L'arte della guerra

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Lunedì, Mandy si stava godendo un po’ di tranquillità in sala mensa mentre mangiava il suo sandwich all'insalata di pollo e scorreva tra le opzioni disponibili di stivaletti su Amazon. Aveva cominciato a sviluppare una vera ossessione per il corriere che faceva le consegne nel suo quartiere e aveva deciso che fosse ora di incontrarlo faccia a faccia. E poi aveva davvero bisogno di un paio di stivaletti nuovi con l’estate alle porte.
Ad un certo punto era entrato Ian ma le aveva rivolto un semplice cenno di saluto per poi riscaldare la pasta al microonde. Lanciò un paio di occhiate nella sua direzione per vedere se avesse voglia di fare due chiacchiere ma sembrava perso nei propri pensieri, o semplicemente non dell’umore per socializzare. La pace fu interrotta bruscamente da due voci maschili che provenivano dal corridoio.
- Ti fai le seghe sui siti di armi online? –
- Sempre meglio dei siti che guardi tu –
Slava fischiò e le rivolse un gesto di scuse quando incrociò lo sguardo torvo di Mandy. Si avviò direttamente verso la caraffa del caffè, riempì la borraccia termica e prese al volo due ciambelle dalla scatola mentre Mickey andava al distributore automatico. Ian si irrigidì improvvisamente e Mandy se ne accorse con la coda nell’occhio, chiedendosi perché fosse così a disagio. Aveva percepito un po’ di tensione venerdì sera da Murphy’s ma aveva anche bevuto un po’ troppo e magari si era solo immaginata le cose. Ma l’aria di tensione era ancora presente. Ian guardò la pasta dentro al proprio contenitore di plastica poi alzò lo sguardo su Mickey, il quale stava entrando in modalità da combattimento per prepararsi alla sua lotta con il distributore. Mandy avrebbe potuto offrirsi di aiutarlo ma era troppo divertente vederlo innervosirsi quando il suo snack si rifiutava di cadere nel modo giusto. – Ogni fottuta volta – borbottò.
Mandy si mise comoda per lo spettacolo e per avere una vista migliore della reazione di Ian. Fu interessante notare che i suoi occhi rimasero puntati più sulla schiena di Mickey che sul suo pranzo.
Nel frattempo, Slava si era accomodato sul divanetto contro al muro. Prese un morso della ciambella, apparentemente interessato anche lui a fissare Ian che a sua volta fissava Mickey. Ancora più misterioso era come Ian non si stesse rendendo conto di essere al centro della loro attenzione.
- Stai scherzando? –. Mickey colpì il distributore con un calcio ma le sue Doritos rimasero incastrate. – Non riesco davvero a capire, cazzo -. Ora parlava tra sé e sé, chiaramente offeso, portandosi le mani sui fianchi mentre si mordeva l’angolo delle labbra.
- Stai attento, Mick. Ogni anno muoiono più persone per incidenti con i distributori automatici che per gli attacchi di squali - intervenne gentilmente Slava, sorseggiando il suo caffè.
- Già, e quanti distributori muoiono ogni anno? -. Cercò di scuotere il distributore con le mani ma il pacchetto continuava a non cadere. – Voglio solo il mio cazzo di pranzo –
Ian spinse indietro la sedia e si avvicinò a Mickey. Inserì cinque dollari nel distributore, digitò A3 sul tastierino e due pacchetti di Doritos caddero nella vaschetta. Suo fratello guardò la testa di Ian mentre si chinava a raccoglierli. Se in quel momento avesse avuto in bocca la sua insalata di pollo sarebbe soffocata. Oh merda, pensò. L’espressione di Mickey si era addolcita in un modo che non credeva neanche fosse possibile.
Ian si rialzò e gli consegnò entrambi i pacchetti. Mentre discutevano su a chi toccassero le patatine, Mickey spostò lo sguardo su Slava, il quale gli sorrise a trentadue denti. Evidentemente quella situazione non gli era nuova. Lo guardò alzando le sopracciglia con fare accusatorio e lui scosse semplicemente le spalle.
Con due pacchetti di Doritos tra le mani, Mickey ritornò dal collega. – Andiamo o… ? –
Slava si alzò e si pulì la bocca con un tovagliolo. – Possiamo andare. Ringrazia Ian per aver salvato il tuo pranzo –
- Quel fottuto distributore è… -. Si interruppe quando l’unica reazione di Slava fu uno sguardo di attesa. Guardò Ian, ancora in piedi accanto al distributore. Con un rapido cenno del capo, Mickey fece scorrere un dito sul labbro superiore.
- Di nulla, Mickey –
I due uomini se ne andarono e Ian ritornò al pranzo mentre Mandy faceva mente locale. Era per questo che Mickey l’aveva accompagnata a casa venerdì sera, sostenendo che non fosse nelle condizioni di prendere un taxi da sola, piuttosto che accogliere l’esplicito invito di Paolo ad una scopata? Era abituata alla sua riservatezza quando si trattava della sua vita amorosa, quindi non ci aveva fatto molto caso. Ma ora si chiese quanto Ian centrasse con la sua decisione.
Si ritrovò sospesa in un momento di indecisione ma poi ricordò che non era molto incline già di suo a tenere fuori il naso dagli affari di suo fratello, quindi perché cominciare in quel momento quando c’era chiaramente bisogno di lei?

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