Caos

579 26 0
                                    

- Begli stivaletti –
Mandy alzò gli occhi dal cellulare nella direzione da cui proveniva la voce di Slava poi si guardò i piedi accavallati sul tavolino in un angolo della sala pranzo. – È meglio che lo siano, ormai li ho in tre colorazioni diverse, cavolo –
Vedendo che qualcuno aveva finalmente preparato una caraffa di caffè, Slava riempì la sua tazza e le si avvicinò. Per essere uno che ne beveva in continuazione tutto il giorno non aveva mai voglia di prepararselo, soprattutto il venerdì mattina di quella che sarebbe stata una lunga giornata. Sarebbe stato in servizio quella sera per il gala all’hotel Four Seasons almeno fino a mezzanotte, e non ci sarebbe stato abbastanza caffè che tenesse. – Eri indecisa? - chiese. C’era solo Mandy in sala pranzo e sembrava piuttosto concentrata su qualsiasi cosa ci fosse sul suo cellulare. Si lasciò cadere sul divano accanto a lei e cercò di sbirciare sullo schermo giusto per darle fastidio. Lei lo guardò corrugando le sopracciglia, allontanò il cellulare e alzò una gamba per esibire le sue nuove calzature.
- È stato difficile scegliere ma non è per questo che ne ho tre paia. Fottuto UPS… -. Lasciò perdere e abbandonò il cellulare sul suo grembo.
- Racconta tutto a Slava –
Mandy sorrise nonostante il cattivo umore. – Momento intimo con Slava? –
- Beh, ho fatto mettere insieme i nostri piccioncini da solo -. Rise quando Mandy gli tirò una gomitata sul braccio. – Perché UPS è sulla tua lista nera? –
- C’è questo corriere… -. Si fermò, visibilmente frustrata.
- Ah, qui abbiamo proprio una tragedia shakespeariana –
Lei storse il naso; per un attimo sembrò tale e quale suo fratello. – Ma non muoiono tutti in quella roba? –
- Spero di no! -. Ridacchiò al adorabile musino. – Comunque, dimmi di questo corriere. Se interessata al suo pacco? –
Il suo sorriso ritornò. – Già, non ne ricevo uno da troppo tempo – sospirò con fare drammatico. – Fa le consegne nella mia via ogni giorno e lo guardo tutte le mattine dalla finestra mentre bevo il caffè-
- Sembra un buon inizio per una sana relazione -. Questa volta era già preparato alla gomitata in arrivo e la schivò.
- Sì beh, ho deciso di fare qualcosa –
- Gli stivaletti? – chiese colpendole la caviglia con il piede.
- Esatto –
- E non è caduto ai tuoi piedi quando te li ha consegnati? Hai dovuto ordinarne altri? –
- No, ogni volta che arriva il mio ordine c’è un altro corriere – rispose seccata.
- In quante colorazioni sono disponibili questi stivaletti? -
- Tre –
Slava bevve un sorso di caffè fingendo di riflettere profondamente. – Mi sa che hai esaurito le possibilità. Devi passare oltre –
- Ora capisco perché Mickey non vuole confidarti i suoi segreti –
- Mi hai ferito -. Si portò una mano al cuore, proprio sopra alla tasca della camicia.
- Quando comincia il “momento intimo”?-
- Adesso. Perché non esci e basta e lo saluti? –
- Cosa?? -. Mandy lo guardò come se fosse impazzito. – Crederà che sono una stalker! –.
Slava inarcò un sopracciglio biondo.
- Ah, sta zitto – esalò in tono lamentoso. – Dai, piantala di fare lo scemo. Cosa dovrei fare? –
Slava ridacchiò, divertendosi come un matto. Cupido ci metteva un bel po’ a colpirlo con la sua freccia e prevedeva già di arrivare alla tomba scapolo. – Oh beh, lavori per una compagnia di sicurezza di reputazione mondiale che ha accesso a qualsiasi tipo di informazione. Potresti cercarne qualcuna su di lui e usarla per incontrarlo accidentalmente –
- Oh, è una buona idea – concordò appoggiando i piedi a terra e raddrizzando la schiena per l’emozione.
- Oh sì certo, l’ultima volta che hai cercato di non dare nell’occhio ti si è ritorto contro –
Si lasciò cadere di nuovo sul divano. – Merda –
- Ma alla fine ha funzionato –
Si rialzò di nuovo e Slava scoppiò a ridere. Era come guardare uno yo-yo. – Cazzo – esclamò di nuovo. – Devo tornare al lavoro. La riunione comincia tra quindici minuti e Gabe è insopportabile, rende la vita di Annette un inferno e di conseguenza anche agli impiegati –
Slava aveva notato la tensione che regnava in ufficio negli ultimi giorni. – Due incarichi importanti uno dietro l’altro innervosisco il  ,grande capo –
- Beh allora forse non dovrebbe essere lui il grande capo – borbottò Mandy.
- Sì sta avvicinando alla pensione –
- Non abbastanza in fretta per me. A quanto pare Janssen ha continuato a chiamare tutta la mattina ripetendo come un pazzo quanto l’evento di stasera sia vitale per la reputazione della Helix o cazzate simili –
- È comprensibile, è la sua serata di beneficenza annuale – ridacchiò Slava pensando a tutti i ricchi imprenditori ospiti al gala di quella sera.
- Già, come se le case farmaceutiche avessero bisogno di altri soldi -. Fece scorrere il dito sullo schermo del cellulare. – Dai, devo andare davvero. Hai qualche consiglio utile? –
Slava annuì. – Okay, ecco cosa penso -. Mandy gli rivolse uno sguardo che la sfidava a prendersi gioco di lei, ma aspettò di sentire ciò che aveva da dire. – Hai avuto abbastanza fegato da mettere tuo fratello e il tuo capo insieme in quella suite da luna di miele. Porta il culo fuori di casa e vai a presentarti –. Lei annuì mordendosi il labbro ma non era ancora totalmente convinta. - Invece di startene lì a bere il caffè, portagliene uno. Deve fare consegne intorno alle sette del mattino? Allora ne ha certamente bisogno una bella tazza –
Il sollievo illuminò il suo viso. – Sì okay, farò così. Almeno capirò se potrebbe scoccare una scintilla-
- Vuoi che domani mattina io venga a casa tua e ti chiuda fuori? –
Lei scosse la testa facendo dondolare gli orecchini. – Domani no, ma se non lo faccio vieni pure lunedì mattina –
- Affare fatto, ma sappi che porterò i rinforzi – la avvertì, enigmatico.
- Non so se mi piace l’idea – replicò alzandosi dal divano.
- Oh, non vorresti mai che lo portassi con me –
Mandy spalancò gli occhi spaventata, sicura che avrebbe attuato al sua minaccia. Slava la seguì con lo sguardo mentre si affrettava fuori dalla sala pranzo, i tacchi che si risuonavano sul pavimento piastrellato mentre oltrepassava Lucy, che si stava dirigendo verso la teiera. Appoggiò il braccio tatuato sullo schienale del divano e osservò la ragazza bionda rovistare in mezzo alle bustine del thè, sospirando ogni volta che ne toccava una. Dopo aver finalmente scelto quella giusta, la mise dentro ad una tazza grande tirando su rumorosamente con il naso. Divenne sempre più rumorosa a mano a mano che restava lì. Era carina come una reginetta del ballo sotto il probabile effetto di speed, ma Slava non poteva ignorare quando qualcuno sembrava in difficoltà. – Va tutto bene, Lu? –
Lei si voltò nell’udire la sua voce. – Il mio ragazzo… - cominciò. Slava non sapeva dire se il dramma in cui vive fosse una commedia o una tragedia.

Cubicle Wars - Guerre Tra CubicoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora