Passavamo le giornate ad allenarci. Tornavamo nelle nostre rispettive stanze stanche morte.
Io mi allenavo perché in futuro avrei partecipato alle rapine pure io, ma gran parte del mio tempo lo passavo davanti al computer a studiarmi la pianta del museo, le diverse telecamere e quante guardie c'erano di giorno e di notte.
Ovviamente avremmo attaccato di notte, anche se c'erano più guardie, giustamente.
Chi lo avrebbe mai detto che avrei preso a far parte di un gruppo di criminali, anzi, di un criminale. Tyler.
Una sera collassai sul computer. Ero stanca morta. Non ce la facevo più a studiarmi ogni sala e quali quadri presentava.
Qualcuno mi prese tra le sue braccia e mi portò in camera.
- Buona notte. - mi augurò quel qualcuno.
Mi addormentai serenamente.La mattina dopo mi svegliai nella mia stanza. Il sole illuminava la camera con felicità. L'aria era serena. Pareva tutto perfetto.
Mi preparai rapidamente e andai nella stanza di Nikka.
Non c'era. Allora andai in quella di Anggi, ma non c'era neppure lei. Feci il giro di tutto il castello, ma sembrava completamente abbandonato.
- Marta. - mi chiamò qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai e trovai Tyler.
- Ma dove sono tutte quante? - chiesi andandogli incontro.
- Sono ad allenarsi. -
- Mi hai portato tu in camera? - feci ancora.
- Si. Vieni che ti devo spiegare il piano. -
Mi sedetti con lui nel grande salone.
Era davvero strano. Sembrava distaccato, serio, un uomo che sapeva quale era la sua posizione. Un uomo affidabile.
- Attaccheremo a mezzanotte. -
- Wow l'ora delle streghe. - lo interruppi scherzosamente.
Fece un mezzo sorriso.
- Stavo dicendo. Attaccheremo a mezzanotte, tu parlerai con Jenni e me. Ci divideremo in due gruppi. Tu, come già sai, dovrai controllare le telecamere e disattivarle. Avrai una piantina del museo da cui potrai vedere le guardie dove si trovano e avvisarci. Dovrai tenere conto di quanto tempo ci impiegamo a rubare il quadro. -
- Quanto tempo dovreste impiegare? -
- Pippi sostituirà il quadro, sarà nel mio gruppo. In tutto 60 secondi precisi. Jenni starà di guardia. Altra cosa dovrai eliminare l'elettricità cosicché le guardie non possano interagire tra loro. -
- Va bene. -
Ci fu una pausa.
- Anggi ti ha insegnato bene? -
- Si, è stata molto brava. Siete stato voi ad insegnarle? - chiesi.
- Dammi del tu. Si sono stato io e Nikka ti avrà sicuramente raccontato tutta la storia. -
- Già. Una gran bella storia per far sì che non mi ribellassi a voi... a te. -
- Sul serio? -
- Si. Direi che ha funzionato, tanto non saprei proprio dove andare e come sopravvivere. -
- Sei incredibile Marta! Dici tutto quello che pensi. -
- Ritengo che sia importante la fiducia, soprattutto in questo caso. Ormai faccio parte della vostra famiglia ed è importante che tu sappia quello che pensano le ragazze, le tue ragazze, coloro che ti stanno dando fiducia e ritengo che picchiarle e violentarle non sia il modo giusto per farsi rispettare... - notai subito quello che stavo dicendo, ma ormai l'avevo detto: - Scusa, non mi sarei dovuta permettere. -
Tyler non disse nulla, ma mi guardò semplicemente con i suoi occhi verde chiaro bellissimi.
- Mi dispiace veramente. - continuai vedendo che si alzava e si posizionava proprio davanti a me. Merda!
- Alzati. - mi ordinò.
Obbedii.
Cazzo cazzo cazzo.
- Non volevo e non dovevo. Non so perché non tengo mai la bocca chiusa. -
Mise le sue mani sul mio viso con delicatezza.
Io le presi tra le mie.
Ma che cosa stavo facendo?
Sentivo come se stessi iniziando a fidarmi di lui e quel contatto mi piaceva, mi faceva impazzire dal piacere.
Lo abbracciai. Era stato un gesto impulsivo, ma che volevo fare.
- Possiamo stare così per un po'? - gli chiesi fiduciosa.
Lui semplicemente ricambiò il gesto. Con una mano mi reggeva la testa e con l'altra mi stringeva la vita. Io invece lo stringevo intorno alla sua di vita.
Il suo corpo era forte, il suo profumo era buonissimo, il suo tocco sul mio corpo era sexy e delicato contemporaneamente.
Avrei voluto restare così tutta la vita, ricevere quel poco amore che era in grado di dare.
Sapevo che Tyler lo stava facendo apposta cosicché cadessi ai suoi piedi, ma poco m'importava, ormai non sarei più stata una donna libera, tanto vale rimanere in quella casa e fare ciò che vuole.
- Marta. - mi chiamò Tyler dopo un po' : - Dobbiamo andare dalle altre. - aggiunse staccandomi da lui.
Le lacrime presero a scendere senza un perché.
- Che hai? -
- Niente. - cercavo di toglierle.
Mi porse la sua mano e uscimmo dalla stanza mano per la mano.
Ma che mi sta prendendo? Ma che cazzo stai facendo Marta? Deboluccia e scema!
Mentre attraversavamo il corridoio qualcosa mi spinse a fare una grande cavolata.
Lo tirai verso di me facendomi sbattere contro il muro e mi appiccicai alle sue labbra come una sanguisuga.
- Ti prego non odiarmi. - lo supplicai tra le lacrime.
Mi attaccai di nuovo alla sua bocca sottile e dolce.
Mi misi in braccio a lui e con agilità mi prese le gambe che incrociai dietro la sua schiena.
Quell'uomo era pericoloso, lo sapevo, ma non riuscivo a calmare i miei ormoni che continuavano ad indicarmi la direzione del suo corpo.
Credo di essermi presa sul serio una cotta per lui.
- Ti prego, non andare al museo, resta con me. - continuai a supplicarlo.
- Perché lo stai facendo? - mi chiese prendendo fiato.
- Co... Cosa? -
- Stai flertando con me. Cosa vuoi? -
Mi guardò dritto negli occhi tenendomi sempre in braccio.
- Tyler se credi che sia un piano o cosa non è così. Credo... Credo di essermi presa una cotta per te. -
- Ma davvero? - fece divertito.
- Non prendermi in giro, va bene? - sorrisi.
Mi mise a terra.
- Vai dalle altre. - disse poi.
- Okei. - mi allontanai, ma prima mi voltai verso di lui. Non c'era più.
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Rapita Da Te 1st [ COMPLETA ]
AdventureMarta sta cercando di scappare da un uomo di cinquanta anni che l'ha presa da un orfanotrofio per poi violentarla. Mentre scappa però sviene dalla fatica e dal dolore a causa delle botte ricevute. Qualcuno la prende con sé e la porta a casa sua, in...