Capitolo 11

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Nei giorni seguenti iniziammo un nuovo tipo di allenamento, in una struttura scoperta da Nelly. 
Si chiamava Inabikari Special, ed era una palestra di allenamento segreta appartenente alla leggendaria Inazuma Eleven, la vecchia squadra della Raimon allenata dal nonno di Mark. 

Era stata progettata apposta per sviluppare le tecniche micidiali, il che era perfetto per la situazione in cui ci trovavamo, non potendo allenarci con quelle all'aria aperta. 

Gli allenamenti erano duri e anche pericolosi, se non si stava attenti, ma era ciò che serviva per mantenere la concentrazione. Uscivamo dalla palestra distrutti, e al momento non ci sembrava di aver fatto progressi, ma quando giocavamo insieme, potevo sentire che la precisione e la velocità di tutti erano aumentate. E, dopo i duri allenamenti, non c'era niente di meglio che una cena al ristorante di Hillman per riprendere le forze. 

Arrivammo alla partita contro la Brainwashing più forti e determinati di prima. Non potevo fare a meno di sorridere al pensare ai progressi che avevo fatto ed ero sicura che avrebbero dato i loro frutti. 

Fischio d'inizio. Nei primi minuti di partita, riuscimmo a raggiungere la metà campo avversaria, e notai che i giocatori si muovevano con sincronia incredibile. Non era una cosa naturale, però: sembrava che si fossero studiati a memoria delle manovre di gioco. 

In pochi secondi avevano ingabbiato Axel che dovette passarla a Kevin. Quest'ultimo provò a concludere, ma il portiere, Thomas Feldt, la parò con facilità. 

Davanti alla nostra delusione, Thomas disse:«Non sorprendetevi. Il vostro gioco era perfettamente in linea con i nostri dati su di voi.»

Strinsi i pugni, ricordando la facilità con cui avevano usato il Tornado di Fuoco qualche giorno prima. 

Gli avversari passarono all'attacco, e anche stavolta eseguirono le tattiche di Feldt alla perfezione. Aggrottai le sopracciglia, vedendo che nel loro gioco non c'era nessuna traccia di passione. Non dicevano nulla mentre giocavano, non s'incoraggiavano a vicenda, non facevano una piega quando perdevano palla. Nulla. 

Sembravano automi. La loro freddezza mi metteva i brividi. 

La loro avanzata venne fermata da Nathan, che riuscì a rubare palla a un loro attaccante. «Sì!» esultai, cominciando a correre dietro di lui.

Mio fratello la passò a Sam, che però se la fece rubare. In breve, gli avversari erano davanti alla nostra porta. 

Cercai di avanzare, ma uno degli avversari mi parò la strada. Vidi con la coda dell'occhio Mark che la parava e feci un sospiro di sollievo, ma poi notai che eravamo tutti marcati. 

Digrignai i denti e mi girai per correre nella loro metà campo, cercando di smarcarmi. Per fortuna, anche Nathan e Timmy ebbero la mia stessa idea. 

Con un paio di passaggi, Axel raggiunse la porta avversaria. Tirammo tre volte, una volta Axel, una io e una Axel e Jack con il Trampolino Inazuma, ma Feldt le parò tutte e tre, anche se a fatica. 

Rilanciò la palla e, malgrado i nostri sforzi, riuscirono a segnare. 

Strinsi i pugni, frustrata. Mi sentivo impotente. 

Dopo la rimessa, uno dei loro attaccanti fece un retropassaggio. 

Aggrottai le sopracciglia. Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere? 

Per il resto del primo tempo, continuarono a farsi passaggi tra di loro, senza accennare a voler segnare ancora. Correvo avanti e indietro, cercando di prendere la palla, ma mi sentivo impotente e confusa. 

A un tratto realizzai e mi fermai di colpo, trasalendo. Stavano cercando di tenere la palla per mantenere il vantaggio. 

Non avevano nessuna intenzione di divertirsi o giocare seriamente. Tutto ciò che gli importava era vincere. 

My Love [Byron Love] -SOSPESA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora