Capitolo 51

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"Dannazione!" Esclamó Diego, intento a riempirsi il bicchiere, dopo aver versato una piccola quantità di CocaCola sulla tovaglia. Afferró il tovagliolo prendendo a tamponare la chiazza bagnata ma senza alcun risultato, e guadagnandosi le nostre risate divertite.
"L'amore gioca brutti scherzi." Affermó, sicuro e derisorio, Lele portandosi una mano sul petto con fare tratrale e alzando gli occhi al cielo in un sospiro.
Posai la forchettata nel piatto prima di passarmi il tovagliolo sulla bocca a pulire la pelle.
"L'amore? Diego, cosa mi sono persa?" Domandai curiosa allungandomi nella sua direzione per pizzicargli un braccio.
"Non starlo a sentire, non sa nemmeno lui di cosa parla." Ringhió leggermente irritato.
"Dài, fratello! Stavo solo scherzando." Si affrettó a dire Lele, consapevole di aver toccato un punto dolente.
"No no, è vero! Diego sta in fissa con una pischella." Si intromise Gian guadagnandosi un'occhiata inceneritoria da parte dell'amico.
Per pochi istanti, la tavola del salotto fu totalmente immersa in un silenzio tombale, quasi spaventoso, che Diego mozzó con un sospiro prima di incrociare le mani davanti al viso e rivolgermi uno degli sguardi più tristi di sempre.
"Che succede, Diego?" Domandai posando una mano sulle sue ancora intrecciate.
"Hanno ragionr, mi piace una ragazza. Mi piace da impazzire, ma lei non ricambia. Tutto qua." Ammise in tono sconfitto.
"Le hai parlato?" Domandai con una sfumatura di timore di essere troppo invadente.
"No.".
"E come fai a dire che non ricambia?" Aggrottai le sopracciglia. Lui fece spallucce prima di passarsi una mano tra i capelli a titare indietro il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi.
"Lo immagino.".
"Oh no, Diego. Non funziona così, sai?" Dissi in tono divertito accennando una flebile risata.
"Cosa intendi?".
"Dovresti parlarle per sapere come stanno realmente le cose. E se anche lei fosse innamorata di te? Ci hai pensato? Stai qui a piangerti addosso per una storia di cui non conosci neppure la realtà!" Lo rimproverai. Dal suo sguardo perso nel vuoto capii che la sua mente stava rielaborando il mio consiglio, fino a convincersi pienamente della mia ragione.
"Comunque oggi verrà qui, con Marta." Mi informó facendo spallucce. "La conoscerai, e capirai anche tu che in me non vede altro che un buon amico.".

Mi irrigidii. Insomma, sapevo bene che, prima i poi, avrei dovuto conoscere personalmente le altre ragazze che componevano il resto de gruppo dei Tiktoker, solo avrei preferito più preavviso. Non che avessi timore, e neppure vergogna, ma l'idea di essere giudicata dalle loro bocche mi spaventava particolarmente. Deglutii visibilmente a disagio, un disagio che Tanc lesse chiaramente nel mio sguardo. Posó la sua mano sulla mia accarezzandola dolcemente prima di rivolgermi un'occhiata di incoraggiamento.
"Stai tranquilla. Ti piaceranno, e tu piacerai a loro." Disse lasciandomi un leggero bacio sulla fronte. Annuii debolmente prima di prendere un profondi respiro e finire la mia cena.

"Aspetta, ti aiuto." Dissi alzandomi dalla sedia, vedendo Lele intento a sparecchiare la tavola ormai ripulita da ogni traccia di cibo. Mi rivolse un sorriso di ringraziamento prima di dirigersi verso la cucina con una pila di piatti e posate spochi tra le mani. Afferrai con una mano la padella che, fino a poco prima, conteneva la carne di pollo, e con l'altra il vassoio che portava le patate. Lo seguii nell'altra stanza mentre gli altri tre raggiunsero in divano prendendo a fare zapping tra i canali alla ricerca di qualcosa di interessante.
"Lascia, faccio io." Disse Lele tentando di togliermi la spugna dalle mani.
"No, stai tranquillo." Gli rivolsi un sorriso prima di versare una piccola quantità di detersivo e iniziare a sfregare i piatti sporchi.

"Vado io!" Annunció Diego dirigendosi verso la porta d'ingresso dopo aver sentito il campanello suonare ripetutamente.
Mi irrigidii, seduta sul divano aggrovigliata al corpo di Tanc che mi accarezzava dolcemente la schiena.
Dovevao sicuramente essere le ragazze: non che non avessi piacere di conoscerle, ma la cosa mi turbava alquanto.
"Ciao!" Squittirono in coro due voci squillanti, ricevendo l'immediato saluto di Diego.
"Sofia? È qui? Non vediamo l'ora di conoscerla!" Aggiunse una delle due. Mi rannicchiai maggiormente, facendomi piccola piccola, come se questo servisse a farmi sparire da quel dannato salotto e passare inosservata.
"Si, è di là con gli altri." Le informó Diego. Quando sentii la porta richiudersi con un forte tonfo capii che le ragazze in questione stavano raggiungendo, seguite da Diego, il salotto in cui avrei avuto l'onore di fare la loro conoscenza. Panico.
Due bellissimi esemplari di donna fecero capolino nella stanza, mostrando un sorriso tanto bello da poter quasi illuminare una caverna priva di ogni fonte di luce. Wow.

"Ciao! Tu devi essere Sofia!" Squittì la ragazza dai capelli corti e castani, "Io sono Marta!" Esordì poi tendendomi la mano. L'afferrai sorridendo, con le articolazioni tremolanti e un'espressione imbarazzata.
"Amore, e io? Non mi saluti?" Si intromise Gian adottando il broncio da finto offeso.
In quel momento capii la situazione: questa Marta era la ragazza di cui mi parló Gian, quella di cui era innamorato perso e voleva conquistare a tutti i costi. Andando quindi per esclusione, la ragazza dai capelli lunghissimi e scuri doveva essere la cotta di Diego.
"Arrivo!" Rispose Marta alzando gli occhi al cielo.
"Ah, questi uomini!" Aggiunse, poi, rivolgendomi uno sguardo divertito e ridendo insieme a me, prima di superare il divano e gettarsi tra le braccia del suo fidanzato.
"Ciao, io sono Elisa." Mi tese timidamente la mano l'altra ragazza.
"Ciao! È un piacere conoscerti." Risposi sfoggiando un grande sorriso e stringendole la mano.

Erano passati solo pochi istanti da quando le due ragazze erano entrate in quella casa, ma già il mio corpo era sulla via del rasserenamento. Fu molto meglio di ciò che mi aspettavo: la mia timidezza svanì in poco tempo dopo essere entrata a contatto con la loro esuberanza e l'enorme simpatia.
Non nego che la loro bellezza mi mise alquanto a disagio. Per un istante mi sentii una sorta di formica, piccola e scura, tra due meravigliose coccinelle rosse.
Lanciai uno sguardo fugace al mio ragazzo che, per tutto il tempo, era stato accanto a me stringendomi la mano nel tentativo di tranquillizzarmi. Nonostante il fascino di Elisa e Marta, i suoi occhi non accennarono a staccarsi da me nemmeno per un istante, e fu proprio quel gesto a farmi sentire bella, sicura, accettata. Fu quel semplice gesto a calmare i miei demoni dell'ansia e riportarmi nella spensierata valle della tranquillità. Con lui al mio fianco, anche le situazioni peggiori sapevano prendere la forma del Paradiso: quando c'era lui a tenermi la mano, nulla poteva mai essere negativo.

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora