Capitolo 14

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"Complimenti Lele! È buonissima." Dissi commentando il piatto di spaghetti al tonno che stavamo animatamente gustando.

"È insipida." Rise Gian.
"È poco cotta." Si aggiunse Diego.
"Siete solo invidiosi!" Squittì infine Lele assumendo un'espressione compiaciuta.

"Ti aiuto a sparecchiare." Dissi a Gian alzandomi dalla sedia quando tutti avevamo ormai finito di mangiare.
Raccolsi in cinque piatti, le cinque forchette e i cinque bicchieri. Li impilai saldamente e mi diressi verso la cucina posando il tutto nel lavandino.

Quando mi voltai per tornare in salotto, mi trovai faccia a faccia con Gian e la distanza tra noi era davvero poca. Sobbalzai colta alla sprovvista. "Scusa." Dissi sotto al suo sguardo attento.
"Sof..." Mi afferró il polso avvicinando le labbra al mio orecchio, "Tanc tiene davvero tanto a te, non l'ho mai visto così. Non lasciartelo scappare, ok?" Mi rivolse un sorriso complice prima di riporre la tovaglia piegata nel cassetto. Annuii ricambiando il sorriso prima di raggiungere i nostri amici.

"Film?" Propose Diego accennando il gesto di sfilare la maglietta prima di ricordarsi ch'ero presente anch'io. Risi.
"Puoi toglierla, non mi scandalizzo.".
Non c'era nulla di malizioso nella mia affermazione, solo non volevo che cambiasse le sue abitudini a causa mia. Lanció uno sguardo interrogativo a Tanc che annuì alzando le spalle.

"Film." Confermó Lele deciso dirigendosi verso il grande divano al centro del salotto. Afferró il joystick e prese a scorrere qualche titolo su netflix. Intanto Diego, Gian e Tanc si accomodarono accanto a lui e io mi accoccolai nell'angolino con le gambe su quelle di Tanc e la testa posata sulla sua spalla. Con la mano mi accarezzava la gamba provocandomi lievi scosse in tutto il corpo.

"Questo? Che ne dite?" Domandó Lele.
Pareva un film horror, sgranai gli occhi: lo era. Quel genere di film mi terrorizzava ma la vergogna ad ammetterlo era troppa perciò, vedendo tutto d'accordo, accettai anch'io stringendo il braccio del mio piccolo principe.

In fin dei conti non era così spaventoso: erano piule scene divertenti di quelle horror. Ridemmo tanto, quel pomeriggio. Diverse volte sorpresi Tanc a guardarmi per poi arrossire distogliendo gli occhi quando incontravano i miei.

"Che c'è?" Gli domandavo ridendo.
Scuoteva la testa evitando di rispondere finchè avvicinó le sue labbra al mio orecchio e mi sussurró un dolce "Sei stupenda quando sorridi." Prima di incidermi un piccolo bacio sul collo, dietro l'orecchio.

Quello fu sicuramente uno dei pomeriggi più belli della mia vita: da un film appollaiati sul divano, a sfidarci alla playstation, a fare la lotta con i cuscini.
Aiutai persino Gian dandogli dei consigli per come approcciare con la ragazza di cui si era innamorato, Marta: bad-boy all'apparenza, Gian era un vero timidone e non aveva idea di come conquistarla. Più che altro era spaventato dalla possibilità di essere rifiutato. Mi disse che sarebbe stato un duro colpo perché, per lei, aveva proprio perso la testa.
Lo spronai a provarci senza pensare alle conseguenze, continuando a ripetergli che sarebbe andato tutto bene. Ricordo l'enorme sorriso con cui mi ringrazió, il luccichio nei suoi occhi quando parlava di lei. Mi si strinse in cuore vedendo tanta dolcezza in una sola persona.

Intanto Tanc mi abbracciava da dietro lasciandomi qualche leggero bacio sul collo che mi faceva rabbrividire. Mi contorcevo sulle sue gambe, sotto al suo sorriso perso, ai suoi occhi...innamorati? Ci conoscevamo da così poco tempo ma insieme eravamo un'esplosione di emozioni unica. Tra noi c'era una grande intesa, un'enorme complicità e tanta voglia di vivere, di viverci. Ed era ancora presto per dirlo, ma ero sicura che lì c'era di mezzo l'amore, quello vero.

Storsi il naso mettendo il broncio quando guardai l'orario sullo schermo del cellulare.
"Tra poco dovró andarmene." Informai i ragazzi con voce triste.
"No, tu resti." Affermó Lele in tono dittatoriale.
"Si, Sof! Resta qua." Si intromise Diego, seguito dalla conferma di Gian.
"E dài, diglielo anche tu!" Lele si rivolse a Tanc assestandogli una pacca sulla gamba.

Risi davanti all'atmosfera amichevole che ero riuscita a creare con i ragazzi, amavo il fatto che mi volessero con loro e io stessa non volevo andarmene, ma sapevo che restare sarebbe stato impossibile: la mattina seguente avrei dovuto essere a scuola, trovare una finta-giustificazione-plausibile per l'assenza. E a mamma cos'avrei detto? Sarebbe tornata a casa quella sera con la convinzione di trovarmi lì, in camera a studiare dopo una pesante giornata scolastica. Non era fattibile, non quella sera.

"Ragazzi, grazie davvero, ma non posso proprio." Dissi a malincuore abbassando lo sguardo e abbozzando un sorriso triste. "Domattina ho lezione e mia madre non sa nemmeno che sono qui.".

"Tornerai?" Domandó Lele sperando in una risposta positiva. Saettai lo sguardo tra i ragazzi fino ad arrivare a Tanc: i loro visi erano tesi verso di me attendendo una mia risposta.
"Appena possibile." Esordii sorridendo e facendoli esultare.
"Ti aspettiamo, eh!" Squittì Diego sorridendo.

Quando varcai la soglia sentii di perdere un pezzo di me: sarei tornata a casa, nella mia solitudine, lontano dai miei più grandi amici. Si, a casa c'era mamma, e con lei mi trovavo sempre a mio agio a parlare di ogni cosa. Condividevamo tutto, dai momenti più felici a quelli più tristi, ma lei non era Tanc.

Mi seguirono tutti fino alla porta e mi salutarono con un forte abbraccio e un bacio sulla guancia. Ci lasciammo con la promessa di rivederci il prima possibile ed era ciò che volevamo tutti.

"Mi hai fatto un regalo enorme presentandoti qui." Confessó Tanc mentre camminavamo mano nella mano verso la stazione. Anche questa volta aveva insistito per accompagnarmi nonostante il mio tentativo di farlo restare a casa a riposare dopo una notte intera di pianti e dolore.

Mi faceva così bene, Tancredi. Mi faceva sorridere il cuore.

"Sono stata una stupida a pensare di allontanarmi da te. Mi dispiace.".
"Hei." Disse fermandosi e posando due dita sotto al mio mento per farmi alzare il viso. I nostri occhi erano proiettati gli uni negli altri e parevano parlarsi come nessuna bocca saprebbe fare.

"Va tutto bene. L'importante è che ora sei qui, con me, e non mi lascerai mai." Disse prima di stampare dolcemente le sue labbra sulle mie. Allacció le sue braccia alla mia vita e mi trascinó più vicino a sè: fu il bacio più passionale e malinconico mai visto, ma entrambi eravamo certi del fatto che non sarebbe mai stato un addio, ma solo un arrivederci.

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Ecco a voi! Spero vi piaccia!
Volevo ringraziarvi per tutti i commenti positivi e il sostegno che mi state dando. Mi fa davvero piacere che vi stiate appassionando così tanto alla mia storia. Grazie di cuore, vi voglio bene.
Un bacione😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora