Conosci il tuo nemico

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-Pensavo che ci portassi il caffè, Mick – sorrise allegro Slava mentre si sedeva di fronte a Mickey in sala riunione; rivolse un cenno di saluto a Nelson e Liz e tornò a concentrarsi su Mickey. – Visto che sei così vicino alla sala pranzo… -
- Sì stronzo, l’ho capita, non c’è bisogno che me la spieghi – Mickey rigirò  la poltrona verso il tavolo per fulminare con lo sguardo il collega, notando piacevolmente e non per la prima volta che assomigliasse ad un killer in tutto e per tutto ma che dentro di sé fosse sostanzialmente un pagliaccio. – L’unico modo per farti portare il caffè sarà puntandomi una pistola alla testa –
- Sembrate un coppia sposata da vent’anni – si intromise Mandy, sedendosi accanto a Tico e facendo segno ad uno degli sfigati della Divisione Informatica di unirsi a lei. – Cercate di andare d’accordo per due minuti. Il nuovo capo sta arrivando –
Mickey avvertì  i tratti del proprio viso trasformarsi in una combinazione tra un broncio e una smorfia mentre Slava raddrizzava la schiena contro alla poltrona e si stampava un enorme sorriso sulle labbra. Ammiccò a Mickey quando Ian entrò nella stanza.
Aveva cambiato il completo del giorno prima, il quale aveva tenuto sveglio Mickey quella notte per immaginare di toglierglielo di dosso. Purtroppo però, il look casual era anche peggio. Jeans scuri, maglione leggero nero con scollo a V e un blazer. Tutto sembrava tagliato perfettamente su misura del suo corpo, e da quello che si intravedeva sembrava che avesse dedicato molto tempo a fare in modo che suddetto corpo valesse la pena di quei vestiti.
Questo portava Mickey ad odiarlo ancora di più. Ma non poteva vestirsi come una persona normale? Lanciò un’occhiata ai propri pantaloni cargo blu marino coordinati alla maglietta. Sembravano puliti, anche se leggermente striminziti. Quando alzò  di nuovo lo sguardo, Ian era in piedi in fondo al tavolo, sorridente, dando ad ognuno il tempo di godersi il sole al posto di quella sua stupida faccia per qualche secondo. Quando quel sorriso da mille volt illuminò Mickey si guardarono, mantenendo il contatto visivo. Mickey dimenticò in un batter d’occhio come si respirasse normalmente. Prima, il petto cominciò ad alzarsi e ad abbassarsi più velocemente di quanto avrebbe dovuto. Siccome questo avrebbe potuto tradirlo, trattenne il respiro sperando di nasconderlo, ma mandò il proprio cuore in sovraccarico. Ringraziando il cielo, lo sguardo di Ian proseguì su sua sorella che gli diede il benvenuto a nome di tutti.
Ian ricambiò  con un cenno educato e blaterò qualcosa  di insignificante , quindi Mickey ritornò al proprio umore seccato. Finché Ian non afferrò i lembi del blazer, esclamando quanto facesse caldo nella stanza. Una volta tolta la giacca, si girò  a stenderla sullo schienale della poltrona e Mickey volle solo sbattere la testa sul superficie del tavolo.
Ma certo che sarebbe stato bene anche in jeans e  fottuto maglione attillato. Fece scorrere lo sguardo lungo il corpo alto e slanciato, fermandosi sulle spalle muscolose ben visibili attraverso il tessuto scuro. Deglutì involontariamente, nascondendo poi il gesto grattandosi il labbro con le nocche. “Guarda da un’altra parte” si rimproverò. Proprio sotto agli occhi di Slava. Spalancò gli occhi per la sorpresa ma non tanto quanto Slava prima di guardare Ian per poi tornare su Mickey. Lo stronzo sorrise e Mickey gli mandò tutte le maledizioni possibili.
-Allora, Ian- disse Slava, grattandosi il collo su cui spuntava da sotto il colletto la testa del tatuaggio di un serpente. – Hai davvero un bel maglione. Sembra anche morbido. È cashmere?-
Colto di sorpresa, Ian si accarezzò distrattamente il petto scendendo fino alla pancia e fermandosi quando la mano si scontrò con la fibbia metallica della cintura. Mickey seguì il movimento e Slava rise sotto ai baffi. – Oh beh, sì – rispose. – Credo proprio di sì –
-Hai sentito Mick? – chiese Slava continuando a guardare Ian. – A te piace il cashmere-. Ian alternò lo sguardo tra i due, chiaramente confuso.
- Ma che cavolo dici, Slava? Scommetto che Mickey non ha neanche mai sentito la parola “cashmere” prima d’ora – si intromise Mandy.
- Certo che l’ho sentita-. Le spedì un’occhiata contrariata. Non aveva idea di cosa fosse o quale fosse la sua consistenza ma l’aveva già sentita. Il desiderio di mettere le mani su un maglione di cashmere era stato appena aggiunto alla sua lista di cose da fare prima di morire.
A quel punto l’intera stanza si stava chiedendo che cosa diavolo stesse succedendo, e Ian capì che era ora di dare un taglio alla moda e passare invece agli affari, allargando le mani. – Elite Security segue il protocollo 4CS: comando, controllo, comunicazione, computer e servizi segreti, e il mio ruolo nell’Unità di Protezione consiste nell’organizzare, dirigere, coordinare e controllare le nostre risorse… -
Mickey ascoltò distrattamente mentre Ian raccontava della sua formazione a Georgetown e poi dell’eventuale ritorno nella sua città natale, Chicago. In tutto questo, evitò di guardare qualsiasi capo di abbigliamento indossasse Ian o di incontrare lo sguardo di Slava, il quale aveva sicuramente un’espressione compiaciuta stampata in viso, che poi era perlopiù la sua solita faccia.

Cubicle Wars - Guerre Tra CubicoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora