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Tornai in camera leggera come una piuma. Mi sentivo bene, benissimo.

Avevo scoperto che Finn era simpatico, il contrario di quello che si pensava a scuola.

Indossai una maglia verde militare a mezze maniche che mi arrivava fino alle cosce ed andai sotto le coperte.

Dalla finestra aperta sentii il motore di un'auto. I miei erano arrivati.

Dopo qualche minuto mia madre salii al piano di sopra ed entrò in camera mia.

- tutto bene?

- sì. A te?

- bene. Mi faranno fare il colloquio. - disse con un sorriso.

- bene. - dissi sorridendo anch'io.

- buonanotte. - mi disse lei scoccandomi un bacio sulla fronte.

- notte. - e mi girai dall'altro lato.

————————

Driiin. Driiin.

Ringhiai come ogni mattina da sotto le coperte.

Mi alzai e mi preparai. Poi andai a fare colazione.

Come outfit avevo scelto una felpa corta rossa e un jeans nero a vita alta, che arrivava sopra l'ombelico. Come scarpe le converse nere.

- amore, oggi ti accompagniamo entrambi. Farò il colloquio. - mi aveva detto mia mamma.

Annuii e continuai a fare colazione.

Quando salimmo in auto eravamo tutti e quattro. I miei davanti e io e mia sorella dietro.

- non ho mai visto la tua scuola. - mi fece lei.

- oh, è solo grande, ma niente di che. - le risposi.

Arrivammo fuori l'edificio e lei sgranò gli occhi.

- ma è enorme. - disse poggiando una mano sul finestrino.

- sì. Buona giornata. - dissi e scesi dall'auto, che sfrecciò appena chiusi la portiera.

Mi guardai intorno, ma non vidi nessuno, così mi sedetti su un muretto.

- sola, Smith? - mi chiese quel ragazzo che mi aveva dato della puttana.

- non hai nessun'altra da importunare? - gli dissi acida, ignorando la sua domanda.

- no.

Roteai gli occhi e guardai dritto di fronte a me.

- dov'è il tuo fidanzatino?

- non è il mio fidanzatino. E anche se lo fosse, di certo non saprei dov'è. Non lo perseguito come Blake.

- Anderson, vedo che importuni le ragazze, come tuo solito. - disse una voce alle mie spalle.

- Wolfhard, la tua fidanzatina era tutta sola. Volevo farle un po' di compagnia.

- mi dispiace, ma credo che lei non voglia avere a che fare con te. - disse spostandomi dietro di lui.

- quindi, sarei grato se te ne andassi ad importunare qualche altra ragazza. - continuò e avvolse la sua mano al mio braccio.

Mi portò davanti l'ingresso, dove c'erano solo i ragazzi più devoti allo studio.

- Finn, mi lasceresti la manica? Grazie.

- oh, sì. - disse lasciandomi e arrossendo leggermente.

- quelli sono i tuoi amici? - gli chiesi indicando tre ragazzi.

- sì.

- e perché non vai da loro?

those damn eyes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora