di dover decidere.
- mh...non saprei...
- oh...andiamo.
- sì. Sono tua. - risposi sorridendo.
Mi prese per la vita e mi sollevò in aria facendomi girare.
Ridevo come non avevo mai riso. Ero felice. Felice più che mai.
Mi mise delicatamente per terra e mi avvolse un braccio attorno alle spalle.
————————
Mi svegliai per la luce che filtrava dalle finestre.
Mi strofinai gli occhi e li aprii, mettendo a fuoco la mia camera.
Rimasi immobile per qualche istante, poi presi il cellulare e guardai l'ora. Erano le 13:23. Sospirai e mi alzai stiracchiandomi tutta.
La mia mente tornò alla sera precedente e un sorriso comparse sulle mie labbra. Scesi al piano inferiore con addosso la mia vestaglia e andai in cucina.
- buongiorno, dormigliona! - urlò mia sorella correndo nella mia direzione.
- ehi. Anche tu ti sei alzata tardi?
- sì. Mamma è andata a fare la spesa. Sono sotto la tua responsabilità.
- bene. - dissi sarcastica.
- sì, lo so. Infatti le ho detto che sono io che devo badare a te. - mi rispose incrociando le braccia.
- non fare la spiritosa, mocciosetta. - e le diedi un colpetto sulla pancia.
Preparai il pranzo per entrambe e ci sedemmo a tavola.
- buona questa pasta. - disse.
- lo so, modestamente potrei diventare cuoca.
- ah ah. No.
- perché no?
- perché sei troppo acida e impaziente. Non dureresti un giorno. Anzi, il tuo negozio non durerebbe un giorno.
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those damn eyes.
FanfictionFinn Wolfhard, il ragazzo popolare della scuola. Chiara Smith, ragazza italo-americana appena trasferita. Cosa accadrà? Sta a voi scoprirlo. ----------------------- From chapter fourteen. - per cosa, Finn. Per cosa? - chiesi al limite della pazienz...