Capitolo 3

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*POV EMY*
Sono completamente immobile, schiacciata tra il muro e il suo corpo, sento il suo respiro sul mio collo e nonostante quello che mi ha detto, non mi sento tranquilla.

<stai tranquilla Emy...>

Non ci riesco. Cosa vuole farmi? La risposta appare subito chiara appena sento le sue labbra umide sulla mia pelle che iniziano a baciarla e morderla piano. Non so come descrivere questa situazione, ma spero solo che questa tortura finisca. Le mie preghiere vengono ascoltate e sento la serratura del portone girare, mamma è tornata. Louis si distrae un attimo e io ne approfitto per spingerlo via da me. Prendo la sua maglietta e gliela passo, in fretta la indossa e sorride.

<sono a casa!! Emy, ci sei?>
<sì mamma, sono in cucina...>
Lei entra e vedendomi con Louis sorride.

<Louis che piacere vederti, tutto bene?>
<è un piacere anche per me vederti... io tutto bene, ho accompagnato Emy a casa.>
<grazie, Louis ti fermi anche a pranzo?>

Nella mia preghiera avevo chiesto solo che la mamma mi salvasse e non che lo invitasse a pranzo. Vebbeh che lei non sapeva della festa e del problema nato. No, non ci voleva! Vedo Luois gia sorridente che mi guarda. Dirà sicuramente si, ma non glielo permetterò. Pensa Emy, cervello dammi un'idea! Sto cominciando a tremare per l'ansia. Senza pensarci due volte lui comincia ad aprire la sua boccaccia. Così decido di buttarmi subito e senza avere idee lo interrompo.

<se non disturbo mi pi...>
<Louis deve andare a casa sua mamma, perchè...perchè deve studiare per domani che ha un'esame molto importante.>

Dopo una piccola pausa sono riuscita a farmi venire un'idea e ho sparato la prima che mi è venuta. Lo guardo con un sorriso soddisfatto, ma lui ha sempre quel sorrisetto da prendere a schiaffi. A qualcos'altro in mente credo, ma niente di buono per me. Già lo so. Ma mamma mette fine allo scontro senza volerlo.

<ok ti lasciamo andare, ciao Louis saluta I tuoi da parte mia. Emy accompagna Louis alla porta.>
<sa dov'è, può andare da solo...ciao Louis.>

Mamma mi guarda seria, poi con un cenno del capo mi indica la porta; sbuffo e prendo Louis per un braccio. Ancora con uno dei suoi soliti sorrisetti arroganti lo butto letteralmente fuori da casa mia. Il resto della giornata lo passo a casa, poi la sera mi arriva un messaggio da Becca che mi invitava ad una festa della scuola, ma sono troppo stanca per fare un solo passo e perciò me ne vado a letto. La mattina dopo mi sveglio come sempre alle 7 e guardo subito il cellulare. Sospiro. Becca entra un'ora dopo e quindi sono costretta ad andare a scuola da sola. Mi preparo velocemente e mi incammino verso scuola, ma appena arrivo sulla strada principale una moto mi si affianca e io so già di chi si tratta.

<Tomlinson che vuoi ora? Non sono in vena...>
<woah, woah, woah, calmina. Io l'ho sempre detto che la mattina sei acida tappa>
<...E tu sempre simpatico la mattina...cosa?! Come mi hai chiamata?!> che rabbia.
<ti ho chiamato tappa, tappa. Adesso non fare storie e salta su.>

Quel ragazzo ha il dono di essere irritante come un spina nel sedere. Alzo il sopracciglio e volto lo sguardo sulla strada, lui ride.

<non essere stupida, ti prendo.>

Lo ignoro e comincio a camminare velocemente, lui sbuffa e spegne il motore. Io affretto il passo, in un attimo non sento più la terra sotto i piedi e i miei occhi entrano in contatto con la sua schiena. (la prende sulla spalla con i piedi in avanti) prima o poi ingrasso di 70 chili così vediamo chi riuscira a portarmi in spalla o solo alzarmi da terra. Oppure pagherò un serial killer, non attratto da ragazze possibilmente, e faro uccidere Louis. La seconda mi affascina di più. Mi faccio paura da sola.

Over the clouds || Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora