Harry si svegliò di soprassalto, in un lago di sudore. Sentiva i battiti cardiaci perforargli il torace e la gola bruciare da quanto forte inspirava ed espirava.
La stanza era ancora invasa dall'oscurità, il che significava che si era svegliato nel cuore della notte. Il motivo? Incubi. Ovviamente. Erano loro che gli tenevano compagnia di notte, quando il buio scendeva sul mondo, le tenebre avvolgevano Harry. Non ne poteva più, non voleva più pensare a Voldemort e alla guerra, ai morti e a tutto quello che aveva perso.
Non ce la faceva più.
Ultimamente riusciva a tornare a dormire dopo gli incubi, ma non quella notte. Quella notte era stata davvero atroce, non trovava le forze per affrontare i suoi demoni tornando sotto le coperte.
Si alzò, si vestì ed uscì, diretto alla torre di Astronomia. Non guardò nemmeno l'orologio, non gli importava, voleva solo scollegare il cervello da tutto.
Arrivato in cima, si sedette sul parapetto guardando la notte, le stelle e la luna.
Però sentiva che non era abbastanza, continuava a rivivere le immagini che aveva sognato, non riusciva a smettere di pensarci.
Si prese la testa fra le mani, mentre un'idea terribilmente sbagliata iniziava a strisciare tra le crepe della sua mente distrutta, una specie di collante per tutto quello schifo che aveva vissuto e continuava a rivivere ogni notte.
"Kreacher..." sussurrò.
L'elfo comparì con un sonoro crack.
"Portami una bottiglia di whiskey incendiario." Gli ordinò lapidario.
Kreacher esitò, ma non poteva disobbedire ad un ordine del suo padrone, dunque sparì e tornò dopo qualche secondo con la bottiglia stretta in mano.
Harry la afferrò tremante e Kreacher svanì, lanciando un'occhiata preoccupata al Prescelto.
Harry, d'altro canto, aveva come unico pensiero fisso la pace che aveva provato la sera in cui Piton (un brivido gli attraversò la schiena quando pensò all'uomo) gli aveva offerto quei bicchieri di liquido alcolico. Voleva solo sentirsi in pace con la sua vita, di nuovo. Voleva dimenticare tutti gli orrori che il destino aveva deciso di rovesciare sulla sua strada, voleva annullare sé stesso e i suoi demoni.
Aprì la bottiglia e lì, quella notte di ottobre, sulla cima della torre di astronomia, iniziò la ripida discesa del Ragazzo Che È Sopravvissuto.
***
L'alba arrivò troppo presto per Harry, che era accasciato per terra, la bottiglia vuota di fianco a lui.
Si sentiva sporco e sbagliato, aveva un mal di testa lancinante e non ricordava assolutamente nulla della notte appena passata. Si guardò attorno e notò una macchia sul pavimento: doveva aver vomitato.
Con qualche colpo di bacchetta cercò di rendersi il più presentabile possibile ed eliminò le tracce della sua nottata, facendo sparire sia la macchia che la bottiglia. La sua mente era vuota ma allo stesso tempo pesante. Fece tutte quelle azioni senza pensare a nulla, si sentiva svuotato e la cosa lo rendeva euforico, forse aveva trovato la via giusta.
Una volta accertatosi di non sembrare più un pazzo, chiamò Kreacher e gli ordinò di fare una scorta di pozione anti-sbornia e di portargli subito una fiala.
Kreacher obbedì e, una volta ingurgitato il contenuto della fiala, Harry si assicurò che Kreacher non facesse parola con nessuno di quello che era successo, poi tornò nella sua stanza per vestirsi e prepararsi ad affrontare la giornata.
Era sabato, ma il campionato di Quidditch doveva ancora cominciare e non era prevista nessuna gita ad Hogsmeade, perciò la Sala Grande era vuota a quell'ora improponibile. Nemmeno Hermione era ancora scesa.
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Green is the new Black
FanfictionSeverus Piton, grazie ad Harry Potter, è riuscito a sopravvivere al morso di Nagini. Questa cosa li porta ad avvicinarsi in un modo che nemmeno loro potevano immaginare. Eppure, un uomo scaltro e sveglio come Severus, avrebbe dovuto capire che le co...