Fuoco diretto

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Slava fischiò richiamando l'attenzione di tutti. I sette membri dell’Unità dei Servizi di Protezione in tenuta sportiva si riunirono ai bordi del tappeto nella palestra di Elite in attesa delle sue direttive. – Okay, riprendiamo dalla sessione del mese scorso. Dove ci eravamo lasciati? – Incrociò le braccia coperte di tatuaggi che risaltavano sulla canotta bianca mentre aspettava una risposta.
-Ai ganci- rispose Nelson fingendo di tirare un pugno a MIckey, il quale lo spinse via con una manata sulla fronte e alzò gli occhi al cielo. – Dai Mickey, divertiamoci un po’- protestò il ragazzo con la coda di cavallo che si muoveva a ritmo dei suoi saltelli sul posto, pieno dell’energia tipica della gioventù.
Mickey lo ignorò e si voltò verso il collega. – Vediamo di darci una mossa con questa cazzo di autodifesa, Slav -. Non aveva bisogno di una lezione su come prendere la gente a calci nel culo. Era il talento di cui Dio gli aveva fatto dono. Ma tutto ad un tratto fu pervaso da desiderio di vedere il signor Cashmere in azione. – Ma- aggiunse, sorridendo maligno. – forse qualcuno deve stare al passo. Ehi Gallagher, perché non fai una prova con Mandy? -
-Cosa?-. Ian sembrava sconcertato all’idea e Mickey sapeva che avrebbe fatto incazzare a morte sua sorella.
- Che cosa vuoi dire?-. Mandy mise le mani sui fianchi, le unghie decorate in vivace contrasto con i leggins neri che le fasciavano la parte inferiore del corpo. Attraversò il tappeto e si fermò davanti a Ian. – Pensi di potermi battere, Ian?-
- Oh no, ma voglio dire, sei una d… -. Ian si accorse della fregatura proprio quando stava per cascarci. O combatti contro ad una donna o vieni definito sessista. Mickey sorrise soddisfatto.
- Beh, Ian? Cominciamo? -. Mandy fece traballare il piede nudo.
- Ehm, certo -. Ian si posizionò al centro del tappeto blu, guardando brevemente Slava in attesa di istruzioni. Slava fece segno a Mandy di fare lo stesso e poi rivolse un cenno ad Ian. – Okay Ian, blocca Mandy con una stretta al collo, come se la stessi tenendo in ostaggio -. Slava indietreggio per farsi da parte e Ian si posizionò dietro di lei. Le avvolse un braccio intorno al collo, ma con una delicatezza tale che Mandy protestò di nuovo.
Mickey si godeva il disagio evidente di Ian, per non parlare del fatto che ora poteva guardarlo liberamente. Fece scorrere lo sguardo dagli stretti pantaloni grigi della tuta alla T-shirt attillata, fino ai bicipiti contratti per tenere ferma Mandy. Per un secondo avvertì una sorta di rabbia nei confronti della sorella ma decise di ignorarla.
-Pronti?- chiese Slava, e prima che Ian potesse anche solo rispondere, Mandy portò la gamba sinistra in avanti e si rigirò sotto al braccio piegato di Ian, facendolo indietreggiare con una spinta sul petto e ritornando trionfante in posizione.
- Wow- ansimò Ian alzando la mano per darle il cinque. – Niente male –
Le ammiccò e schiaffò il palmo contro al suo. Provarono altre mosse, Ian che afferrava Mandy in prese diverse e la sua egocentrica sorella che le eludeva una dopo l’altra. Il gruppo aveva cominciato a fare il tifo, fischiando quando Mandy finse alcuni ganci e Ian finse di cadere in ginocchio. Quando si scambiarono i ruoli e Mandy bloccò Ian in una stretta, Mickey decise che non era più così divertente. Incrociò le braccia e rivolse alla sorella uno sguardo torvo mentre lei assaliva il rosso.
-Okay, grazie Mandy – li interruppe Slava tornando sul materasso, mentre Mandy toglieva le sue mani invadenti dai bicipiti di Ian. – Sei pronto a scontrati con qualcun altro, Ian? –
- Oh certo – rispose Ian, più che mai disponibile. Mickey vide Slava sorridere, e dopo svariati anni ormai aveva imparato a riconoscere quello sguardo: diabolico piacere. Non aveva bisogno di guardare Mickey per fargli capire che cos’avesse in mente.
- Ehi Mick, vuoi far vedere ad Ian una delle tue mosse di wrestling? –
Anche sapendo che cosa aspettarsi, non era preparato alla reazione del proprio corpo a quelle parole. Ian gli lanciò un’occhiata così fulminea da fargli credere di averla immaginata, se non fosse stato per il lieve rossore sulle sue guance. – Certo -. La sua fottuta boccaccia lo metteva di nuovo nei guai; le gambe lo condussero verso alla sua rovina, salendo sul tappeto dove Gallagher si stava sistemando la maglietta sull’addome. Ma aveva qualche maglia un po’ meno attillata?
-Ian, hai mai praticato wrestling?- gli chiese Slava.
- Per poco tempo al college, ma niente di serio –
Slava annuì dandogli una pacca sulla spalla e Mickey capì che stava tramando qualcos’altro. – Quindi conosci la “backdoor”?-
Mickey lo avrebbe ucciso .
Mentre Ian rimaneva a bocca aperta, Slava continuò. – È quando quello che sta sopra sta in mezzo alle gambe di quello che sta sotto e… -
-Sì lo sappiamo, Slava -. Mickey lo avrebbe strangolato con quella canottiera che indossava non appena quella pagliacciata fosse finita.
- Oh, benissimo. Allora la lascio a voi -. Diede un’altra pacca sulla schiena ad Ian e scese dal tappeto mentre i due avversari si fissavano, immobili. Lo sguardo di Ian celava qualcosa che provocò a Mickey un’ondata di desiderio, mozzandogli quasi il fiato. L’adrenalina si era impossessata del suo corpo e ogni fibra fremeva all’idea di toccare Ian in un modo così aggressivo.
Si posizionarono direttamente uno di fronte all’altro. Mickey fece scorrere lo sguardo sul suo corpo finché non incrociò quello di Ian. Il mondo si era ridotto a quel semplice materasso blu. Ignorando la “backdoor” suggerita da Slava, tentò un colpo diretto nella direzione generale della faccia di Ian per testare i suoi riflessi, consapevole del fatto che sapesse già muoversi bene da quanto aveva visto in palestra. Com’era prevedibile, Ian lo schivò a sinistra, sollevando il gomito verso l’interno del braccio di Mickey ed evitando facilmente il colpo.
Mickey sorrise appena e, senza preavviso, gli afferrò il collo con la mano sinistra. Nessuno dei due si mosse. Era solo la seconda volta che si toccavano ma quella stessa sensazione di calore risalì lungo il suo braccio come la prima volta. Ian irrigidì i muscoli del collo e si spostò a destra, rompendo il contatto con il pollice di Mickey che premeva proprio sui suoi tendini.
Ora stavano cominciando ad ansimare entrambi e il mondo intorno a Mickey svanì. Allungò la mano per afferrare il morbido tessuto della maglietta di Ian ma il rosso lo evitò senza sforzo; Mickey approfittò della distrazione per cercare di colpirlo ma Ian lo schivò anche questa volta. I loro occhi si incontrarono, mantenendo lo sguardo fisso come due predatori. Il cuore di Mickey gli martellava nel petto per l’attesa.
Continuarono a girare in tondo senza che nessuno dei due guadagnasse terreno finché Mickey non invase il cerchio delimitato dalle braccia di Ian e lo colpì sul petto con i palmi cogliendo il rosso di sorpresa, il quale grugnì debolmente per l’impatto . Allo stesso tempo Mickey alzò la gamba portando il ginocchio contro al suo fianco e la fece scivolare intorno alla coscia di Ian, stringendola in una presa salda.  Il colpo improvviso al petto fece perdere l’equilibrio ad Ian e con la gamba intrappolata in mezzo a quelle di Mickey cadde all’indietro. Mentre cadeva Mickey lo lasciò e il rosso colpì il materasso con un soddisfacente tonfo. Prendi questo, ladro di cubicoli indossatore di maglie attillate.
Ian era sdraiato sulla schiena che lo fissava, le narici dilatate per il respiro pesante, la maglietta sollevata che esponeva l’addome contratto sotto al ciuffo di peli rossi che scompariva oltre il bordo dei pantaloni della tuta. Mickey non riuscì a togliergli gli occhi di dosso finché la propria gamba non cedette per i piedi di Ian che gli torsero la caviglia. Cadde in ginocchio sul tappeto, Ian si rialzò e si posizionò con uno scatto dietro di lui, cingendogli il collo con il braccio. Ora ansimavano per lo sforzo e per il contatto tra loro.
Mickey spostò il peso a sinistra seguendo l’impeto e la forza di Ian, sperando di toglierselo dalla schiena. Invece di scivolare da un lato però, Ian rimase in equilibrio sostenendosi sul piede e fece leva per spingere Mickey sulla schiena, inginocchiandosi sul materasso in mezzo alle sue gambe. Con il fiato corto, Mickey sentì le proprie gambe allargarsi insieme a quelle di Ian, il quale cercò di non cadergli addosso, e Mickey colse l’occasione per avvolgergli le proprie intorno al corpo, incrociando le caviglie sulle sua schiena e stringendo la presa. Si immobilizzarono. Chissà come cavolo erano riusciti  a finire in quel modo nonostante l’impegno di Mickey a non assecondare le stronzate di Slava.
A poco a poco prendeva coscienza delle parti del proprio corpo a contatto con quelle del suo stupido capo. Ian aveva avvolto le braccia intorno alle sue cosce coperte dal tessuto mimetico dei pantaloni della tuta esercitando pressione, quasi come un massaggio. Il suo inguine aderiva contro al sedere di Mickey, e fu qui che Mickey decise di fare leva sulle sue spalle per prepararsi a rigirarsi e finire sopra invece che sotto. Negli anni aveva già avuto abbastanza uccelli nelle vicinanze del suo fondoschiena per saperne riconoscere uno con del vero potenziale. Ovviamente, Ian doveva essere anche abbastanza dotato da provocargli un mancamento.
Respirarono affannosamente ma quei pensieri durarono solo un paio di secondi; Ian si chinò in avanti come se stesse per baciarlo, o qualcosa di ugualmente contorto, e questo gli garantì facile accesso. Lasciò che Ian fosse a pochi millimetri dalla sua faccia e si leccò le labbra per l’attesa di qualcosa che non avrebbe mai permesso. Con una mossa fluida, si rigirò sulla parte bassa della propria schiena, afferrò gli avambracci di Ian, si fece spazio per avvolgere l’altra mano intorno al suo collo e lo spinse sul materassino con il suo avambraccio intrappolato in mezzo alle proprie cosce. Ma ora il peso del rosso gravava sulle sue parti basse quindi lo lasciò andare immediatamente, rotolando su un fianco e allontanandosi da lui.
Si mise in ginocchio e guardò prima Ian che lo fissava sbalordito e poi gli altri presenti, con gli occhi ugualmente spalancati.
-Ian, amico mio, è stato impressionante – disse Slava raggiante aiutandolo a rimettersi in piedi. – Mickey è un fottutissimo lottatore di strada, ma oggi sembrava un po’ sulle nuvole. Ti senti bene, Mick?-
- Sì, sto bene – rispose mentre si piegava con le mani sulle cosce per riprendere fiato. Slava gli diede una pacca sulla schiena e Mickey se lo scrollò di dosso.
- Hai mai praticato arti marziali?- chiese il biondo a Ian.
- Non molto – rispose, e  tornò a sistemarsi quella dannata maglietta. – Ma ho praticato molta boxe e un po’ di kickboxing –
- E yoga – aggiunse Mickey in tono compiaciuto lanciando gli un’occhiata oltre la spalla mentre scendeva dal tappeto.
Ian arrossì ma ricambiò comunque il suo sguardo. – Namaste, Mickey –
Mickey si grattò nervosamente il naso con le nocche e abbasso lo sguardo sui piedi nudi di Ian per nascondere un sorriso che minacciava di allargarsi sulle sue labbra. Sembrava avere qualche superpotere in grado di far crollare tutte le barriere che Mickey aveva alzato.
-Ehi, Ian- lo chiamò Slava mentre raggiungeva Mickey. – Stasera andiamo a bere qualcosa per festeggiare di essere sopravvissuto un altro anno. Ti unisci a noi?-
- Certo—accettò Ian. – Sarebbe bello –
- Fantastico. Da Murphy’s alle otto –
Mickey cercò di ignorare lo sfarfallio nello stomaco, sperando che fosse solo un po’ di influenza intestinale.

Cubicle Wars - Guerre Tra CubicoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora