Capitolo 7

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Entrati nell' enorme giardino della grande villa di campagna, mentre attraversavamo con la macchina la grande strada che conduceva alla casa, dal finestrino iniziai a guardare i cavalli che correvano nel parco. Malcolm li accudiva per  le corse che teneva nella sua casa.  Aveva un grandissimo centro equestre.
- Ti sono mancati, non è vero? - mi chiese.
- Niente che è tuo mi è mancato. -
- Davvero? -
- Si. Quello che è tuo è sporco. -
Ci fu un minuto di pausa.
- Sai, durante la tua assenza mi sono divertita con la domestica. - disse uscendo dalla macchina.
- Che verme! - dissi scendendo a mia volta e sbattendo la porta dell'auto.
- Ehi! - gridò Jeffrey venendomi contro.
Malcolm fece un sorrisino soddisfatto salendo le scale che  conducevano all'entrata della villa.
C'erano un sacco di guardie del corpo e molti erano uomini alti e muscolosi, come Mirko e Jeffrey.
Spinsi quest'ultimo e corsi verso le scuderie.
Entrai dentro e chiusi la grande porta.
C'era un lunghissimo corridoio. Erano presenti  tantissime razze diverse.
In fondo c'era la stalla di un toro con cui facevano giochi davvero crudeli.
- Ciao. - dissi sporgendomi.
Il torello si avvicinò cosicché potessi accarezzargli il muso.
- Come stai, Totò? - così l'avevo chiamato due mesi fa, quando l'avevano portato.
Malcolm aveva deciso di  spendere  un sacco di soldi per quella creatura, solo che fece fuori il proprietario perché gli aveva chiesto il doppio della cifra che avevano deciso quando Malcolm era andato a ritirare Totò.
Ad un tratto Malcolm mi raggiunse e si mise dietro di me.
Mi voltai prima che potesse appoggiare le sue sudice mani sul mio corpo.
- Cosa vuoi Malcolm? -
- Ecco chi ti mancava. Totò. Domani ci faremo una bella corrida. -
- È uno sport spagnolo. -
- E quindi? Possiamo farlo anche qui. Tanto cosa cambia. Sarà sicuramente più divertente. Comunque non sono qui per questo. -
- Dai, che cosa di sporco vuoi fare, eh?! -
- Sei proprio intelligente. Allora, se non posso scoparti io lo farà qualcuno d'altro. -
- Cosa?! -
Cercai di scappare, ma Malcolm mi bloccò fulminandomi con lo sguardo.
- Sei un maledetto maiale! - gli tirai un ceffone, ma lui subito ricambiò dandomene uno ancora più forte facendomi sbattere contro lo stipite della stalla di Totò.
Mi massaggiai la tempia.
- Vuoi sapere chi è il cavaliere? -
- Io non farò sesso con nessuno! -
- OH sì Marta, lo farai con Christian. -
- No, no, ti prego. - cercavo di levarmi  dalla presa mentre mi trascinava fuori dalla scuderia: - Malcolm, no! - gridavo disperata: - Con Christian no! Ti prego! - usciti fuori fui presa da due suoi uomini.
Mi portarono nelle mie stanze mentre io cercavo di liberarmi: - Malcolm, ti prego! Ti prego! -
Continuai a urlare.

Era peggio di quanto pensassi.
Malcolm voleva vedermi proprio soffrire. Non mi avrebbe guardato mentre facevo l'amore con Christian, voleva solo che soffrissi. Semplicemente questo.
Christian era uno dei migliori combattenti che Malcolm potesse scegliere. Era primo di Jeffrey e Mirko messi insieme.
Nessuno poteva batterlo. Oltre a questo non aveva un cuore. Se poteva far soffrire non ci pensava due volte. Era cattivo e sadico. Perlomeno così pensavo quando lo vedevo cmaminare per i corridoi della villa.
Era alto due metri, muscoli ben scolpiti, ma non esagerati ed era bello.
Quando camminava non potevi non guardarlo e mangiarlo con gli occhi, ma se lo conoscevi avresti cercato in tutti i modi di evitarlo e di non trovarlo in mezzo al tuo cammino.
Entrò nella mia stanza. Io ero in bagno che piangevo spaventata.
Avevo visto quell'uomo ammazzare un suo compagno sotto richiesta di Malcolm, che aveva aiutato un trafficante di armi scappare con i cannoni del maiale.
L'aveva sventrato vivo. Con un'ascia gli aveva tirato fuori tutti i suoi organi con una sola mossa.
Entrò in bagno e si piegò sulle ginocchia davanti a me.
Aveva una maglia  a maniche corte color verdastro, un maio di pantaloni beige e degli stivali da militare, sulla cinghia portava un coltellino svizzero e una pistola.
Mi alzò la testa con uno dito.
- Ehi. - disse guardandomi negli occhi.
- Ti prego Christian, non farmi male. Faccio tutto quello che vuoi. -
- Ehi ehi ehi. Non ti farò niente. Malcolm non verrà a sapere nulla. - mi interruppe.
- Cosa intendi? - mi aiutò ad alzarmi.
Andammo in camera da letto e mi fece sedere, lui invece prese una sedia e si mise davanti a me.
- Noi due non faremo nulla. -
- Cosa?  -
- Non ho intenzione di violentare una ragazzina di sedici anni. -
Lo guardai sbalordita. Quell'uomo che ammazza a senza pietà non mi avrebbe violentato?
- Marta, so che hai paura di me. Uccido uomini senza pietà, ma lo faccio per Malcolm. -
- Puoi andartene. -
- No, sono in debito con lui. -
- Lo hai saldato uccidendo quel trafficante di armi e il suo complice, nonché il tuo migliore amico. -
- È più complicato. Ma non sono affari tuoi. Non dovevo proprio parlartene. -
- Malcolm dov'è? -
Lui mi guardò semplicemente. Era con la badante.
Mi alzai, ma lui mi fermò e mi rimise a sedere.
- Malcolm lo capirà che non hai fatto nulla con me. - aggiunsi dopo un po': - Vorrà una prova. Se ha scelto te è perché sà che non hai il coraggio di toccare una donna. -
- No, lui pensa che abbia il coraggio. Non sai quante donne ho violentato. -
- Cosa?! - dissi alzandomi sorpresa.
- Mi ha insegnato il mio migliore amico. Anon fare queste porcate. -
- Perché lo facevi? -
Ma non rispose. Odiava parlare, era la prima volta che si apriva così con qualcuno.
- Senti, - gli dissi: - facciamolo. Usi il preservativo così glielo porti e hai la prova che l'abbiamo fatto. -
Mi guardò terrorizzato.
- No, Marta. Non farlo. -
- Cosa può andare storto?! È colpa mia, sono io che l'ho provocato e ora ne sto pagando le conseguenze. -
- Non è questo. È che posso essere violento.-
Mi alzai e mi misi sulle sue gambe. Gli tirai su il viso così da poterlo guardare negli.
- Tranquillo. Sono abituata alla violenza e se tu hai paura di farmi male allora non me ne farai. - lo rassicurai.
Iniziai a baciarlo con delicatezza. Lui posò le sue mani sulla mia schiena. Mi staccai.
- Ho fatto qualcosa che non va? - mi chiese.
- No. - sorrisi: - Se vuoi ti insegno a fare l'amore? -
Per la prima volta sorrise.
- La donna che ti sposerà, Christian, sarà fortunata. -
Lui mi guardò dritto negli occhi e vidi delle sfumature di colore verde spuntare da quel colore nocciola chiaro.
Gli accarezzai il viso.
Presi a baciarlo di nuovo, ma questa volta con più passione.
Si mise in piedi tenendomi le gambe e mi coricò sul letto mettendosi su di me, continuando a baciarmi.
Gli tolsi la maglietta e feci lo stesso anche io. Presi ad accarezzargli il petto. Era forte e possente.
Inziai a baciarlo e man mano salivo sul collo. Non gli piacque.
- Ehi. - gli presi il polso. Aveva fatto il pugno: - Scusa. -
- Tranquilla. Non è colpa tua. - mi fece di nuovo perdere tra i suoi occhi.
Feci intrecciare le mie dita con le sue e diressi la sua mano vicino al mio braccio. Lui mi tolse una spallina del reggiseno e poi l'altra e me lo tolse.
Iniziai a respirare un po' più affannosamente.
Presi a baciarlo di nuovo. Ero tanto vulnerabile che perdevo la testa per qualunque ragazzo, ma in quella circostanza era completamente diverso. Dovevamo entrambi salvarci la pelle, che mi costringevo a farmi piacere quella situazione.
- Christian. -
- Dimmi. - disse reggendosi con le sue braccia forti.
- Di questo passo non faremo nulla, se vuoi puoi fare sesso con me come più te la senti. -
- Marta no. -
- Ehi. - dissi mettendomi seduta, i nostri visi erano uno davanti all'altra e molto vicini: - Io so come sei e hai dimostrato di non essere per niente cattivo. Quindi fallo, tanto peggio di quello che mi è successo non c'è nulla. Fallo e finiamola di stare in questa situazione così scomoda. -
Christian mi guardò con tristezza. Ma qualcuno aprì la porta.
Mi coprii il seno.
Mirko.
- Che stai facendo?! - gridò andando addosso a Christian, ma lui lo bloccò e gli fece sbattere la schiena contro il muro.
- Mirko, tranquillo. - gli dissi.
- Sei solamente una puttana! -
- Non abbiamo fatto nulla! -
- Allora perché Christian è a petto nudo e tu hai le tette al vento?! Eh! -
- Perché è così. - disse Christian.
- Perché Mal... - ma Christian mi fulminò con lo sguardo. Così restai zitta.
Mirko uscì arrabbiatissimo. Christian si rimise la maglietta e si chiuse la cintura.
- Te ne devi stare zitta. - disse serissimo: - Questa storia è tra te, Malcolm e me. Non devi farne parola con nessuno. -
Era ritornato il Christian di prima.
Se ne andò pure lui, chiudendo la porta della camera.
Ero di nuovo sola.
Mi sentivo davvero una ragazza sporca, stupida, cieca.
Presi a piangere e mi nascosi sotto le coperte.

La mattina dopo fui condotta nella grande sala da pranzo. Davanti alla porta c'erano Jeffrey e Mirko. Uno degli uomini che mi aveva accompagnato aprì la porta e mi fece entrare.
Malcolm era seduto a tavola mentre accanto a lui c'era Christian. Mi guardò come mi guardava sempre. Distaccato, come se non ci fossimo mai conosciuti. Lui era solamente al servizio di Malcolm, io non esistevo.
- Siediti figlioccia. -
Obbedii.
- Allora, come hai dormito? -
- Bene. Tu? -
- Bene, bene. - poi si rivolse a Christian: - Puoi andare. Oggi devi allenate tutti i ragazzi nuovi. -
Christian fece solo un cenno con la testa e uscì.
- Posso dirti una cosa? -
- Non posso diventare sorda quando parli, ahimè. -
Fece una risata: - No, ora sono serio. Cosa è successo? Ieri sera? -
- Niente. -
- Me l'ha detto anche Christian. Va beh. Dovrò trattenere la mia curiosità. - disse, ma dai suoi occhi potevo capire  che stava mentendo.
Dopo la riunione di famiglia andai a cercare Mirko.
Lo vidi che si allenava.
Mi sedetti sul muretto e guardai i loro allenamenti.
Stavano correndo intorno al campo e dovettero passare accanto a me.
- Mirko. - lo chiamai. Per fortuna era ultimo. In testa invece c'era Christian.
Mirko si fermò.
- Dopo gli allenamenti posso parlarti? - gli chiesi.
Vidi Christian che mi guardava con sguardo cattivo.
Mirko fece cenno di sì con la testa.
- Torna agli allenamenti. - gli ordinai: - Falli tutti neri. -
Lui sorrise e raggiunse i compagni.
Rimasi a guardarli fino alla fine.
Spesso Christian mi dava le spalle così potevo ammirare il suo lato b.
Meno male  che avevo gli occhiali da sole.
- Bene! - disse Christian : - Ci vediamo domani. -
Mirko mi raggiunse.
- Che c'è? -
- Non ti trattengo molto. -
- Tranquilla. Per te perderei tutto il tempo del mondo. -
Nessuno degli uomini sapeva che Malcolm mi violentava, ma molte volte mi picchiava. Mirko veniva ad aiutarmi solo quando io andavo alle scuderie per distrarmi.
Perciò vedeva solamente i lividi. Mi aveva aiutato a scappare per questo motivo.
L'unico che molto probabilmente sapeva tutto su Malcolm era proprio Christian.
- Volevo chiederti scusa per ieri. Solo che è successo un casino con Malcolm. -
- E perché c'era Christian nel tuo letto? Era per Malcolm? -
- Esatto. Voleva farmela pagare per cose nostre. -
- Non dovresti dirmelo. -
- Lo so, ma di te mi fido. Non è successo nulla. Nemmeno Christian aveva il coraggio di farlo. -
- Sono contento che me l'abbia detto. Sai che ci tengo tanto a te. -
Lo abbracciai:  - Anche io. -
- Sta arrivando Malcolm. - mi avvisò, così ci staccammo e lui se ne andò.
Mi voltai e vidi sul balconcino che mi guardava.
- Che stai facendo lì? -
- Guardavo I bei soldatini. - feci un sorrisino.
- Vieni. È ora di pranzo. -
- Non mangerò con te maiale. -
- Ti devo parlare. -
Così mi alzai e lo raggiunsi in sala da pranzo.
- Allora, Marta. - disse mentre il cameriere ci serviva il pranzo: - Puoi andare Marius. - disse al cameriere che chiuse la porta, poi riprese a parlarmi: - Lo so che non mi perdonerai mai, però devo sapere che mi rendo conto di essere stato un verme schifoso con te e vorrei che diventassimo sul serio padre e figlia. Io ti voglio bene, Marta davvero. -
- Hai davvero una faccia tosta, eh! -
- Si, lo so che è dura per te perdonarmi. Altra cosa, credo di essermi innamorato veramente. -
-Della badante? -
Lui fece sì con la testa.
- E lei prova la stessa cosa per te? - chiesi.
- Vorrei chiederle di sposarmi. -
Sputai l'acqua che avevo appena bevuto: - Cosa?! - chiesi sorpresa.
- Vorrei davvero costruire una famiglia. -
- HAHAHAHAHAHHAHAHA. - risi rumorosamente.
- Non prendermi in giro, sono serio. Vorrei che tu mi dessi la benedizione. -
- Prima devo sapere se lei prova le stesse cose per te. -
- Chiediglielo, se non mi credi. -
Scoprii, per mia sorpresa, che l'amore era corrisposto. Non me lo sarei proprio aspettato.
Mi coricai a letto contenta. Perlomeno Malcolm non mi avrebbe più violentata. Avevo chiarito con Mirko. Ma qualcosa non mi tranquillizzava. Christian.

Rapita Da Te 1st  [ COMPLETA ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora