Green is the new Black

I.

Spinner's End non era mai stata così sudicia e inospitale agli occhi della sottile sagoma nera, che attraversava il paesino in quella tarda serata estiva. Le abitazioni avevano i muri anneriti dall'inquinamento della vecchia ciminiera in fondo alla strada, probabilmente era stata costruita agli inizi del 1800, quindi "moderna" non era un aggettivo che poteva descriverla, le strade erano contornate da rifiuti babbani ed erano orribilmente viscide. Da alcune case, le poche ancora abitate, uscivano suoni di televisioni e qualche risata, che stonavano così tanto con lo scenario lugubre nel quale si trovavano. Tutto questo era coronato da un insopportabile odore di muffa e di umidità.

Come se tutto questo non fosse abbastanza spettrale, la figura che si muoveva esperta tra le vie strette del paesino, era tra le più insolite che una persona potesse vedere. Era un uomo, sui quarant'anni, alto e molto magro. Il viso era giallognolo e scavato, coperto in parte dalla manica per proteggersi dal forte odore. 'Almeno non torno per rimanere.' Pensò l'uomo.

Aveva lunghi capelli neri unticci ed indossava una veste nera accompagnata da un mantello ampio dello stesso colore. La figura pareva quasi fluttuare sopra le strade luride e ricoperte di muschio, e forse era proprio quello che stava facendo, ma agli occhi degli abitanti del paesino, questo dettaglio non risultava più di tanto, nessuno lo stava guardando.

Severus Piton era stato finalmente dimesso dall'ospedale San Mungo nel quale era stato ricoverato dal due maggio ed ora si stava recando nella sua dimora. Quel fatidico due maggio aveva rischiato la morte per mano del mago più oscuro di tutti i tempi: Lord Voldemort. Fortuna, o sfortuna, vuole che Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico, era lì e aveva provveduto a chiamare Fanny, la fenice di Silente, che, con le sue lacrime, lo aveva tenuto in vita.