Capitolo 1

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"Tesoro ho parlato con i miei superiori e abbiamo deciso che sarebbe meglio che rimanessi qui per il momento, almeno fin quando la situazione non si sarà stabilizzata. È stata predisposta una quarantena nazionale, sarebbe scomodo che tu la infrangessi, dato anche chi è il mio superiore."

"Capisco, avviso la mamma e cerco di organizzarmi per continuare il lavoro per l'università." dissi dispiaciuta, cercando però di non far pesare la situazione a mio padre. Lui, come tutti, stava solo cercando di proteggere la sua famiglia, perciò non potevo far altro che accettare di trascorrere un periodo nell'immensità di Palazzo Chigi. Non da molto, infatti, mio padre aveva trovato lavoro come guardia di sicurezza del Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e aveva dovuto lasciare la città dove vivevamo insieme a mia madre e ai miei fratelli. Quei dieci giorni che avrei dovuto trascorrere con lui all'improvviso diventarono trenta, forse di più.

Un collaboratore mi accompagnò rapidamente nella stanza riservata a me: "Ecco qua, questa è la chiave della stanza e sul letto trovi degli asciugamani. Il bagno è alla tua sinistra e questo è tutto signorina."

'Che stanza regale' pensai. Poi appoggiai la mia piccola valigia davanti all'armadio nella stanza, tirai fuori il mio beauty case e presi gli asciugamani dal letto per andare a fare la doccia. Effettivamente era sera tarda e lo stress accumulato nel giorno mi aveva irrigidito tutti i muscoli della schiena: una bella doccia calda avrebbe risolto tutto!
Passarono forse quaranta minuti, alla fine riuscii ad uscire dalla doccia in tempo per rispondere alla telefonata di mia madre: "Pronto, mamma! Ciao, come stai?"

"Tutto bene tesoro, sei pronta a tornare a casa?"

"Mamma, c'è stato un cambio di programma. Per precauzione rimango qua a Roma, mi hanno sconsigliato, o meglio vietato, di partire domani."

"Ma come fai? Dove dormi? Come fai a lavorare alla tesi?"

"Eh mamma, mi hanno dato una stanza, tra l'altro lontanissima da quella in cui sta papà, mi hanno detto che non ci sono problemi per il cibo e per fortuna ho portato il computer; non ho i libri su cui fare ricerche, ma spero di riuscire a portarmi un po' avanti con le varie bibliografie delle fonti e se la cosa dovesse andare avanti a lungo cercherò il modo di procurarmi i libri."

"Sei sempre molto diligente tu, brava tesoro, sei il nostro orgoglio!"

Risi, un po' per l'imbarazzo che i complimenti di mia mamma mi avevano generato, e un po' per mascherare la tristezza che raccontavano le mie parole: un mese intero lontano dalla mia famiglia e dai miei amici! Solo al pensiero mi sentivo male, ma non riuscivo ad essere arrabbiata, Giuseppe Conte aveva preso una delle scelte più difficili della sua vita per salvaguardare il bene comune.
Mi aveva sempre affascinato molto la sua linea di pensiero, infatti quando mio padre ci aveva comunicato il trasferimento che lo avrebbe portato vicino a lui ero stata molto contenta, sia perché sono consapevole che mio padre è un'ottima guardia di sicurezza e quindi avrebbe salvaguardato al meglio il Premier, ma anche perché speravo di avere l'occasione di stringergli la mano e complimentarmi con lui per i suoi manuali di diritto che mi avevano aiutata a superare diversi esami.

"Mamma ti devo salutare, dai un bacio grande a tutti e riguardati!" le dissi prima di chiudere la telefonata e infilarmi degli abiti comodi, ma comunque abbastanza adeguati alla circostanza: insomma, camminare per i corridoi di palazzo Chigi in pigiama non era la scelta migliore.

Cercai di contattare mio padre per sincerarmi che stesse bene e per augurargli una buona notte, di lavoro per lui, di sonno per me.

"Tesoro ho solo due minuti, buona notte!"

"Stavo venendo a cercarti, buona notte anche a te!"

"Ti sei sistemata bene?" chiese sbirciando nella mia camera.

"Si, certo, è tutto così elegante!"

"Buonasera Presidente, stavo arrivando per accompagnarla alla cena." s'interruppe mio padre volgendo gli occhi dietro di me.

"Non si preoccupi Luciano, questa deve essere sua figlia, giusto? Mi hanno detto che si fermerà con noi per qualche settimana, brava, scelta saggia!" esclamò l'uomo porgendomi la mano.

"Eva, molto piacere. Spero che la mia permanenza non sia un problema."

"Come vedi la struttura è molto grande." rispose secco, lasciandomi senza parole, solo con un sorriso di circostanza.

Il suo tono era molto distante e la sua voce così gentile; il suo viso era cambiato molto rispetto alla prima volta che l'avevo intravisto, due mesi prima. La situazione che stava vivendo non era di certo una situazione facile e la pressione che aveva addosso doveva dargli parecchi pensieri.
Non diedi peso al fatto che si congedò subito, trascinando con sé anche mio padre, piuttosto rimasi imbambolata a fissare quello splendido completo blu e al modo in cui questo cadeva sulle sue spalle, poi sui fianchi e ancora giù, lungo le gambe. L'eleganza con cui lo indossava mi lasciò completamente senza parole, l'unica cosa che mi risvegliò dall'idillio fu il suono del mio cellulare: un messaggio da Alice, una delle mie più care amiche.
Rientrai velocemente nella mia stanza e la chiusi a chiave, prima di infilarmi sotto le coperte di un letto king size e rispondere alla mia amica.
"Finalmente bloccata con Tommaso, ringrazia il tuo daddy da parte mia!" recitava il messaggio.
'Che stupida' pensai ridendo. Tommaso le era sempre piaciuto, non perdeva occasione di scappare in Sicilia da lui ogni volta che sua madre glielo permetteva, anche se purtroppo lui non si era mai reso conto dei sentimenti di Alice e lei non era mai riuscita a confessarglieli.

"Il mio che, scusa? Saluta Tommy e mi raccomando, parlagli!" le risposi io.

"Il tuo daddy, il tuo 'Presidente' -percepii il suo tono sarcastico anche a chilometri di distanza- non fare finta di non sapere di cosa sto parlando!"

"Mi hai scoperta! L'ho incontrato prima, sai? Abbiamo scambiato letteralmente solo due parole..."

"Non voglio ritardare i tuoi sogni su di lui! Chissà a cosa starai pensando ora..."

"Quanto sei scema!" risposi per poi mettere la sveglia e lasciare il cellulare sulla scrivania.
'Cavolo questa stanza ha letteralmente tutto' pensai prima di addormentarmi in un sonno profondo.

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