capitolo 5

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Non so come ci sono finita in mezzo a tutte queste persone sudate intente a strusciarsi, saltare e ballare, non so perché mi sento così euforica e scoordinata
forse sono state le cinque birre che ho bevuto oppure erano sei?
Faccio quasi fatica a ricordarmi perché sono qui ma le tre cazzo di parole che mi hai detto appena prima che una Raven totalmente ubriaca ci interrompesse trascinandoci poi in mezzo alla folla no, quelle continuano a rimbombarmi nella testa sovrastando anche questa musica spacca timpani.
"Sei bella, Clarke" a ripetizione.
Sento tutto girare, il soffitto si è scambiato improvvisamente col pavimento e sento la birra risalirmi in gola; inizio a correre cercando razionalmente il bagno, imbocco le scale cominciando a salire ma dalla fretta manco un gradino, sento già il freddo duro del marmo impattare con il mio viso accaldato, ma due mani afferrano salde i miei fianchi fermando giusto in tempo la mia rovinosa caduta.
Sei tu, chi altro poteva essere?
Mi guardi con occhi preoccupati
"ei tutto bene? dove stai correndo?"
"bagno" è tutto ciò che riesco a dirti
capisci al volo e mi trascini velocemente di sopra, apri la porta e io mi fiondo davanti al water mettendomi in ginocchio.
Il mio corpo viene invaso da spasmi, lo stomaco sussulta, vomito anche l'anima.
Tu sei dietro di me, mi tieni i capelli con una mano e con l'altra mi accarezzi la schiena come per tranquillizzarmi
"va meglio?" domandi con tonno basso
"vuoi dell'acqua?"
annuisco imbarazzata.
"Vado a prenderla, torno subito" ti alzi ed esci di corsa, mi sento uno straccio e sicuramente ne avrò anche l'aspetto.
Cerco di alzarmi, voglio sciacquarmi la faccia, ma ovviamente la testa gira troppo per permettimi di arrivare al mio obbiettivo, questa volta è inevitabile cado a terra sbattendo il mento e la bocca.
"Cazzo, cazzo" ti sento imprecare e mi viene da ridere
"beh mi sembri contenta per essere una che ha appena sbattuto la faccia sul pavimento" dici mentre mi aiuti a mettermi seduta facendomi appoggiare la schiena al muro.
"Sei buffa" mi fai davvero ridere, ma nel momento in cui le mie labbra si incurvano all'insù sento un bruciore acuto che frena il mio divertimento
"ecco, così impari a ridere di me" dici con tono fintamente offeso
"ti sei proprio fatta un bel regalino per il tuo primo giorno di college" aggiungi continuando a prendermi in giro.
Ti alzi e inizi a cercare qualcosa per medicarmi e i miei occhi, quei bastardi, si stagliano senza ritegno sul tuo fondoschiena reso terribilmente perfetto dai pantaloni che indossi
"ti piace quello che vedi, Clarke?" domandi con tono malizioso e divertito allo stesso tempo fissandomi attraverso lo specchio posizionato di fronte a te.
Merda, MERda, MERDA.
Mi ha beccata, colta in flagrante, con le mani in pasta.
Grande Griffin, vai sempre meglio.
Abbasso immediatamente lo sguardo, vorrei sprofondare e non riemergere mai più.
"Trovato!" esclami abbassandoti al mio livello, mi alzi il mento con l'indice e fai per appoggiare un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante sul mio labbro ma mi scanso
"non fare la bambina" dici severa
"brucia" ribatto, giusto per confermare i miei cinque anni
"va disinfettato e ci sono solo due modi per farlo"
ti guardo confusa aspettando che tu prosegua
"uno è questo" dici indicando il flacone di liquido bruciante
"ed è quello scientificamente provato, l'altro è diciamo più...più primitivo e animale"
Continuo a non capire, e il fatto che tu ti stia avvicinando sempre di più al mio viso non aiuta.
La tua bocca sfiora per l'ennesima volta il mio lobo, sussulto, ti stai divertendo da morire
"il secondo modo... è la saliva, sai dicono che sia un ottimo cicatrizzante naturale, solo non ho mai capito se si riferiscano alla propria o a quella di qualcun altro" sei davvero brava a mettermi in difficoltà, la provocazione fa parte del tuo dna.
Torni a guardarmi negli occhi, dopo avermi sfiorato volontariamente il collo con il naso, stai aspettando che io dica qualcosa ma in questo momento vorrei fare ben altro...
cosa? no, cioè non è quello che... si insomma
voglio dire ho un bel taglio sul labbro e parlare non agevola molto la situazione, intendevo fare ben altro come stare zitta.
Sei tu a scegliere, posizioni il batuffolo senza avvisarmi sulla ferita tenendomi la nuca per evitare che io mi ritragga per il bruciore, ci soffi sopra e infine applichi un cerottino
"avanti, usciamo di qui che ti accompagno al campus" dici afferrandomi le mani e facendomi alzare
fortunatamente la testa gira di meno e la nausea si è affievolita, aspetti qualche secondo poi ti volti e inizi a camminare ma ti fermo facendo scontrare il mio petto con la tua schiena avvolgendoti la vita con le braccia.
Hai sussultato, non te l'aspettavi e io sono sorpresa quanto te eppure stringo ancora più forte, è come se la mente e il corpo fossero scollegati in un momentaneo blackout.
Questa volta sono io ad avvicinare pericolosamente la bocca al tuo orecchio
"sei bella, Lexa".

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