Rientrando a casa dopo l'ennesima lezione al corso di cioccolateria, Adam si sentì pervadere da una strana calma: pensava fosse inverosimile provare di quei sentimenti proprio quando, finalmente, si trovava a mettere tanta distanza da sé e il suo affascinante insegnante.
Aveva letteralmente sbavato innumerevoli volte davanti alla sua immagine immortalata sulle riviste, chiusa all'interno dello schermo della televisione: proprio quando aveva iniziato ad avere la possibilità di frequentarlo nella vita reale, il panico, la tensione avevano preso a fare capolino a ogni loro incontro, costringendo il giovane a contare i secondi che lo separavano dalla fine delle lezioni.
Viveva a Brooklyn e il corso si svolgeva in un albergo di lusso a Manhattan, nell'Upper West Side; ma girovagare per le strade del suo quartiere gli trasmetteva lo stesso una forte ansia, come se si sentisse in costante pericolo di incontrare, appena dietro l'angolo, James Grover.
Solo in casa sua, tra le mura che ben conosceva si sentiva al sicuro: era certo che James mai e poi mai avrebbe potuto mettere piede nell'appartamento dove viveva.-Bentornato!- lo salutò suo padre, accogliendolo in casa. -Come è andata la lezione di oggi?- gli chiese subito dopo.
Adam si strinse nelle spalle, sfuggendo dal suo sguardo: da quando aveva mangiato il dolcetto al cioccolato di James, aveva iniziato a nutrire un sincero interesse per il corso e imparato ad apprezzare il sapore di quel dolce. Che tutto quello, probabilmente, fosse correlato proprio a ciò che nutriva nei confronti del suo insegnante era, ormai, divenuto secondario. Ma continuava lo stesso a odiare di dovere frequentare il corso, seppure per motivi totalmente diversi rispetto quelli che l'avevano spinto a storcere il naso davanti al regalo di suo padre.
-Bene- borbottò, cercando di superarlo e fiondarsi in camera sua, per ritagliarsi qualche momento di solitudine, riordinare i pensieri e tornare a essere il perfetto figlio di cui la sua famiglia aveva bisogno. Sapeva di non potersi permettere distrazioni di quel tipo: anche quando i pianeti si fossero allineati, la vita sarebbe diventata meno sadica con lui, lo stesso James sarebbe stato posseduto da chissà quale folle attrazione nei suoi confronti… nulla sarebbe potuto succedere.Il suo posto era con la sua famiglia: loro avevano bisogno di lui. Tutto il resto non poteva avere importanza.
E la vita reale non era un cazzo di film. Lui non era Cenerentola: anche se ciò che provava si stava rivelando ben altro, rispetto la tipica adulazione da fan nei confronti del suo idolo, Adam sapeva che non avrebbe mai potuto fare nulla per dare sfogo a ciò che teneva segretamente custodito in fondo al cuore.
Trasse un lungo sospiro, aggirò suo padre che continuava a stare lì, impalato, in attesa di ricevere un dettagliato resoconto della sua giornata, quando giunse sua madre di corsa dal fondo del corridoio, tutta trafelata: allungò le braccia verso di lui, iniziando a spingerlo verso la porta d'ingresso.-Ladro!- urlò, continuando nel suo tentativo di mandare il figlio fuori di casa. -Aiuto! Johnny, chiama la polizia!-
Johnathon comprese immediatamente cosa stava accadendo e cercò di fermare l'aggressione di sua moglie nei confronti di loro figlio, traendola a sé, tentando di allontanarla dal ragazzo. Adam, dal canto suo, era così sconvolto e basito da quanto stava succedendo da non riuscire a reagire: non aveva idea di che cosa fare. Assecondava le spinte della madre, indietreggiando poco alla volta e trovandosi ben presto con le spalle contro la porta.
Le strinse i polsi, allontanandole le mani da sé, mentre suo padre l'afferrava per i fianchi.-Sono io! Mamma!- urlò Adam, all'improvviso, rendendosi conto che Karen stava reagendo in quel modo proprio perché non l'aveva riconosciuto.
La donna si bloccò di colpo, reclinò il capo di lato, ma sembrava che gli occhi che teneva fissi sul volto del figlio, in realtà, fossero intenti a guardare oltre, qualcosa di molto distante da loro.
-Hai comprato il dolce, Johnny?- gli chiese.Adam sollevò un sopracciglio stupito, rivolgendo un'occhiata interrogativa nei confronti di suo padre. Johnathon trasse un breve sospiro, lasciò andare la moglie e annuì in direzione di suo figlio.
-No, cara…- balbettò Adam, imbarazzato. -Ma ne possiamo fare uno insieme, io e te. Che ne dici?- le propose. Sua madre batté le mani davanti al viso e gli sorrise come se fosse una bambina. Gli baciò una guancia e iniziò ad allontanarsi da loro due, quasi saltellando di gioia.
Al giovane si riempirono gli occhi di lacrime nel vedere la madre in quelle condizioni e ripensò a se stesso, a quello su cui stava riflettendo poco prima: che senso aveva farsi di quelle fisime, assolutamente inutili, quando la sua famiglia viveva una tale situazione problematica?

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CHOCOLAT
RomanceAdam ha due grandi passioni: i dolci e James Grover. La sua vita è complicata, piena di rinunce, ma non è una persona triste: ha accettato il suo destino cercando di trarre forza da i suoi stessi sogni - quasi tutti decisamente poco casti. Eppure...