Capitolo 12

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La partita seguente era quella contro la Otaku. Non fu una partita particolarmente difficile dal punto di vista della forza degli avversari, perché i giocatori non avevano quasi nessuna esperienza di calcio, ma fu comunque una partita importante.

Il motivo? Beh, Axel durante la partita precedente si era infortunato, quindi gli unici attaccanti per la semifinale fummo io e Kevin. 

Anche se questa situazione mi metteva pressione, non potei non confermare il fatto che se i miei compagni mi davano fiducia, potevo fare qualsiasi cosa. 

Infatti segnai per ben due volte. 

Quella vittoria ci diede finalmente accesso alla finale, che avremo giocato contro la famosa Royal Academy. 

Un giorno, tornando da scuola, Nathan mi raccontò di nuovo della prima partita giocata contro di loro, quella dove Axel li aveva salvati. 

«Sicuro che stavolta riusciremo a batterli?» chiesi, ridacchiando. 

Nathan mi diede una finta gomitata, ridendo. «Certo! Ci stiamo impegnando un sacco!» esclamò. 

Risi anch'io, felice. Per quanto mi avessero raccontato della forza della Royal, non mi perdevo d'animo. Ormai, dopo essere passata in meno di un mese dall'essere una ragazzina di strada ad attaccante di una squadra finalista alle qualificazione del Football Frontier, tutto mi sembrava possibile. 

In quel momento, mi ricordai della scena a cui avevo assistito dopo la partita contro la Brainwashing. Con gli allenamenti e tutto il resto, mi ero dimenticata di raccontarlo. 

Mi girai verso Nathan, con espressione seria. «Nathan, ti devo raccontare una cosa.» gli dissi. 

«Uh, sembra una cosa seria.» commentò lui, guardando la mia faccia. «Di cosa si tratta?» 

«Dopo la partita della Brainwashing, mentre andavo nello spogliatoio femminile... Ho visto una cosa.» iniziai. Poi gli raccontai tutta la storia, dell'uomo col cappotto verde bottiglia, della minaccia a Wintersea, e di come quest'ultimo fosse corso via, agitato. 

«Caspita, Katsumi. Perché non me ne hai parlato prima?» mi domandò, alla fine del racconto. 

«Mi era passato di mente, ero troppo concentrata sugli allenamenti. Cosa ne pensi, comunque?» 

Aggrottò le sopracciglia. «Non saprei. Insomma, Wintersea deve aver fatto qualcosa di davvero orribile per ricevere delle parole così dure. Forse ne dovremmo parlarne con Mark.» propose. 

Annuii. «Sì. Se c'è qualcosa di sbagliato con Wintersea, faremmo meglio a scoprirlo subito.» 

Il giorno dopo, però, arrivammo al campo che gli allenamenti erano già iniziati. Mark era tra i pali, e stava gridando a Kevin di tirare in porta. 

«Forse sarebbe meglio chiederglielo durante la pausa.» mormorai, vedendolo così concentrato. Nathan acconsentì, e con ciò entrammo in campo anche noi. 

Stavamo giocando da appena dieci minuti quando Nelly ci richiamò a lato del campo. 

«Voglio che assistiate alla prova dell'autobus che utilizzeremo per andare alla finale.» ci spiegò. 

Io e gli altri ci guardammo, confusi, ma seguimmo Nelly e il professor Wintersea al garage. 

L'allenatore salì sull'autobus e si sedette al posto da guidatore. Notai che stava sudando ed era visibilmente preoccupato. 

«Avanti, metta in moto.» lo esortò Nelly, con tono autoritario. Ma il professore esitò. 

«Sembra che ci sia qualcosa che non va, magari è la batteria...» biascicò poi, ma Nelly non si fece fregare. 

My Love [Byron Love] -SOSPESA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora