XI.

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Erano circa le 11:00 quando Harry decise che fosse il momento di finire di sistemare il baule e chiudere Anacleto nella gabbia.

Decise di smaterializzarsi dopo pranzo, tanto aveva moltissimo tempo a sua disposizione.

Si gustò il pranzo, pensando ai suoi amici, sul treno. Stavano sicuramente pensando a lui e si stava pentendo di non averli nemmeno avvisati. Decise quindi di mandare un Patronus. Non lo aveva mai fatto, perciò, una volta invocato il Patronus, non sapeva bene cosa fare. Lo osservò nella speranza che fosse il cervo argenteo a dirgli cosa fare. Si sentì ridicolo.

"Ehm... Ho un messaggio per Ron Weasley ed Hermione Granger: Sto bene, non preoccupatevi, ho deciso di risparmiarmi il caos del treno, mi smaterializzo direttamente lì."

Il Patronus chinò la testa, come se avesse capito e stesse annuendo, poi sparì.

Harry raccattò il baule e lo rimpicciolì, la gabbia con Anacleto e si materializzò a destinazione.

Camminò con calma, verso i cancelli del castello, e ammirò le torri che si ergevano imponenti di fronte a lui.

Non riusciva a sorridere, però: vedeva solo le esplosioni e gli incantesimi della battaglia, rivide i morti, stesi in sala grande, rivide Piton in fin di vita alla Stamberga, sentì le urla disperate della gente che lo credeva morto dopo essersi consegnato a Voldemort e si sentì risucchiare l'aria dai polmoni. Dovette fermarsi un attimo, perché non riusciva più a respirare e sentiva la testa girargli.

Fece dei respiri profondi, per quanto possibile, e cercò di fare gli esercizi che gli aveva insegnato Piton per liberare la mente. Non gli riuscirono molto, ma si sentiva un po' più calmo.

Entrò attraversando il portone di quercia e si avviò spedito all'ufficio della Preside.

Sentì un masso depositarsi nel suo stomaco a quel pensiero.

'Ufficio della Preside'.

Una serie di immagini gli si pararono davanti agli occhi: Silente al suo primo anno ('Pigna, pizzicotto, manicotto e tigre!'), Silente che gli parlava di Fanny, Silente che lo lasciava distruggere il suo ufficio dopo la morte di Sirius, senza fare nulla per fermarlo, Silente che gli faceva promettere di fare tutto quello che gli chiedeva prima di andare a recuperare il falso Horcrux, Silente che cadeva dalla torre di astronomia.

Trattenne a stento le lacrime e bussò.

"Avanti."

Harry fece un sospiro, poi aprì la porta.

"Buongiorno, Preside."

La McGranitt alzò di scatto la testa e osservò Harry sorpresa.

"Non dovresti essere sull'Hogwarts Express? Cosa ci fai già qui, Potter?"

Harry le spiegò la sua scelta e le chiese della stanza.

La McGranitt lo osservò attentamente, Harry si maledisse per non essersi coperto le occhiaie, ma non era più abituato. Con Piton non gli era mai servito e l'ultima settimana aveva vissuto da solo, a chi doveva nasconderle?

Si scrutarono per qualche momento, poi lo sguardo severo della Preside si addolcì.

"Credo si possa fare. C'è una stanza in una torretta collegata alla sala comune di grifondoro che non viene usata, non so bene a cosa servisse, in ogni caso, suppongo che, con le adeguate modifiche, tu possa dormire lì. Ha un ingresso a parte, non saresti obbligato a passare per la sala comune."

Harry sorrise pieno di gratitudine alla donna e la ringraziò.

Si avviarono entrambi verso la fatidica stanza, per poterla sistemare e adattare.

Green is the new BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora